CONF.A.I.L -F.A.I.SA, continua la deriva anti-democratica

CONF.A.I.L -F.A.I.SA, continua la deriva anti-democratica
Novembre 16 03:14 2025 Print This Article

Le notizie che circolano su diversi organi di stampa in merito agli emendamenti alla legge di bilancio presentati dalla maggioranza di governo, raccontano dell’introduzione di nuove e ulteriori restrizioni al diritto di sciopero.
In particolare, le nuove regole colpiscono il settore dei trasporti, un settore che già oggi
è sottoposto a limiti tra i più rigidi d’Europa.

Per dimostrare quanto questo governo ci tenga alla libertà e alla democrazia, si è pensato di obbligare i lavoratori a dichiarare con sette giorni di anticipo l’adesione ad uno sciopero, adesione irrevocabile, con lo scopo dichiarato di far sì che, nel giorno dell’astensione dal lavoro, i datori di lavoro obblighino coloro che hanno scelto di non scioperare a coprire i turni dei colleghi che hanno scelto di sacrificare il proprio
stipendio per i diritti di tutti.

Dopo la Commissione di Garanzia, che, con dubbia imparzialità, aveva di recente unilateralmente modificato le regole che già in modo rigido limitano la libertà di sciopero, il governo ha ben pensato di attentare alla Costituzione con un provvedimento il cui effetto non può essere altro che la completa sterilizzazione del diritto allo sciopero.

Per non parlare del pericolo di formazione di vere e proprie liste di proscrizione elencanti i lavoratori aderenti alle azioni di protesta del che, in un paese incapace di risolvere la piaga del caporalato, non si sente affatto il bisogno. L’esercizio del diritto di sciopero nei trasporti è regolato, e, a nostro parere, già fortemente limitato, dalla Legge 146/1990 e, come già accennato, ulteriormente
compresso dai provvedimenti della Commissione di Garanzia.

Questo sindacato non è mai stato schierato politicamente, ritenendo che le corrette relazioni tra datore e lavoratore facciano parte di un sistema da cui devono scaturire vantaggi per entrambe le parti, e le ingerenze di una certa politica possono fare solo
danno.

Ci vediamo costretti, pertanto, ad invitare con decisione i proponenti l’emendamento riguardante il diritto dallo sciopero a ritirarlo e ad operarsi, invece, ad avviare un rilancio del Paese e della sua martoriata economia in modo da favorire, da parte delle
aziende, l’adeguamento delle retribuzioni, il rinnovo dei contratti in tempi rapidi e il raggiungimento di condizioni di lavoro e sicurezza degni di un Paese che di tutto ha bisogno tranne che di attentati alla democrazia, al diritto al dissenso e alla libertà di
espressione

di comunicazione di stampa

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