Il caro gasolio sta mettendo in ginocchio anche il comparto della pesca. Il primo giugno scorso, gli operatori del settore sono accorsi a Roma presso il Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali per manifestare il proprio disagio, anche in considerazione dei mancati aiuti. A scendere in campo è stata anche Unci Agroalimentare, aderente a Conf PMI ITALIA.
“Esprimere vicinanza al comparto serve a poco – afferma Gennaro Scogliamiglio, presidente di Unci Agroalimentare – da settimane chiediamo e suggeriamo anche, risposte immediate ed effettive: il comparto pesca ha bisogno di un sostegno che sia vero, efficace e a breve termine. Ascoltate le istanze dei nostri pescatori, ne abbiamo fatto una sintesi che abbiamo voluto diventasse proposta suggerita alle Istituzioni Centrali. Abbiamo chiesto, in via prioritaria, una maggiore velocità nella erogazione degli indennizzi (ordinari e straordinari), l’attivazione della Cassa Integrazione Meteo, ristori concreti per far fronte al rincaro del gasolio . Proprio in riferimento a quest’ultima problematica, UNCI Agroalimentare ha chiesto anche ai Governi Regionali l’adozione di misure di sostegno per i pescatori e le imprese operanti nei pertinenti territori, cosi’ come avvenuto in Puglia. La nostra Associazione ritiene che le varie Regioni, tenendo presenti le peculiari dinamiche delle proprie fasce costiere e le caratteristiche specifiche dei segmenti di pesca che vi operano, attivino misure di aiuto e ristoro al comparto. La richiesta è avvenuta formalmente attraverso l ‘invio di un documento nel quale viene formulata la richiesta di attivazione di misure emergenziali relative al caro gasolio. Il periodo è particolarmente difficile per tutta la comunità nazionale, serve impegno da parte di tutti
