(Adnkronos 29.12.2020)”Provo grande preoccupazione per le nuove regole europee sui crediti in default che entreranno in vigore il prossimo Igennaio”. Così, all’Adnkronos, il segretario generale di Unisin/Confsal Emilio Contrasto commenta le nuove definizioni di default che entreranno in vigore dal 2021.
“Ancora una volta — spiega — le banche italiane devono sottostare a norme assolutamente stringenti, imposte da autorità che non conoscono la realtà del nostro Paese. Si tratta di regole che limitano la normale discrezionalità che, invece, le stesse banche dovrebbero avere nella gestione della propria clientela. E saranno proprio i clienti a pagare caramente per l’ennesima forzatura voluta dall’autorità di vigilanza europea con il beneplacito della politica italiana”. La politica intervenga per bloccare introduzione regolamentazione’ — Come ricorda Contrasto, “se con il nuovo anno si supererà la soglia di 100 euro in caso di clientela privata ovvero di 500 euro per le imprese e l’ 1% della esposizione complessiva per oltre 90 giorni (180 in caso di alcune amministrazioni pubbliche) l’esposizione dovrà essere considerata automaticamente in default con tutte le conseguenze connesse a tale stato, comprese le segnalazioni alla centrale dei rischi ed il conseguente blocco degli affidamenti su tutto il sistema bancario”.
“A oggi — continua il segretario generale del sindacato — salvo rari casi non ci risulta che le banche abbiano dato adeguata informativa di tale nuova regolamentazione alla propria clientela e, soprattutto, ai propri dipendenti che dal 1 0 gennaio dovranno, come sempre da soli, affrontare l’ennesima emergenza, in questo caso legata alle nuove normative di emanazione europea. Detta nuova regolamentazione — continua Contrasto — appare in definitiva ancora più grave e ingiustificabile in considerazione del difficilissimo momento che stiamo vivendo a causa della pandemia e delle conseguenti difficoltà economiche che il Covid19 sta determinando per le famiglie e le imprese.
Chiediamo pertanto un intervento della politica volto a bloccare l’introduzione di questa nuova regolamentazione europea a tutela delle famiglie, delle imprese e dei lavoratori del credito lasciati ancora una volta da soli in trincea per gestire l’ennesima emergenza”, conclude il segretario.