Il comparto agricolo italiano è in piena crisi, schiacciato tra disinteresse e globalizzazione. Tommaso Cerciello, presidente nazionale Conf.PMI ITALIA “Proviamo a rilanciare il settore con maggiori servizi per gli operatori, ma occorrono tutele concrete sul piano legislativo”

Il comparto agricolo italiano è in piena crisi, schiacciato tra disinteresse e globalizzazione. Tommaso Cerciello, presidente nazionale Conf.PMI ITALIA “Proviamo a rilanciare il settore con maggiori servizi per gli operatori, ma occorrono tutele concrete sul piano legislativo”
Marzo 15 22:10 2019 Print This Article

Il comporto agro – alimentare italiano vive un momento di profonda crisi. Sono ormai tanti gli operatori del settore, piccoli e grandi, che chiudono sempre più frequentemente i battenti perché “messi all’angolo” dai rigori della crisi, da un sistema che non sostiene a pieno le tipicità, e da un mercato globale interessato solo ed unicamente all’abbattimento dei costi, senza alcuna attenzione alla qualità.

Sebbene siano tanti gli appelli, formulati da più parti, che invocano interventi sostanziali per rimettere il settore nuovamente in linea di galleggiamento, gli stessi restano per lo più inascoltati. Tra i soggetti che negli ultimi mesi si sono segnalati per un particolare dinamismo, vi è senza dubbio la Confederazione PMI ITALIA presieduta da Tommaso Cerciello.

La crisi del settore Agricoltura – afferma Cerciello – è sotto gli occhi di tutti. Non si può assistere a questo declino. Occorre mettere in campo azioni efficaci affinché il comparto possa essere all’altezza delle sfide dei nostri tempi, ma è necessario un quadro normativo che tuteli in maniera più attenta i nostri prodotti agricoli, che pur eccellendo in qualità, il più delle volte sono aggrediti da pratiche speculative, senza che alcuno muova un dito”. Cerciello si mostra estremamente preoccupato soprattutto in relazione allo “stato di salute” di alcune colture. “Penso alle coltivazioni di clementine e di arance in Calabria e in Sicilia o alle nocciole in Campania. Si tratta di prodotti di eccellenza che molto spesso vengono, volutamente, lasciati marcire, piuttosto che raccolti a causa dell’anti – economicità del mercato che subiscono i nostri operatori nazionali – osserva lo stesso Cerciello – . Di fatto, vengono favorite colture concorrenti provenienti dai Paesi del Nord Africa e dalla Turchia  più vantaggiose sul piano dei prezzi, ma di qualità inferiore che possono far leva su manodopera a basso prezzo e dall’assenza di limitazioni e controlli, di vario tipo, da parte dell’Unione Europea. Un sistema iniquo che non tutela le nostre produzioni ed a cui va posto rimedio”. E non a caso la Confederazione sta favorendo, soprattutto nei confronti di quanti hanno abbandonato colture giudicate improduttive e svantaggiose,  una riconversione dei terreni attraverso l’investimento in piantaggioni di mandorleti della filiera italiana. “Stiamo favorendo – continua Cerciello – questo tipo di investimento perché le mandorle hanno un’ alta redditività e necessitano di costi di gestione bassi

Fornire nuovi e migliori servizi agli operatori economici: è questa, dunque, la mission che si intende portare avanti. In tal senso il Contratto collettivo nazionale Agricoltura e floroviviaismo, floricoltura, forestale e manutenzione giardini, operai agricoli e florovivaisti, firmato lo scorso novembre, proprio dalla Confederazione PMI ITALIA insieme ad altre organizzazioni datoriali e sindacali, tra cui FNA/Confsal, punta a migliorare le condizioni generali del comparto e dei suoi operatori con maggiori garanzie e tutele, senza perdere nulla sul piano della competitività.

Altro servizio pronto a partire è quello relativo ai corsi preparatori per ottenere l’autorizzazione (il cosìddetto patentino) per l’acquisto e l’utilizzo dei prodotti fitosanitari (Agrofarmaci e Fitofarmaci) classificati come tossici e nocivi, rilasciati previo un esame previsto da ogni Dipartimento regionale dell’ Agricoltura servizio Fitosanitario regionale e lotta alla contraffazione. I corsi preparatori sono tenuti nelle sedi della Confederazione dal consulente agrario, dottor Francesco Arancio Rubino unitamente ad un medico e a un tutor.

Ed ancora, la convenzione con Consorzio Agro – alimentare per il Mezzogiorno che sostiene le imprese meridionali del settore a piazzare i propri prodotti nei grandi circuiti distributivi.

Altra significativa iniziativa è stata l’istituzione dell’Accademia a Tutela del Gusto Italiano che rilascia un bollino A.T.G.I., certificando gli alti standard qualitativi e l’italianità, dopo il rigido protocollo di verifiche e di controlli eseguito sia dall’organismo “Quasiora”, interno all’università della Calabria, sia  del laboratorio Check lab srl, convenzionato con cinque università, accreditato da Accredia.

Di recente si è concluso anche il corso di formazione “Sul benessere animale”, erogato dalla sede territoriale di Alife (Ce) ai dipendenti della Cirio Società Agricola (gruppo Benetton), in Piana di Monte Verna (Ce), ha evidenziato la necessità di colture di qualità anche in funzione di migliori condizioni degli animali.

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