“La misura ‘Resto al Sud’ sta subendo forti rallentamenti negli ultimi due mesi. A chi presenta domande arrivano ‘comunicazioni di motivi ostativi’ pretestuose e ostruzionistiche, che il più delle volte si rifanno a una valutazione soggettiva e personale dell’istruttore, piuttosto che a elementi oggettivi. Il tutto in spregio della normativa di riferimento e alle finalità della misura stessa, che è quella di incentivare nuove realtà imprenditoriali, valorizzandone il potenziale umano”. Lo afferma Matteo De Lise, presidente dell’Unione nazionale giovani dottori commercialisti ed esperti contabili.
“Le contestazioni per tenore e contenuto risultano prive di elementi oggettivi di valutazione. In molte occasioni riguardano l’assenza di requisiti soggettivi per l’attività richiesta a finanziamento, laddove non siano neanche richiesti (ad esempio, possesso dei requisiti di impiantistica DM 37/2008 per impresa edile). Altre volte si parla di ‘domande non formulate in sede di colloquio’, che non ci sembra altro che una frase di stile. Inoltre, alcune segnalazioni dei colleghi riferiscono una sorta di ostilità da parte di Invitalia alle richieste di agevolazione pervenute da richiedenti con il supporto del dottore commercialista. Riteniamo molto grave questo modus operandi: il professionista, anziché essere considerato una risorsa per l’intero Paese, sarebbe visto infatti come elemento di “disturbo” e, per qualcuno, reo di comportamenti poco virtuosi. Chiederemo urgentemente un incontro ai vertici di Invitalia per questa e per altre problematiche riscontrate, anche in virtù della nuova ondata di fondi in arrivo grazie all’avvento del Pnrr, nell’ottica di una proficua collaborazione con gli Enti gestori e nel rispetto istituzionale e dei ruoli”.