Scuola, a Palazzo Chigi ancora scontro nella maggioranza

Scuola, a Palazzo Chigi ancora scontro nella maggioranza
Novembre 04 20:27 2020 Print This Article

Roma  –  Il diritto di contare: la frase celebre cita ‘’Abbiamo gli stessi diritti. Ho il diritto di vedere il fascino in ogni colore’’. Fra tanti colori ci sono quelli geografici che contraddistinguono le 20 regioni del territorio italiano, che ci ricordano le differenze territoriali, messe a dura prova da una gestione politica-amministrativa delle Regioni;  il tema scuola divide esperti, Presidenti di Regioni e Governo, situazione molto complessa che in questo periodo di pandemia da covid, crea sostanzialmente diritti differenti, mettendo di fatto in primo piano le differenze tra nord e sud.

Recentemente in Italia, 11 regioni sono a rischio elevato: Le regioni più colpite: Lombardia, Campania e Veneto, ipotesi lockdown nelle aree metropolitane di Milano, Napoli, Bologna, Torino e Roma.

L’emergenza futura riguarderà anche la scuola, parola d’ordine prudenza verso un cammino di convivenza forzata tra virus e vita. L’accelerazione del contagio, produce una difficoltà crescente nel reperimento dei dati. L’ambito scolastico, rappresenta il 3,8% di tutti i contagi. La scuola, secondo il presidente del Consiglio superiore di sanità, Franco Locatelli, «contribuisce in modo marginale rispetto ad altri contesti. C’è però tutto quello che appartiene all’entrata e all’uscita, ai trasporti e al formarsi di assembramenti».

Scontro diretto tra le decisione della Ministra dell’Istruzione di tenere aperte le scuole e Regioni, dove imperversa il fai da te con ordinanze regionali.

Da Palazzo Chigi, il vertice urgente convocato dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte sulla scuola si è concluso con un niente di fatto. Oltretutto, il governo fa dietro front  verso le Regioni che hanno scelto la chiusura delle scuole.

Intanto, su questi temi si è riacceso lo scontro tra il Ministero dell’Istruzione e i cinque maggiori sindacati della scuola (Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda) che hanno indetto lo scorso 14 ottobre , una mobilitazione nazionale; i temi caldi: eccessivo numero dei supplenti, graduatorie sbagliate, poca chiarezza nelle direttive sulla sicurezza da seguire a scuola.

La CISL nell’incontro con la Ministra Azzolina, chiede forti investimenti per una nuova centralità di istruzione e formazione. Il segretario confederale della CISL Angelo Colombini dichiara “La scuola ha un ruolo fondamentale, è luogo di costruzione di legami sociali ed essere a scuola è un elemento essenziale per gli alunni e quindi occorre fare di tutto per tenere le scuole aperte ma nella garanzia della sicurezza e della salute di tutti. Nell’immediato – ha sottolineato Colombini – vi sono alcune tematiche assolutamente prioritarie, dall’accoglienza degli alunni disabili alla condizione di fragilità in cui possono trovarsi lavoratrici e lavoratori. Ma occorrono anche interventi di carattere strutturale, ad esempio per l’organico degli insegnanti di sostegno o per l’edilizia scolastica”.

In conclusione, le Regioni adeguano le misure anti Covid al Dcpm del governo del 24 ottobre. Scuole chiuse in 10 regioni, didattica a distanza al 75% in altre.

di Maria C.Ferrara

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