Roma – La scalata al “Colle” entra nel vivo. L’apprezzato discorso di fine anno del Presidente Sergio Mattarella, ormai alla fine del suo settennato, ha ufficialmente “aperto le danze” alla successione.
Alcuni partiti, in particolare Fratelli d’Italia e la Lega, hanno subito messo le mani avanti rispetto ad un Mattarella – bis che potrebbe essere anche una soluzione per consentire a Mario Draghi di completare il suo lavoro alla guida del Governo per la messa in sicurezza del Paese, sia sul piano sanitario che economico, nella ripartenza post – Covid.
Ipotesi, quella del “congelamento” di Mattarella al Quirinale, che non dispiacerebbe, al contrario, ad un’ampia fetta dei protagonisti di questa “partita”, compresa una buona parte dei Cinque Stelle che solo qualche anno fa (2018) chiese addirittura l’impeachment del Presidente, dopo il suo “No” a Paolo Savona. Ma è noto, come oggi, per i Pentastellati tutto vada bene pur di non tornare alle urne.
La sabbia nella clessidra, intanto, corre veloce e per il 24 gennaio è già stata convocata dal presidente della Camera, Fico, la prima seduta comune del Parlamento con la partecipazione dei delegati regionali.
Come arrivano le forze politiche a questo appuntamento?
Come è naturale che sia si “gioca” ancora a carte coperte anche se il centrodestra non fa mistero di avere in Silvio Berlusconi il proprio candidato bandiera. Un’ ipotesi che al di là delle intenzioni non sembra essere realistica se non a partire dalla quarta votazione, quando sarà necessaria la solo maggioranza assoluta dei voti (metà più uno dei votanti) a differenza dei primi tre scrutini in cui occorre la maggioranza dei 2/3.
“Innanzitutto l’urgenza in queste ore – afferma il senatore della Lega, Francesco Urraro – è l’apertura di un tavolo politico sull’emergenza sociale ed economica, soprattutto sull’aumento dei costi energetici. La Lega, nell’impegno incessante per la messa in salute e sicurezza del Paese, sarà comunque determinante per la scelta del Presidente della Repubblica, confidando che sia l’ultimo non eletto direttamente dal popolo italiano”
Resta piuttosto “abbottonato” anche l’onorevole Ettore Rosato, vice presidente della Camera dei Deputati ed esponente di punta di Italia Viva, partito che è stato l’artefice di Mario Draghi alla guida del Governo al posto di Giuseppe Conte. “La priorità resta la messa in sicurezza del Paese – commenta Rosato – Siamo ancora nel pieno dell’emergenza pandemica ed occorre mantenere alta l’attenzione su questo. A metà gennaio ci concentreremo sull’elezione del Presidente della Repubblica. Voglio ricordare gli ottimi risultati che questo governo sta raggiungendo: il salto di qualità compiuto nella gestione delle più importanti criticità di questo difficile periodo storico è evidente”
E’ chiaro che siamo ancora in una fase di studio dove si provano a delineare tutti gli scenari possibili per raggiungere un largo consenso.
Draghi al Quirinale o a Palazzo Chigi? questo l’interrogativo amletico
Il nodo da sciogliere è la scelta di un possibile sostituito di Draghi che appare il candidato naturale per il Quirinale. Un alter – ego che possa tenere unita – con la stessa autorevolezza sia interna che esterna – la maggioranza che sostiene il governo, tenendo conto delle importanti scadenze da ottemperare con particolare riferimento al Pnrr. Su questo crinale le difficoltà non mancano, visto che è noto come Giorgia Meloni, leader di Fdi, con Draghi al Colle, invocherebbe a gran voce elezioni anticipate.
Se invece dovessero prevalere le forze che vogliono trattenere Draghi a Palazzo Chigi – per evitare lo sfaldamento dell’ampia coalizione a sostegno dell’esecutivo – bisognerà trovare un nome che possa mettere tutti d’accordo per l’elezione di un presidente di garanzia, senza provocare lacerazioni profonde tra le forze politiche.
I nomi di Giuliano Amato e Marta Cartabia
In questo caso, in maniera sempre più insistente, si sta facendo largo il profilo di Giuliano Amato, raffinato giurista, ed ex premier di una “sanguinosa” finanziaria che consentì l’ingresso dell’Italia nell’Euro. E’ stato due volte ministro del tesoro, è vicepresidente della Corte Costituzionale, e giudice della stessa. Il nome giusto? Staremo a vedere.Non tramonta poi l’ipotesi “quota rosa” che in questa tornata rappresentata da Marta Cartabia, attuale ministro della Giustizia, che però non sembra “riscaldare” più di tanto.
Il mondo delle PMI chiede stabilità
“Siamo di fronte ad un passaggio strategico per la vita delle nostre istituzioni repubblicane – afferma Tommaso Cerciello, Presidente Nazionale della Conf PMI ITALIA –. Il nostro auspicio è che tutto avvenga senza particolari traumi perché stiamo vivendo un momento storico estremamente delicato che non ci consente di perderci in crisi di vario genere. La ripresa va sostenuta con forza. Siamo fiduciosi che le forze politiche sapranno puntare su profili di grande spessore e competenza per le cariche più alte dello Stato italiano”