Roma – “Il programma di politica economica e finanziaria illustrato dal Governo è improntato a provvedimenti di natura espansiva che potrebbero effettivamente contribuire a ridurre il rapporto deficit/pil. E’ innegabile il coraggio di una manovra che prevede oltre 15 miliardi di investimenti nel settore della manutenzione del territorio e del rilancio delle opere pubbliche. Nè il ricatto dello spread, ripetutamente invocato come alibi per evitare gli interventi che l’attuale governo si appresta a concretizzare, può tenere ancora in ostaggio l’Italia e gli italiani”.
E’ quanto afferma Francesco Cavallaro, Segretario Generale della CISAL, all’indomani della diffusione della Nota di aggiornamento al Def 2018.
“Abbiamo individuato assonanze importanti tra misure che la CISAL sollecita da anni e interventi proposti nella NaDef. In particolare, la modifica della normativa previdenziale – spiega il Segretario -, così come indicata dal governo gialloverde, è strategica per consentire il ricambio generazionale nel mondo del lavoro – con particolare attenzione al Pubblico Impiego – e nel contempo per favorire i consumi. Nella stessa ottica, ci appare condivisibile la priorità riconosciuta alla riforma dei centri per l’impiego come presupposto per poter fornire sostegno economico a chi si impegna in un percorso mirato di formazione verso il mondo del lavoro. Analogamente, riteniamo doveroso incrementare le prestazioni pensionistiche, nel solco di logiche già condivise tra parti sociali ma finora mai finalizzate, allo scopo di contribuire a ripristinare la pari dignità sociale costituzionalmente garantita ai cittadini”.
“Risulta ora improrogabile la riforma del sistema fiscale – continua Cavallaro – nel provvedimento limitata a piccole imprese, professionisti e artigiani. Per contribuire in modo determinante all’equità fiscale, sollecitiamo l’introduzione immediata, anche in via sperimentale, della contrapposizione di interessi, che faccia leva sull’interesse del cittadino, o meglio sul suo contro interesse a ogni prestazione o spesa irregolare”.
“In uno scenario drammatico come quello attuale – in cui 14 milioni di persone patiscono uno stato di povertà, assoluta o relativa, in cui la disoccupazione giovanile si attesta ben oltre il 32%, a un livello doppio rispetto a quella europea, in cui la leggera crescita del mercato del lavoro è legata prevalentemente ai contratti a tempo determinato e all’occupazione degli ultra cinquantenni, in cui in un anno si sono persi quasi 36 miliardi di IVA -, riconosciamo nella manovra del Governo un punto di partenza utile a innescare il drastico cambio di rotta di cui il Paese ha disperato bisogno”.