La crisi del grano: l’Italia sempre più dipendente anche per “il suo pane quotidiano”. Occorre invertire la rotta per un Paese più autosufficiente, puntando sulle filiere locali

La crisi del grano: l’Italia sempre più dipendente anche per “il suo pane quotidiano”. Occorre invertire la rotta per un Paese più autosufficiente, puntando sulle filiere locali
Agosto 08 16:01 2022 Print This Article

La guerra in Ucraina “mette a nudo “l’Italia: un Paese che dal punto di vista energetico ed alimentare si scopre fortemente dipendente dagli altri e non autosufficiente.

Anche per l’approvvigionamento di materie prime, come il grano, emerge un grave “nervo scoperto”. È questa la conseguenza di scelte che hanno sempre favorito le grandi lobby straniere a discapito del prodotto italiano, a danno non solo della qualità, ma anche del tessuto economico interno con aziende del territorio in profonda crisi, le cui potenzialità – in questi anni – sono state sempre mortificate con l’assenza di qualunque forma di tutela del grano italiano e della la sua filiera.

Gran parte del fabbisogno nazionale – da anni -è colmato dalle importazioni dall’Ucraina e dal Canada. In questi mesi l’import da parte di quest’ ultima ha avuto un ulteriore impulso, considerato il blocco che ha investito le navi ucraine che però proprio in questi giorni si sta avviando ad una risoluzione, dopo il lungo impasse.

In questo ultimo periodo siccità ed aumento generale dei costi hanno reso sempre meno appetibile investire in questo comparto. Di seguito le valutazioni di diversi esperti del settore.

UNCI AGROLIMENTARE: INTERVENIRE SULLA FILIERA

Gennaro Scogliamiglio – Presidente di UNCI AGROALIMENTARE

Molte associazioni e organizzazioni del comparto agroalimentare, come UNCI AGROALIMENTARE (aderente a Conf PMI ITALIA), presieduta da Gennaro Scogliamiglio, sottolineano l’irrazionalità delle politiche condotte fino ad ora con il grano italiano sempre segnato da una bassa valutazione che solo in questi ultimi mesi di maggiore scarsità ( a causa della mancanza del grano ucraino) ha conosciuto un rialzo. Il grano è stato sempre abbandonato a favore di altre colture e la sua produzione resa poco conveniente a causa di condizioni generalmente sfavorevoli. In particolare, a giocare contro sono sempre stati gli alti oneri energetici, come  il carburante agricolo (che ultimamente ha conosciuto ancora un picco) ed un costo del lavoro sempre vertiginoso, che hanno di fatto annullato anche il vantaggio per i produttori del recente miglioramento del prezzo.

È necessario ottimizzare i costi– afferma Gennaro Scogliamiglio – stiamo provando ad incentivare il made in Italy con modelli di filiera in Puglia, Campania, e Sicilia. E’ necessario ampliare il credito d’ imposta ed al tempo stesso ridurre il cuneo fiscale

L’INIZIATIVA DEL CONSORZIO PER IL MEZZOGIORNO (aderente a Conf PMI ITALIA)

  • sulla spinosa vicenda interviene anche Antonio Caserta, Presidente del Consorzio per il Mezzogiorno che analizza le distorsioni del mercato italiano che danneggiano il grano autoctono nonostante il suo altissimo valore qualitativo

Il mercato italiano si caratterizza – dichiara Caserta – per la sua asimmetria funzionale, tra il mondo agricolo e quello dell’industria agroalimentare che produce danni e distorsioni inenarrabili. Coltiviamo e produciamo sul suolo nazionale, grani di elevata qualità che non solo basterebbero a soddisfare la domanda interna, ma che di fatto danno vita a prodotti di eccellenza riconosciuti unanimamente in tutto il mondo, sotto il brand quality “Made in Italy” concettualmente fallito, grazie alla mancanza di etica delle nostre aziende di trasformazione agroalimentari, ed alla loro spasmodica patologia di aumentare sempre di più i profitti, a discapito della qualità. Ricordo a me stesso, che noi siamo italiani, e non cinesi! Il nostro quoziente di mercato globale, si attesta tra l’8% ed il 10% degli scambi di prodotti agroalimentari e nel caso di specie, prodotti da forno e pasta, per cui 12 volte la popolazione italiana! Essere “nicchia” eleva di merito il posizionamento del prodotto in termini di valore economico e valore identitario”.

  • Lo stesso Presidente Caserta annuncia la prossima iniziativa congiunta con Conf PMI ITALIA finalizzata alla maggior tutela del prodotto agroalimentare italiano
A dx Antonio Caserta – Presidente Consorzio Per il Mezzogiorno

Il Consorzio per il Mezzogiorno, sta promuovendo il marchio “Best Italy” che connota di fatto i valori espressi in precedenza. Per cui con il Presidente Tommaso Cerciello di Conf PMI ITALIA, avvieremo da settembre le idonee azioni per il riconoscimento in ambito Comunitario della Commissione Europea, del brand quality “Best Italy” che servirà di merito a proteggere l’identità e la qualità  del nostro export food, italiano, da ogni azione in danno”.

CONSORZIO SEEDSICILY (aderente a Conf PMI ITALIA), FRANCESCO RUBINO: “TUTELARE IL NOSTRO GRANO SIGNIFICA TUTELARE LA SALUTE”

  • Francesco Rubino, produttore cerealicolo del Consorzio SeedSicily testimonia quanto accade in Sicilia.

“Il nostro grano è sempre stato molto bistrattato – evidenzia Rubino, produttore cerealicolo del Consorzio SeedSicily – e tutto questo nonostante il suo alto valore. In Italia invece si fa di tutto per favorire i grandi interessi industriali con una politica di abbattimento indiscriminato del prezzo, anche a discapito della salute. È risaputo come sia stato sempre favorito il grano proveniente dal Canada, sebbene sia carico di glifosato e micro-tossine – sostanze cancerogene – perché non gode delle nostre stesse condizioni climatiche e trebbiato anche d’ inverno: tutto questo avviene nel pieno silenzio di tutti. E’ necessario un cambio di mentalità che metta al centro non solo il profitto, ma il benessere dei cittadini. Ecco che solo la logica del prezzo non può essere l’unica e sola. I nostri grani sono eccellenti e biologici: incentivarne e sostenerne la produzione, in particolare quella locale, significa anche nel lungo periodo ridurre i costi sanitari, perché si contengono i rischi che derivano dall’utilizzo di grani provenienti da altre nazioni, ma carichi di sostanze nocive. Se non si migliorano le condizioni per i produttori è chiaro che saranno sempre spinti ad investire i loro terreni per impianti fotovoltaici”.

Conf COLTIVATORI (aderente Conf PMI ITALIA), GIORGIO AMELIO (PRESIDENTE): SE NON SI DETERMINO LE CONDIZIONI ESSENZIALI NESSUNO INVESTIRÀ NEL GRANO DURO

A dx Giorgio Amelio, Presidente Conf COLTIVATORI

Se non si determineranno le giuste condizioni nessuno investirà nel grano duro – afferma Giorgio Amelio, Presidente di Conf COLTIVATORI  – prendiamo la Calabria: fin quando la problematica dei cinghiali – che danneggiano le colture – non sarà risolta chi volete che investa? Anche i bandi di finanziamenti servono a poco, perché al massimo si comprano i semi ma poi non si avrà l’incentivo per la coltivazione. Inoltre bisognerà agire in maniera decisa sulla riduzione dei costi

L’IMPEGNO DELLA CONF PMI ITALIA, IL PRESIDENTE NAZIONALE CONFEDERALE, TOMMASO CERCIELLO: L’UNIONE FA LA FORZA

Tommaso Cerciello, Presidente Nazionale Confederale Conf PMI ITALIA

Come Conf PMI ITALIA non staremo a guardare – afferma Tommaso Cerciello, Presidente Nazionale di Conf PMI ITALIA – si tratta di una questione estremamente vitale. Occorre un’ inversione di rotta sulle politiche agricole: è necessario sostenere le nostre colture, in particolare il grano, ed elevare i parametri di qualità per i prodotti di importazione. Dobbiamo batterci in tal senso anche in sede Comunitaria. Dall’altro canto, de è questa l’altra parte del nostro impegno, vanno favorite tutte le iniziative di sinergia tra i nostri produttori affinché possano resistere meglio alle dinamiche di un mercato sempre più globale e spietato

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