Napoli – Catello Maresca, con un progetto civico si candida all’elezione a primo cittadino di Palazzo San Giacomo. Già sostituto procuratore della Repubblica presso la direzione DDA di Napoli è docente di Diritto e Legislazione antimafia presso l’Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli.
–Dopo una lunga e proficua carriera in Magistratura, decide di candidarsi a Sindaco di Napoli perché?
-La spinta e l’energia di tanti amici che già mi accompagnavano nella mia esperienza di impegno civico sul territorio, mi hanno fatto capire che era arrivato il momento di scendere in campo per il bene di Napoli. Ho rinunciato alla mia carriera per amore della mia città perché i napoletani meritano di più. L’ho fatto con il cuore e senza paura, come recita lo slogan della mia campagna elettorale. Voglio continuare a servire lo Stato dando risposte concrete ai problemi dei cittadini.
–La Sua lista è prettamente civica con dei valori rappresentati anche in Parlamento , quali sono i criteri che ha adottato per la scelta dei candidati e i principali obbiettivi di programma.
-Sono orgoglioso della mia squadra, fatta di uomini e donne di valore che rappresentano le migliori espressioni del territorio. Professionisti affermati e competenti, servitori dello Stato come me che hanno fatto della lotta alla criminalità organizzata una ragione di vita. Con loro mi prenderò cura di Napoli, a partire dal rispetto delle regole. Tra le nostre priorità la riorganizzazione della macchina comunale, la manutenzione di verde e strade, il rafforzamento della sicurezza, il potenziamento dell’illuminazione pubblica. Le nostre liste rappresentano il vero cambiamento.
–Napoli è una città con un tessuto sociale contrastante, da una velocità diversa dalle altre città,quali sono le proposte per gli aiuti al terzo settore.
-Stiamo lavorando a un progetto rivoluzionario che tenga conto delle reali esigenze dei napoletani, e permetta loro di poter scegliere non solo i servizi di cui hanno bisogno, ma anche gli operatori che li erogano. Basta con i soliti piani di welfare clientelari propinati negli ultimi anni dalla sinistra. Le famiglie di Napoli saranno libere di scegliere con trasparenza.
–L’economia partenopea ha due dimensioni forti,l’economia turistica creata dalla sua cultura e l’economia industriale con le infrastrutture,come possono cooperare, pur avendo direzioni e obbiettivi diversi.
-Napoli è una città di mare, capitale del Mediterraneo, ma i napoletani non possono goderne. Una risorsa che può fare da collante tra la dimensione turistica e quella industriale. Siamo al lavoro per recuperare e riqualificare il litorale da San Giovanni a Teduccio, a Bagnoli, passando per Nisida, luogo che il mondo ci invidia. Daremo una spinta allo sviluppo del territorio, all’occupazione e al turismo puntando sulla nostra costa.
–In vista del PNRR e transizione energetica, il comparto offshore ha necessità di una visione lungimirante. Lo confermano le dichiarazioni del Ministro Patuanelli sul piano per la transizione energetica sostenibile delle aree idonee, anche se non rassicurano gli imprenditori del comparto offshore napoletano. Altro argomento farraginoso è la costituzione delle Zes, il confronto con Salerno non consente opzioni, ed è necessario un salto di qualità. Quali le iniziative che intende affrontare.
-Per attuare le riforme del Pnrr bisogna necessariamente uscire dall’isolamento e ripartire dal dialogo istituzionale, che fino ad oggi è mancato. Abbiamo già avviato una proficua interlocuzione con il governo nell’interesse di Napoli. Favoriremo investimenti privati nel porto di Napoli, per trasformarlo da zona di transito ad area di produzione che faccia tornare Napoli capitale del Mediterraneo.
–Tempo fa, Lei ha dichiarato che vorrebbe candidare Napoli ad ospitare la BERS, la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo, una delle istituzioni finanziarie internazionali che opera in Europa per favorire riforme economiche e strutturali. Negli ultimi decenni finanza ed economia si sono avviate ad un approccio più “glocal” in cui la digitalizzazione fa da acceleratore per l’internazionalizzazione. Quali le iniziative che intende adottare.
-Noi crediamo che se cresce Napoli cresce una nuova Europa del Mediterraneo, dove la nostra città può recuperare il ruolo storico di capitale non solo culturale, ma anche di sviluppo. Grazie al dialogo già avviato nelle scorse settimane con i ministri dell’attuale governo, stiamo già creando le condizioni per digitalizzare la macchina comunale, snellire i regolamenti del Comune, e attuare normative capaci di aiutare le imprese. Tra i principali ostacoli che deve affrontare un’impresa in Italia e a Napoli, ci sono le difficoltà a ottenere credito, tasse e contributi elevati, la lentezza della giustizia, la burocrazia appunto. Ma sono solo la punta dell’iceberg: la svolta digitale, le opere pubbliche, i tempi di svolgimento degli appalti, l’emergenza occupazionale per giovani e donne sono obiettivi imprescindibili se si vorrà avviare una vera ripresa. E bisogna evitare che le imprese in questa fase di ripartenza, si ritrovino strangolate da adempimenti fiscali e mutui. È una pericolosa slavina.
–Il tema cultura si associa al turismo,centro storico e zone limitrofe dimostrano che Napoli è città viva, quali le proposte.
-Immagino una Napoli attrattiva tutto l’anno che accolga i grandi eventi dello sport, della musica, della danza. Sarà la leva per mettere un freno al turismo mordi e fuggi e promuovere quello di qualità. Con un patrimonio di bellezze che non ha nulla da invidiare agli altri, Napoli apre le porte dei suoi musei molto meno delle altre città europee: il Museo del Prado è aperto 69 ore a settimana, il Louvre 48, il Pergamon, uno dei più importanti musei archeologici, e i musei statali di Berlino 48-50 ore, il Museo dell’Acropoli di Atene in alta stagione, ben 70 ore alla settimana. La media di ore di apertura settimanali per ogni sito museale di Napoli invece è di appena 32,50. È tempo di invertire la rotta.
–Identifichi alcuni punti del programma che connotano la Sua candidatura.
-Gli obiettivi che voglio realizzare sono sintetizzati nel mio programma in dieci punti: serve mare, serve sicurezza, serve lavoro, serve cultura, serve verde, serve turismo, serve efficienza, serve innovazione, serve coraggio, serve impegno. Con il cuore, senza paura. Ripartire da qui per restituire dignità a Napoli e ai napoletani.
di MC Ferrara