La salute incerta del Papa alimenta gli scenari per il prossimo Conclave: si cerca una figura di unità. Bergoglio “Vado avanti. Si governa con la testa, non con le gambe”

La salute incerta del Papa alimenta gli scenari per il prossimo Conclave: si cerca una figura di unità. Bergoglio “Vado avanti. Si governa con la testa, non con le gambe”
Marzo 15 00:15 2024 Print This Article

Roma – Le sempre più precarie condizioni di Papa Francesco ripropongono il tema relativo al futuro della Chiesa. Nonostante i continui problemi di salute che lo hanno costretto anche a saltare – negli ultimi tempi – diversi appuntamenti pubblici, il Santo Padre a dispetto dei suoi 86 anni, non è affetto da alcuna patologia grave. Una situazione di incertezza che spinge in tanti a chiedersi se il Papa abbia ancora voglia di proseguire il suo alto magistero pietrino. Una questione che  tra l’altro lo stesso Bergoglio ha affrontato, puntualizzando che andrà avanti fino a quando le forze lo sosterranno. “Si governa con la testa non con le gambe “. Ha ripetuto in più di un’ occasione: le dimissioni, insomma, restano un’ eccezione.

LE POSIZIONI DEL PAPA DEFINITE ERETICHE

Certo è che gli ambienti più ostili al Papa “tifano” per un nuovo Conclave da celebrarsi quanto prima. Un sentimento avverso che si è alimentato nel tempo a causa non solo di alcune decisioni del Papa di rendere la Chiesa quanto più trasparente nella sua gestione e più “povera” nella sua forma esteriore, ma soprattutto a causa di sue posizioni estremamente progressiste, tanto da essere definite da alcuni addirittura eretiche

Tra queste, la dichiarazione che le coppie omossessuali si possono benedire, secondo l’ultimo orientamento di “Fiducia supplicans”. Una posizione che è stata bollata come “blasfema” da parte del cardinale Gerhard Ludwig Muller, mentre l’ex Nunzio degli Stati Uniti Viganò si è spinto fino definirlo come “Servo di Satana”.

MA RISPETTO AD UN IPOTETICO TOTO CONCLAVE, QUALI SAREBBERO LE POSIZIONI?

In premessa, va evidenziato come il vecchio continente sia ancora significativo. L’Europa, infatti, ad oggi, conta su 48 cardinali elettori, il nord America 16, il centro America cinque, il sud America 15 (il continente americano nel suo complesso, 36); l’Africa 16, l’Asia 21, l’Oceania tre.

La componente italiana – a livello nazionale – resta quella maggioritaria (16 cardinali), sia pure con numeri risicati. Certo non vi è al momento alcuna personalità di spicco che si ponga in maniera decisa al di sopra gli altri. Tra i profili di maggiore personalità abbiamo il Segretario di Stato, il cardinale Pietro Parolin, diplomatico di lungo corso, stimato a livello internazionale. All’interno della conferenza episcopale per ora sembra emergere solo il nome di Matteo Zuppi.

Dall’Asia, invece, il cardinale Luis Antonio Tagle, ex arcivescovo di Manila, chiamato dal Papa a guidare la Congregazione per l’Evangelizzazione dei popoli (Propaganda Fide, oggi diventato il dicastero per l’Evangelizzazione) e Caritas internationalis, appare una figura dal forte carisma, uno dei leader più in vista della Cchiesa universale, proveniente  dall’unico vero polmone cattolico dell’Asia, le Filippine

Negli Stati Uniti, area del mondo tra le più ostili al Papa visto che in tanti non condividono le sue aperture, vede tra i cardinali conservatori più solidi, Timothy Dolan, arcivescovo di New York e Daniel Di Nardo, arcivescovo di Glaveston-Houston.

Tra quelli più vicino a Bergoglio spiccano troviamo i cardinali Blase J. Cupich, arcivescovo di Chicago, Wilton Gregory, il primo cardinale afroamericano, arcivescovo di Washington, e James Tobin, arcivescovo di Newark.

Quello che è sicuro è che per il prossimo Conclave, la Chiesa ha bisogno di un profilo che possa essere di forte unità dopo i gravi scandali e scossoni che l’hanno colpita, oltre che ad una frattura sempre più profonda tra progressisti e tradizionalisti

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