Viterbo – Il 3 settembre 2025 Viterbo è balzata alle cronache quando le forze dell’ordine hanno arrestato due cittadini turchi in un B&B del centro, a poche ore dalla tradizionale Festa della Macchina di Santa Rosa, riconosciuta e tutelata dall’Unesco quale bene immateriale. Gli uomini erano in possesso di una mitraglietta, una pistola e numerose munizioni. Inizialmente si è parlato di attentato sventato, ma gli inquirenti hanno precisato che al momento non ci sono prove chiare di matrice terroristica.
Questo episodio rappresenta lo spunto per un dibattito più ampio sul rischio di radicalizzazione islamista in Italia ed Europa, soprattutto in relazione alle politiche migratorie, all’integrazione e alla sicurezza interna.
E’ evidente come politiche migratorie che prevedono ingressi senza adeguati controlli, accoglienza caotica e affollata, e servizi di integrazione insufficienti (per la scuola, il lavoro, i quartieri periferici) possono favorire un ambiente in cui l’isolamento sociale o la frustrazione diventano terreno fertile per il radicalismo. Ma non è solo questo. Purtroppo. Da più parti si evidenzia come sia stiano consolidando posizioni ideologiche che si alimentano in diverse moschee regolari ed abusivi dove si predica la supremazia dell’ Islam, affinché si affermi con i suoi atavici e spesso violenti precetti sulla cultura occidentale.
E nel frattempo l’Europa cosa ha fatto? Per inseguire il sogno della globalizzazione “virando” il timone tutto a sinistra, si è risvegliata nell’incubo di un arretramento culturale con lo spettro di ritrovarsi nuovamente sulla soglia di una guerra di religione. Prima si è perseguita una radicale laicità per poi ritrovarsi circondati da mezzelune, ed interi quartieri che sembrano Teheran o Bagdad. Si è detto via al crocifisso, no al presepe, niente carne nelle mense scolastiche durante il Ramadan, per poi ritrovarci enclave di fondamentalisti nel cuore del vecchio continente. Genitori musulmani che uccidono figlie che magari frequentano ragazzi europei, venendo meno a promesse come spose ad anziani signori appartenenti a lontane tribù. Iman che inneggiano ancora oggi alla guerra Santa, mentre dall’altra parte non si è avuta nemmeno la forza di inserire nella costituzione europea il riferimento alle radici cristiane dell’ Europa. Ma la crisi rigetto a tutto questo è ormai palese. L’Italia ha risposto picche al referendum che voleva agevolare e ridurre i tempi per ottenere la cittadinanza.
In tutta Europa si moltiplicano le proteste contro il rischio di radicalizzazione dell’Islam. E’ accaduto in molte zone della Spagna, della Germania, dell’Inghilterra. Il rischio ora è che questo malessere possa alimentare il fuoco delle estreme destre che avanzano nel consenso sociale a ritmi sostenuti. Ed è qui che la politica deve tornare a recitare il proprio ruolo facendo prevalere il buonsenso, rispondendo alle esigenze di sicurezza e di tutela dell’identità che proviene dalla stragrande parte dei cittadini europei . Una situazione che spaventa anche il mondo delle imprese.
“Le istituzioni europee – afferma Tommaso Cerciello, Presidente della Conf PMI ITALIA – devono rendersi conto che è necessario mettere un freno all’immigrazione senza limiti che non fa altro che alimentare il mercato dei trafficanti di disperati. Uomini e donne che giungono in Europa senza formazione che finiscono ai margini della società alimentando disagio, odio, malessere. Un brodo primordiale che cresce nelle nostre periferie dove è facile aggiungere il virus della contrapposizione religiosa per imbracciare anche le armi per determinare la supremazia sullo stile di vita occidentale ritenuto corrotto. E’ necessario invece regolamentare l’immigrazione, affinché si giunga ad una vera integrazione, mentre la cittadinanza va concessa solo quando l’aspirante ha dimostrato realmente di accettare i nostri valori fondamentali. Anche per quanto concerne le confessioni religiose va fatto ordine, procedendo a delle Intese, come è avvenuto con il Concordato nel 1929. con la Chiesa Cattolica, rivisitato nel 1984. Nessuna religione può professare idee e perseguire azioni che siano fuori dai valori delle nostra Costituzione”