Napoli– “La spinta innovativa del governo sulla riforma del processo tributario è senza dubbio un segnale positivo sulla volontà di recuperare quella compliance tra amministrazione finanziaria e contribuenti che latita in diverse circostanze. E’ del tutto evidente che occorre fare passi in avanti per dirimere un’altra questione fondamentale come la garanzia della terzietà del giudice tributario, messa in crisi dalla diretta dipendenza di questo organismo dal Ministero dell’Economia e delle Finanze”. Lo ha dichiarato Eraldo Turi, presidente dell’Odcec di Napoli, nel corso del convegno “Legge del 09/08/2023 n. 111 delega al governo per la riforma fiscale” promosso dall’Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Napoli.
Il magistrato Nicola Graziano, appena insediato nel comitato di presidenza della giustizia tributaria, auspica la creazione di una più stretta collaborazione tra i vari interlocutori della giustizia tributaria, ministero dell’Economia e delle Finanze, Agenzia delle Entrate, dottori commercialisti e avvocati.
Fabio Cecere (consigliere delegato per il contenzioso tributario) ha osservato: “Vediamo timidi passi in avanti sul riequilibrio del contenzioso in favore di cittadini e imprese. Bene le innovazioni tecnologiche a patto che consentano pienamente ai professionisti di tutelare e garantire i diritti dei contribuenti”.
Nuna Maione (presidente della Commissione contenzioso tributario) ha rilevato che: “l’intenzione del legislatore è sicuramente quella di andare verso il giusto processo, considerato che nell’arco di 12 mesi è intervenuto sul processo tributario ben due volte. Il problema, però, è caratterizzato dal paradosso che le corti di giustizia tributaria dipendono ancora dal Mef che è lo stesso ministero da cui dipende l’Agenzia delle Entrate. Dunque bisogna lavorare per raggiungere un equilibrio tra le posizioni in campo di AdE e contribuenti”.
Secondo Immacolata Vasaturo (giudice tributario e dottore commercialista): “Il d.lgs. approvato dal governo a novembre apporta importanti modifiche sul contenzioso tributario in tema di informatizzazione. Si tratta di un intervento importante affinché il processo telematico diventi effettivo e sia uniforme in tutte le corti di giustizia tributaria. Auspico che il governo abbia previsto anche forti investimenti per realizzare impianti tecnologici moderni che consentano lo svolgimento reale delle udienze da remoto”.
Sui principali aspetti delle riforme introdotte sono intervenuti Elio Cocorullo (consigliere dell’Unione Camere avvocati tributaristi) affermando: “Ritengo che l’amministrazione finanziaria non potrà approvare per presunzioni la sua pretesa perché la norma prevede chiaramente che la prova debba essere circostanziata e puntuale”.
Paolo Leone (giudice tributario e dottore commercialista) ha rimarcato che “si tratta di una svolta epocale sull’onere della prova. Viene rafforzato l‘onere posto a carico dell’amministrazione finanziaria che deve dimostrare in giudizio gli elementi a sostegno della pretesa. Viene dunque fatta una distinzione ulteriore tra la motivazione dell’atto che rientra nell’ambito della sfera amministrativa, dalla prova della pretesa che riguarda solo la parte processuale”.
Per Giovanni Iaccarino (già Giudice Tributario e dottore commercialista): “La digitalizzazione è un mito che viene sbandierato come la soluzione di tutti i problemi. Il suo fiore all’occhiello è l’intelligenza artificiale che però deve essere maneggiata con cura. Finchè la digitalizzazione è solo uno strumento al servizio dell’uomo per facilitarne l’attività va bene; se parliamo di sostituzione dell’apporto umano allora la cosa si fa pericolosa. L’applicazione dell’IA nel campo della giurisprudenza è assolutamente da escludere”.
Elvira Catuogno (vicepresidente commissione Contenzioso tributario) ha sottolineato: “Come professionisti guardiamo con grande attenzione al processo di riforma del contenzioso tributario dal quale ci aspettiamo cambiamenti concreti in termini di equità ed efficienza”.