“I cittadini italiani assistono inermi quanto sta accadendo in Ucraina. Una situazione umanitaria di gravità inaudita, alla quale si affiancherà nei prossimi mesi una crisi economica che riguarderà da vicino il nostro Paese. È facile prevedere che si assisterà a un notevole incremento dei costi dell’energia, per questo riteniamo importante un ulteriore intervento del governo per anticipare l’emergenza economica”. Lo afferma Matteo De Lise, presidente dell’Unione nazionale giovani dottori commercialisti ed esperti contabili.
“La richiesta che parte dai giovani commercialisti riguarda le tasse sulle bollette e le accise sulla benzina, che potrebbero essere ridotte (o eliminate, in alcuni casi) per sostenere l’aumento del costo dell’energia. Soprattutto imposte ‘superflue’, che non hanno più un senso e che servono per finanziare accadimenti del secolo scorso. In questo modo – aggiunge De Lise – si consentirebbe ai contribuenti di ottenere una ‘boccata di ossegeno’ sulla vita delle famiglie e per la produzione industriale”.
“Oggi le accise sul petrolio, secondo un’indagine di Assoutenti, pesano per il 60 per cento su ogni litro di benzina venduto in Italia (55 sul gasolio). Troppo, in questo momento storico a cavallo tra la pandemia e la guerra in Europa. Si continuano a pagare tasse per finanziare la guerra d’Etiopia, la ricostruzione delle città coinvolte nel disastro del Vajont e quelle colpite dai terremoti di mezzo secolo fa”, spiega De Lise.
“Quanto al caro bollette, si stima che il costo energia è pari a circa il 50 per cento dell’intero valore (il 42 per cento per il gas): il resto, oltre la metà, sono imposte e costi di varia natura. Si parta da questi numeri per prevedere misure a sostegno di cittadini e imprese”.