I pericoli della globalizzazione ai tempi della pandemia e la nuova economia di “lavoratori – imprenditori”

I pericoli della globalizzazione ai tempi della pandemia e la nuova economia di “lavoratori – imprenditori”
Ottobre 10 17:28 2020 Print This Article

Sotto l’ombra della pandemia stanno avvenendo anche grandi modificazioni sul terreno politico, nei rapporti internazionali, nel terreno economico,nei sistemi produttivi, ed anche in campo ambientale. In campo internazionale lo scontro degli Stati Uniti, con l’attuale Presidente avverso  alla Cina sta ai vertici, e, d’altro canto, motivato. La Cina non tutela i lavoratori, ha minimi salari, costi di produzione  bassissimi, quindi invade i mercati mondiali, ha invaso gli Stati Uniti, almeno: li invadeva, in quel Paese merci indiane e cinesi diluviano, la globalizzazione, tanto proclamata dai cinesi, è l’invasione globale, mondiale della Cina. 

 

Oggi la multinazionale decisiva del pianeta è la Cina, che oltretutto colonizza quasi interi continenti, come l’Africa, costituendo un rischio prossimo all’Europa, all’Italia in specie: demografia africana ed economia cinese possono sommergerci. Il mercato globale è inevitabile, ma una globalizzazione squilibrata deve essere frenata.

Se un Paese esporta massimamente ed importa al minimo non c’è multilaterismo planetario, oltretutto in concreto la Cina commercia e domina i mercati anche a fini di dominio politico, a differenza della opinione corrente, la Cina non usa la politica per fini economici, usa l’economia per fini politici di dominio mondiale completo ossia propagazione del sistema illiberale. Si veda a riguardo il saggio di Giulio Terzi di Sant’Agata(Rivista di Studi Politici Internazionali appena uscito). Occorre pertanto ristabilire situazioni di potenza, non illudersi della presunta convenienza delle relazioni commerciali con la Cina. E gli Stati Uniti, al presente, sono infervorati contro la Cina.

 

Vi sono due evenienze problematiche, oggi, per l’Occidente,  la Cina che compie l’attacco all’esterno, all’interno la modificazione dei sistemi produttivi. Informatica, la digitalizzazione, la robotica, l’ Intelligenza Artificiale, lo Smart Working, la Green Economy, la vendita Online, le energie alternative per diminuire l’inquinamento – di recente si considera l’idrogeno ma vi sono fedeli dell’energia atomica – ebbene queste situazioni nuove cambieranno la società, le società, e la nostra vita sociale. Aggiungo la possibilità, con tecnologie sempre più avanzate, di poter diventare imprenditori in prima persona, con uno strumento “casalingo”. 

 

Da anni scrivo sul “lavoratore imprenditore” come nuova figura sociale, individuale e collettiva, impresa di lavoratori. Ma veniamo agli effetti dei  cambiamenti. Il peggiore sarebbe l’espansione economica e politica della Cina e l’invasione demografica esterna. Messi insieme, i due fenomeni, ci annienterebbero. Qualcuno, a riguardo, accusa il sovranismo, è un termine spregiativo perchè non si ha il coraggio di affermare che non di sovranismo occorre parlare ma di sovranità, ed un popolo assoggettato economicamente e invaso demograficamente perde la sovranità! Sulle modificazioni tecnologiche (Smart Working, Green Economy. Vendita Online, autoimprenditorialità, robotica, Intelligenza Artificiale, ed anche energie alternative, risanamento ambientale..) dico soltanto  che se non vi è un progetto che consideri gli effetti di tali mutamenti sull’occupazione e si crede di risolvere la disoccupazione di massa con redditi senza lavoro sarebbe la catastrofe. Inoltre: se si ritiene di far sopportare la disoccupazione e sottoccupazione perchè si usa il virus come scusante: “C’è la disoccupazione perchè bisogna tutelare la salute!”, avremmo una vera macchinazione antisociale con effetti micidiali anche mentalmente. Da aggiungere il tentativo di isolare gli individui (distanziamento sociale, uso casalingo dell’informatica, divieto di assembramento, panico del contagio), che merita una rilevazione peculiare. In sostanza, sotto l’ombra della pandemia si compiono azioni torbide, malavita, Cina, immigrazioni, isolamento, crollo delle imprese, del turismo, disoccupazione di massa campeggiano, e poiché dobbiamo temere il Virus non abbiamo attenzione ai virus economico – demografici e politici. Il Virus attrae l’attenzione e distrae l’attenzione. Il vero drammatico evento non è la Pandemia, è l’utilizzazione che se ne fa da parte di Governi e Stati, il nostro tra i primi utilizzatori della distorsione dello sguardo, il Virus al posto dei virus economico sociali. Che fare? Innanzi tutto cogliere l’inganno, bastano le cifre, le morti per Covid, sono, se lo sono per Covid, le più bassa di tutte, ripeto: di tutte le altre malattie, cifre ufficiali, ed a livello mondiale stanno allo 01,0101. 

 

In Italia siamo passati dal 4,5 allo 0,5. Sono cifre non vociferazioni. Questo per la malattia, quasi niente. Per tumori, malattie cardiovascolari, droga ogni giorno ne muoiono assai di più, ma poichè non se ne dice è come se non esistessero morti per altre malattie.

Veniamo all’economia: il datore di lavoro può non trovare conveniente proseguire l’impresa perché gli mancherebbe il profitto remunerativo del suo capitale, in tempi di crisi, i lavoratori potrebbero fare loro impresa senza pretendere un super profitto, lavorando al di là del lavoro normale sindacalizzato pur di mantenere in vita l’impresa, è una delle ipotesi; altra ipotesi, un accordo tra datore di lavoro e lavoratori per il mantenimento dell’impresa: se il capitalista deve rinunciare a parte del profitto rinunci, i lavoratori a parte del salario, se bisogna lavorare di più si lavora di più, si vada oltre la corrente concezione “lavorare meno, lavorare tutti”, occorre lavorare di  più o di meno a seconda  delle evenienze. E’ l’impresa pattizia o impresa a fisarmonica: potenziare i lavori socialmente utili, ovviamente, ed utilizzare a fini sociale innovazioni, Smart Working, vendita Online, Green Economiy. Intelligenza Artificiale 

Che intendo per “fini sociali”? Che se, poniamo usiamo i robot che sostituiscono i lavoratori la produzione che sorge dai robot sia distribuita socialmente. Accenno. La distribuzione sociale in tempi di disoccupazione o sottoccupazione  è il tema del futuro. Ed è una visione organica non l’attuale cassa integrazione o redditi a fondo perso o bonus, si tratta di fini sociali del sistema produttivo, un disegno organico. A tale scopo occorre il lavoratore imprenditore. Temi da discutere urgentemente, non possiamo procedere a interventini così e cosà.

 

di Antonio Saccà

 

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