“Consiglio di non prenotare le prossime vacanze”. La recente dichiarazione di Ursula Von der Leyer, presidente della Commissione Europea ha lasciato basiti tutti gli operatori turistici del nostro Paese. Un settore, questo, che costituisce il 5,5 per cento del Pil e il 13 per cento dell’indotto e che attualmente risulta, senza ombra di dubbio, tra quelli più colpiti dall’emergenza Coronavirus.
Certo, l’uscita della Von der Leyer è stata inopportuna, ma la questione porta in sé numerosi interrogativi: come ci si regolerà per le prossime vacanze? saranno possibili oppure no? E per quanto riguarda la balneazione, nello specifico, cosa si pensa di fare? Prevarrà una linea di rigore oppure si lascia tutto al buon senso dei singoli? Esiste una possibile soluzione mediata che tenga conto di tutte le esigenze in ballo, anche quelli degli imprenditori del settore?
In tutto questo, al di là delle regole che saranno previste, bisogna anche e soprattutto confrontarsi con la paura della gente visto che fino a quando non ci sarà un vaccino non si sarà mai al ripario dal pericolo di contagio.
In queste ore, in cui si comincia pensare alla possibile “fase 2”, il presidente dell’ associazione di categoria nazionale ITB (imprese turistiche balneari), Giuseppe Ricci e Sabri Pinton, delegato della Confederazione PMI ITALIA, hanno elaborato una proposta per l’apertura degli stabilimenti balneari, tenendo conto delle condizioni di sicurezza, ma al tempo stesso, della necessità di contenere la crisi della prossima stagione al fine di impedire un tracollo senza ritorno.
ECCO DI SEGUITO I PUNTI SALIENTI DELLA PROPOSTA
“Il vero problema da gestire saranno i bambini. – affermano Giuseppe Ricci, presidente dell’associazione di categoria nazionale ITB (imprese turistiche balneari), Giuseppe Ricci e Sabri Pinton, delegato nazionale del settore balneazione della Confederazione PMI ITALIA – In qualsiasi posto dove andremo che sia mare, montagna, lago, ecc, dovremo adattarci a vivere temporaneamente in maniera diversa, sarà solo per un periodo, però non possiamo neanche rinunciare alla vita. Anche sul lavoro cambieranno molte cose però bisognerà continuare a vivere. Dobbiamo reagire e cercare di andare avanti, se tutti ci chiudiamo in una bolla di vetro, il mondo si ferma. Non ci resta che adattarci per sopravvivere. In considerazione del probabile dimezzamento dei posti in spiaggia, bar, tavola calda e del calo evidente dei clienti all’interno delle strutture, auspichiamo contributi pubblici per sostenere i costi fissi, oltre al servizio di salvataggio e demanio, impossibili da sostenere a queste condizioni”.
Sabri Pinton delegato nazionale del settore balneazione della Conf PMI ITALIA
Tommaso Cerciello – Presidente nazionale della Conf PMI ITALIA
“Viviamo un momento profondamente drammatico – afferma il presidente Conf PMI ITALIA, Tommaso Cerciello – siamo vicini alle preoccupazioni degli operatori balneari. Siamo convinti che è necessario aprire un tavolo per verificare la possibilità di aprire la stagione estiva seppur tenendo conto di prescrizioni di massima sicurezza. Inoltre, appoggeremo in ogni sede la richiesta di aiuti pubblici all’intero settore che è senza dubbio tra i più colpiti di questa crisi”