Emergenza Coronavirus, si pensa alla ripartenza: le misure del governo non convincono le piccole e medie imprese. Tommaso Cerciello, presidente nazionale Conf PMI ITALIA “Ci aspettiamo iniziative rapide ed efficaci per accompagnare le imprese fuori dalla crisi”

Emergenza Coronavirus, si pensa alla ripartenza: le misure del governo non convincono le piccole e medie imprese. Tommaso Cerciello, presidente nazionale Conf PMI ITALIA “Ci aspettiamo iniziative rapide ed efficaci per accompagnare le imprese fuori dalla crisi”
Aprile 20 18:50 2020 Print This Article

La crisi economica che sarà generata dal Coronavirus, rischia di essere più disastroso del virus stesso. Non siamo di fronte ad una profezia di Cassandra,  ma semplicemente  la cruda realtà. Del resto, il Fondo mondiale economico ha già annunciato il crollo del Pil italiano del 9 per cento, mentre per il 2021 ci attenderà solo una lieve ripresa. Alcuni settori, in particolare, saranno penalizzati più degli altri. E’ il caso del settore turistico le cui proiezioni evidenziano, per quest’ anno, almeno 9 mesi a fatturato zero o prossimo allo zero.

Anche con la ripresa delle attività, alberghi, ristoranti, e stabilimenti balneari, vedranno il ritorno alla normalità in maniera molto lenta e difficile.

Tutto questo, nonostante il turismo rappresenti per l’Italia un settore trainante per l’intera economia. Ecco perché è necessario prevedere interventi di sostegno molto robusti. Secondo alcuni studi, occorreranno almeno tre anni per sperare di tornare ai livelli di profitto ante – epidemia.

Nonostante i provvedimenti annunciati dal governo, le perplessità delle imprese restano tante. Molte delle misure, infatti, non convincono. Troppo farraginose, con procedure lente, e conseguenze che si ribaltano in modo eccessivamente oneroso sulle spalle degli imprenditori, tanto che qualcuno ha sussurato “ E se questi sono aiuti…”

Entrando nello specifico, non convince, ad esempio, il prestito con garanzia da parte dello Stato. I fondi per garantire liquidità non vengono, infatti, affidati direttamente alle aziende, ma sono favorite le banche creando, di fatto, un meccanismo di indebitamento a loro carico. L’ammortamento è previsto in sei anni, mentre sarebbe stato opportuno un periodo almeno decennale. Altro aspetto, è costituito dalla lentezza e dalla complessità delle procedure, tanto che fino ad ora, nulla di concreto si è visto.

dottor Tommaso Cerciello, presidente nazionale Conf PMI ITALIA

Siamo di fronte ad un’ emergenza epocale che rischia di far saltare completamente il nostro sistema delle imprese. – afferma il presidente nazionale della Conf PMI ITALIA, Tommaso Cerciello – Pur considerando il difficile momento e tutta la complessità nell’articolare una risposta efficace, riteniamo che anche il decreto liquidità possa essere certamente migliorato. In particolare, riteniamo che più che indebitare l’imprese con altri prestiti bisogna prevedere misure a fondo perduto, soprattutto per quelle aziende che per la loro natura hanno dovuto completamente bloccare la loro attività, non potendo accedere ad alcuna forma di smart work. E’ il caso, ad esempio dell’intero comparto turistico. Ad oggi, nessun intervento è stato concretizzato, ma nel frattempo i costi fissi corrono ancora. A tal riguardo, ci saremmo aspettati un intervento, ad esempio, di sospensione delle bollette o di sostegno su alcuni costi che pesano su molte di queste imprese che restano, per ora, ancora inattive”. Lo stesso Cerciello  si esprime sul dibattito circa la “fase 2”.  “Appena ce ne sarà la possibilità sarà importante ripartire, ma in piena sicurezza e con protocolli chiari e uniformi per tutti. – continua Cerciello – Al tempo stesso è evidente che soprattutto nei primi mesi l’attività, soprattutto nel settore turistico sarà molto lenta. La stessa stagione estiva è ormai seriamente compromessa. Proprio per questo, come Confederazione PMI ITALIA, chiediamo un forte intervento pubblico affinché si possa accompagnare questo comparto, fino alla prossima stagione, quella del 2021, senza lasciare per strada troppe imprese che vorrebbe dire perdere tanti posti di lavoro

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