Il Nord Africa mette in lista di preferenza il grano italiano per il proprio “Cus – cus”. Una circostanza che rappresenta una vera e propria notizia se si pensa che in Italia oramai si spalancano le porte al grano di ogni provenienza, in particolare dal Canada e dall’Ucraina, soprattutto per quanto concerne la produzione di pasta su scala industriale.
Il paradosso dunque è che invece il Nord Africa attua un’ attenta politica di importazione del grano proprio perché non si fida degli standard qualitativi dell’Occidente e punta a tutelare – in questo modo – la salute dei propri concittadini. Proprio per questo la scelta ricade puntualmente sul grano italiano, in particolare su quello della Puglia e su quello della Sicilia. Una scelta non casuale e dettata dall’assenza di glisofato che in Italia resta vietato per i raccolti.
In Europa, invece, abbiamo assistito di recente al disco verde per l’uso del glifosato per altri 10 anni. Una notizia non da poco se si pensa che l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro ha inserito la sostanza nella lista dei probabili cancerogeni e genotossici sulla base di alcuni studi
Evidenze che però non convincono l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa), che a luglio scorso aveva dichiarato di non aver riscontrato “aree critiche di preoccupazione” per il rinnovo.
È in questo quadro di recente è stato dato il via libera da parte della Commissione Europea alla proroga per ulteriori dieci anni. La richiesta era stata avanzata da alcuni giganti della produzione di fito-farmaci tra cui Bayer, Syngenta e Nufarm.
L’impiego dell’erbicida, scrivono da Bruxelles, sarà subordinato ad alcune nuove condizioni e restrizioni tra cui “il divieto di utilizzo in pre-raccolta come essiccante e la necessità di adottare alcune misure per proteggere gli organismi non bersaglio”. Nonostante le “euro-rassicurazioni” molte aree del mondo come il Nord Africa non si fidano e scelgono il grano “Made in Italy”