Stabilimenti vuoti: prezzi alle stelle ed ombrelloni chiusi. “Italia Balneare” “Nessuna crisi. Casi isolati trasformati in fenomeno mediatico”

Stabilimenti vuoti: prezzi alle stelle ed ombrelloni chiusi. “Italia Balneare” “Nessuna crisi. Casi isolati trasformati in fenomeno mediatico”
Agosto 12 02:56 2025 Print This Article

Quando si tira troppo la corda, finisce poi che si spezza”. Il vecchio saggio popolare potrebbe calzare perfettamente per descrivere quanto sta accadendo negli stabilimenti balneari di gran parte d’Italia che stanno registrando un drastico calo delle presenze che si stima intorno al 30 per cento. Almeno è questa la narrazione che sta passando sui media nazionali e sui social.

Sulla rete abbondano le immagini di stabilimenti quasi deserti, anche in pieno agosto, registrando un qualche ombrellone aperto solo nel fine settimana.

Una vera e propria anomalia che sembra attraversare tutto il Belpaese che da sempre – solitamente in questo periodo – segna il pienone

Tutti puntano il dito sui prezzi fuori controllo. C’è chi testimonia che ormai la media è di oltre le 50 euro per un ombrellone, con punte che raggiungono anche i 70 euro. Accanto a questo ci sarebbe anche l’ odiosa pratica –rilevati in diversi casi – del divieto di introdurre cibo e bevande all’interno della struttura (spesso con tanto di cartello esposto all’esterno), obbligando i vacanzieri a consumare unicamente i prodotti che vengono venduti all’interno a prezzi non proprio economici. Nei giorni scorsi, l’onorevole campano Francesco Emilio Borrelli in un suo intervento in Parlamento ha riportato il caso di una signora costretta a buttare il cibo portato da casa.

La situazione economica del paese spinge gli italiani a scegliere una spiaggia libera. Abbassate i prezzi e le cose, forse, andranno meglio”. Ha scritto dalla sua pagina Instagram, Alessandro Gassman.

C’ è chi, come l’economista Carlo Cottarelli, nei giorni scorsi ha sottolineato come il calo di presenze sia dovuto essenzialmente alla drastica perdita di potere di acquisto dei cittadini stretti tra l’inflazione da un lato, ed il mancato adeguamento degli stipendi, dall’altro.

A raccomandare cautela ed equilibrio è il Presidente Nazionale di Conf PMI ITALIA, Tommaso Cerciello. “In molti casi i rincari rilevati e segnalateci, appaiono del tutto ingiustificati – afferma Cerciello – laddove poi si impedisce addirittura ai cittadini di portarsi cibo e bevande da casa, si concretizza un vero e proprio abuso. Come Confederazione siamo stati vicini alle aziende del comparto nella battaglia sulla liberalizzazione delle concessioni invocata dall’Europa (https://piazzaffari.it/2021/12/02/balneari-concessioni-delle-spiagge-valide-fino-al-2023-preoccupati-gli-operatori-nessuno-ci-tutela/). Di fronte però a questi aumenti ingiustificati e comportamenti scorretti non possiamo che prendere le distanze ed invitare quanti li hanno praticati a rivedere piano business che se perseguito porta a risultati assolutamente controproducenti. Occorre un approccio più ragionevole. Non si possono vessare in questo modo i cittadini. Comportamenti di questo tipo finiscono per riverberarsi in maniera negativa sull’immagine dell’intera categoria, anche su quanti lavorano in modo corretto, nel rispetto delle regole e con prezzi giusti”.

Secondo l’associazione Italia Balneare, però, siamo di fronte più ad un fenomeno mediatico che ha finito per distorcere la realtà.In buona sostanza, casi isolati che vengono fatti passare per generali.

Dal nostro osservatorio – dichiara Vittoria Ratto, Presidente dell’associazione Italia Balneare – non registriamo in Liguria questo calo di cui i media parlano. Ad agosto sta andando tutto secondo le previsioni. A luglio abbiamo avuto una flessione del 15 per cento dovuta a causa dei giorni di pioggia. Sentendo altri colleghi di altre regioni non mi pare proprio che ci sia questo fenomeno di crisi generalizzata. Per quanto concerne i prezzi posso affermare che per lo più non hanno subito questi rincari di cui tanto si sta parlando. Nella mia struttura, due sdraio ed un ombrellone costano 35 euro. Quando si fanno i paragoni con le altre nazioni tipo l’Albania e la Grecia, bisogna fare attenzione perché in quelle nazioni l’Iva per il nostro settore è molto bassa (4 per centro contro il 22 per cento applicata in Italia). Inoltre oltre al pagamento della concessione, bisogna far fronte a numerosi altri oneri tributari.

Sempre presso la mia struttura, abbiamo un’area pic -nic dove le persone possono appositamente consumare le pietanze e le bevande portate da case, senza alcun obbligo di acquisto presso i nostri servizi di ristorazione. Una soluzione molto comune in tanti altri stabilimenti italiani. Laddove poi si manifestano comportamenti riprovevoli e illegittimi, questi riguardano solo una piccola percentuale di colleghi che non possono investire l’intera categoria

 

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