Dopo la pausa estiva da poco conclusa, arriva un nuovo provvedimento del Ministero delle Infrastrutture e delle Mobilità Sostenibili, MIT, di concerto con il Ministero dell’Interno , ivi comprese le Prefetture dell’area Toscana Sud.
Dal 3 novembre è infatti entrato in vigore il divieto di sorpasso per i veicoli commerciali superiori alle 12 tonnellate sul tratto Incisa Reggello – Chiusi Chianciano dell’Autostrada del Sole, in entrambe le direzioni, dove già da molto tempo si attende l’implementazione della terza corsia nel punto più strategico e nevralgico, in termini commerciali, dell’intera Penisola.
Sono già state sollevate criticità ed obiezioni da molte Associazioni rappresentative, in particolare da parte di Confindustria Toscana Sud con specifico riferimento all’unilateralità con cui il provvedimento è stato adottato.
La Lega Autisti Autotrasportatori Indipendenti Siciliani, L.A.A.I.S., associazione trasportistica che per la prima volta unisce le istanze di piccole imprese del settore e lavoratori /autisti professionali), confederata Conf PMI ITALIA, evidenzia come nella modifica codicistica di dicembre 2024 non fosse contemplata alcuna specifica variazione, in merito, dell’art. 176 del Codice della Strada che, oltre a disciplinare la manovra di sorpasso, ne indica deroghe e personalizzazioni in presenza di infrastrutture carenti. e/o assenza di terza corsia.
Il Vice Presidente della L.A.A.I..S., Giuseppe Neri, figlio d’arte che già da fanciullo percorreva le strade d’Italia a fianco del padre, ricorda come già da anni una nota Società per azioni, poi fallita, rimpiazzata nel 2024 da una Società a responsabilità limitata, gestiva per il Ministero il cosiddetto “sorpassometro”, in grado di “punire” il trasgressore con telecamera Basler modello Her, di ultima generazione, generalizzando l’applicabilità delle sanzioni a tutti gli utenti e a tutti i tratti autostradali, urbani ed extraurbani.
L’intento o il messaggio che devono passare non sono certamente quelli di autorizzare illeciti o comportamenti irresponsabili, ma è fondamentale mettere i profani e l’opinione pubblica a conoscenza del grande stress e delle pessime condizioni lavorative a cui sono sottoposti, nel modernissimo ed informatizzato 2025, gli autisti professionali, quelli che, ricordiamolo, al tempo del Covid qualcuno definiva “Eroi”, quando sono Eroi sempre, in quanto assicurano benessere e comfort all’intero Paese, percorrendo in lungo ed in largo l’Italia e dovendo sottostare ad interminabili attese nella Grande Distribuzione Organizzata e subire costanti violazioni del Pacchetto Mobilità Europeo datato 2020 e già tardivamente ratificato dal Bel Paese.
L’85% delle merci in Italia viaggia su gomma e siamo ancora lontani dalle frontiere dell’intermodalità, con un assetto geomorfologico che è degno di nota, con aree impervie, territori con infrastrutture carenti e tempi di percorrenza non competitivi.
Ora, per spiegare a chi considera i “camionisti” i soliti “sporvhi, brutti e cattivi”, il perché questo divieto non è funzionale all’obiettivo, che sarebbe quello di aumentare la sicurezza stradale, basti prendere come riferimento Paesi membri come Francia, Belgio, Estonia, Croazia ed altri, dove il limite per i pesanti sulle superstrade è di 90 Km orari o altri ancora dove il divieto di sorpasso è imposto esclusivamente su tratti in galleria e pericolosi, non su tratti pianeggianti e non critici come quello tra Incisa Reggello e Chiusi.
Tecnicamente questo divieto, frutto dell’emotività del momento, dopo i morti di agosto, non tiene conto che il generare lunghi serpentoni di mezzi pesanti, già penalizzati da navi e traghetti lenti e non efficienti, per chi proviene da Isole e Mezzogiorno, nonché da infrastrutture obsolete ed incomplete avrà un impatto devastante sulla sicurezza stradale e, come affermato da Confindustria Toscana Sud, sull’intera economia nazionale, dato che i ritardi cagionati alle committenze li dovranno pagare le imprese e che si rischia il collasso, non soltanto del comparto logistico, ma anche di quello produttivo, con calo di ordini e richieste..
Una soluzione concreta e percorribile è investire realmente sulle complanari toscane e su tutta la rete infrastrutturale nazionale che, indipendentemente da Nord o Sud, è poco competitiva ed è già costata all’Italia procedure di infrazione, investendo sulle infrastrutture esistenti quali porti ed interporti, senza mai dimenticare che su un bisonte della strada siede un Essere umano che percorre di notte e nei giorni festivi, in totale solitudine, l’intero Stivale.
F.to Tania Andreoli
www.laais.eu
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