Nel settore Turistico-Alberghiero manca un modello organizzativo adeguato ai tempi. Intervista al prof. Giuseppe Riticella

Nel settore Turistico-Alberghiero manca un modello organizzativo adeguato ai tempi. Intervista al prof. Giuseppe Riticella
Febbraio 07 19:19 2022 Print This Article

Hotel & Tourism Consultant, esperto riorganizzazioni delle imprese alberghiere, il prof. Giuseppe Riticella da oltre 30 anni nel settore turistico alberghiero. Nel corso della sua lunga carriera, ha ricoperto cariche di vertice nell’associazionismo di categoria, attualmente Presidente Nazionale dell’Associazione datoriale di categoria C.S.T.M. ACCADEMIA DEL TURISMO (aderente a Conf PMI ITALIA)

Come è cambiato il turismo alberghiero nel tempo?

Siamo decisamente passati da un turismo di tipo capitalistico famigliare in prevalenza legato alle città ad un turismo che vede la prevalenza di investitori internazionali.Questa trasformazione, già in atto prima del Covid, cambia radicalmente anche la cultura di impresa, che dovrà essere sempre di più legata all’analisi dei risultati, il monitoraggio della gestione e l’introduzione di tecniche manageriali prima adottate in prevalenza dalle grandi realtà ed oggi indispensabili per tutti a prescindere dal livello dimensionale.

Nella sua attività consulenziale alle aziende alberghiere, quali sono i problemi che più frequentemente ha affrontato?

L’esperienza di consulenza permette di avere un quadro piuttosto ampio delle problematiche delle aziende. Oggi tuttavia il problema principale è la mancanza di un efficace modello organizzativo soprattutto adeguato ai tempi. Oggi le aziende che vogliono competere debbono necessariamente adeguare i loro processi produttivi interni e spesso cambiare la filosofia per dare nuova linfa alla motivazione dei collaboratori. È necessario molto spesso rinegoziare le posizioni debitorie per renderle compatibili con il mutato scenario e la nuova realtà aziendale. L’approccio che ho sempre assunto nel ruolo consulenziale è quello di analista nel comprendere la realtà, la storia dell’azienda, il suo format e tempestivamente proporre un piano di azione coerente, che prevedesse un’attenta analisi dei risultati.

Nelle aziende alberghiere tuttavia non è semplice comprendere la storia dell’imprenditore o del nucleo famigliare, senza tale comprensione infatti molto spesso si arriva ad una visione parziale.

Come si è ripartiti dopo il lockdown, quali sono i dati riscontrati?

Per le città d’arte purtroppo la ripartenza non è semplice, mancano i flussi turistici internazionali e l’organigramma è ancora quello pre pamdemia. Molto presto verranno meno le forme di assistenza , cassa integrazione in primis, e le aziende dovranno scontrarsi con la realtà. Alcune strutture sono ancora chiuse ed alcune altre sono ripartite, ma adottando modelli gestionali che presto dovranno adeguarsi alla nuova realtà post pandemia.

Un manager del suo settore che caratteristiche deve avere?

Innanzitutto, passione e ovviamente un background esperenziale significativo, che consente di analizzare in maniera multidisciplinare le dinamiche e problematiche aziendali. Nella mia attività sovente la risoluzione di un singolo problema ha necessità di valutazioni in ambito legale, fiscale, amministrativo e gestionale, pertanto la capacità di approfondire molteplici problemi complessi è un punto cardine.

Quale deve essere il rapporto con i suoi collaboratori?

Quasi sempre mi rivolgo innanzitutto a collaboratori che condividano i valori e che sappiano gestire situazioni complesse con l’approccio multidisciplinare di cui accennato precedentemente. In ogni caso i collaboratori rappresentano un autentico valore aggiunto.

Cosa oggi induce un turista a scegliere una struttura rispetto ad un’altra, a parità di livello?

La sua identità e le sensazioni che l’offerta può suscitare, senza dubbio oggi contano i servizi aggiuntivi che la struttura può offrire all’ospite cliente.

Quanto conta ancora oggi il “far sentire a casa propria” gli ospiti?

È senz’altro un l’aspetto fondamentale e molto spesso determinante.

Oltre ad occuparsi di consulenza alberghiera lei ha fondato anche l’Associazione datoriale di categoria C.S.T.M. Centro Studi Turistici e Manageriali dell’Accademia del Turismo, che è al servizio delle imprese alberghiere e degli imprenditori. Ce ne vuole parlare?

Il C.S.T.M. Accademia del Turismo, nasce con l’obiettivo di fornire un servizio su misura agli imprenditori alberghieri e alle loro aziende, ovvero un modello di business vincente che sarà sempre più importante per il futuro

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