“Con l’approvazione da parte del governo della manovra 2021, nella quale sono previsti otto miliardi di euro per la riduzione dell’Irpef e dell’Irap, sembra che sia davvero la volta buona per il taglio delle tasse nel nostro Paese”. Queste le parole di Stanislao Di Piazza (senatore del Movimento 5 stelle in Commissione Finanze), nel corso del webinar “Taglio all’Irpef e riordino delle detrazioni: una legge di bilancio per la ripresa?” organizzato dalla Cassa di previdenza dei Ragionieri e degli esperti contabili, presieduta da Luigi Pagliuca.
“Grazie a una maggioranza ampia che ha trovato la sintesi per rivedere le aliquote Irpef riducendo gli scaglioni e sostenendo le economie dei ceti medi che sono quelli per i quali va maggiormente stimolata la ripresa dei consumi. Perché deve essere chiaro che per la ripresa economica dell’Italia oltre alla riduzione della pressione fiscale serve anche incentivare i consumi. Così potremo lasciarci alle spalle la crisi post pandemica. Il Movimento 5 stelle – prosegue Di Piazza – ha sempre proposto di tagliare l’Irap per aiutare le imprese, anche se ciò deve avvenire all’interno di una rimodulazione complessiva del ragionamento su tasse e servizi. Bisogno trovare modalità diverse per rispondere al fabbisogno sanitario, finora sostenuto con l’irap, mantenendo intatte le risorse per il reddito di cittadinanza. Senza questa misura i costi sociali si abbatterebbero lo stesso sullo Stato. Bisogna cambiare tipo di cultura e far sì che su certi fabbisogni si chieda di più a chi ha maggiori capacità reddituali”.
Più cauta la parlamentare di Fratelli d’Italia, Ylenia Lucaselli: “Non credo, vedendo quello che è inserito nella manovra, che ci troviamo di fronte a una riforma impattante dal punto di vista economico e sociale. Otto miliardi sono insufficienti per avere effetti concreti sulla nostra comunità. Si parla di taglio delle tasse ma credo che l’impatto sia irrilevante. Ad un decremento dell’Irpef corrisponde un contestuale aumento dell’Ires e quindi c’è un sostanziale bilanciamento delle due misure. Si incide sui redditi pubblici ma non su quelli dei giovani professionisti e delle partite e Iva. Non si stimolano le imprese ad effettuare nuove assunzioni attraverso la riduzione del cuneo fiscale. E’ una manovra che tende a preservare l’esistente ma nulla di nuovo. Sono concorde sul taglio dell’Irap – evidenzia Lucaselli – tenendo ben presente però che per un rilancio vero dell’economia bisogna stimolare le imprese ad un aumento della produttività e dei posti di lavoro. Bisogna spendere bene questi soldi rinunciando a misure assistenziali in favore di quelle che possono avere impatto immediato a sostegno delle aziende”.Secondo Silvia Covolo (deputata della Lega in Commissione Finanze a Montecitorio): “E’ stato fatto un primo passo importante sulla strada della riduzione della pressione fiscale, recependo in parte le linee guida tracciate dai partiti di maggioranza ed elaborate nelle commissioni di Camera e Senato. Il disegno di legge di bilancio del governo dovrebbe giungere in commissione Finanze alla Camera nelle prossime settimane Avevamo insistito con l’introduzione della flat tax incrementale per lavoratori e professionisti fino a 100mila euro. Invochiamo una semplificazione e l’introduzione del criterio di progressività nell’intero sistema fiscale. Ci opporremo alla revisione del catasto, seppur prevista negli anni a venire, e sottolineiamo come l’impiego dei miliardi di euro previsti in questa manovra debbano essere concordati necessariamente con le forze parlamentari. Doveroso il taglio dell’Irap e la revisione delle aliquote Irpef, in particolare quelle del terzo scaglione. Ma credo – conclude Covolo – che non basti solo la detassazione delle imprese. Le aziende vanno aiutate anche con contributi per gli investimenti”.
Sulla stessa lunghezza d’onda il deputato Carlo Giacometto (Forza Italia): “Aver emesso un provvedimento con un fondo pluriennale per ridurre la pressione fiscale è importante. Una manovra da 30 miliardi dei quali otto sono destinati solo per la riduzione delle tasse risponde in maniera significativa agli obiettivi che erano stati indicati dalle Commissioni parlamentari: modifica degli scaglioni Irpef superando lo scalone tra i 28mila e i 55mila euro, intervento sull’Irap che dovrà essere eliminata e interventi che vanno a ridurre le tasse più complessivamente. Noi abbiamo sempre messo al centro della nostra azione politica la riduzione perimetro della tassazione e quindi siamo soddisfatti. Il rimbalzo del 2021 dopo il crollo del 2020 va aiutato e sostenuto per stabilizzare la crescita nei prossimi anni. Le imprese devono essere sostenute non solo dal punto di vista fiscale – sostiene Giacometto – ma soprattutto da misure di sostegno alla crescita e all’occupazione. In modo da poterle accompagnare nel percorso di ripartenza sostenuto dai fondi del Pnrr affinchè il tasso di crescita sia sempre sostenuto”.
L’opinione dei professionisti è stata espressa da Claudio Cavallo (consigliere dell’Istituto nazionale degli esperti contabili: “Una delle novità più importanti della nuova manovra di bilancio sono gli otto miliardi di euro per la riduzione delle tasse. Le aliquote Irpef potrebbero subire una profonda revisione attraverso la riduzione degli scaglioni intermedi. A goderne sarebbe un italiano su cinque. Il taglio Irap è argomento delicato. Un’imposta istituita nel ’97 il cui gettito ha il fine di finanziare la spesa sanitaria delle regioni e grava sulle imprese ad alta intensità di manodopera che pagano anche in presenza di perdita di esercizio. Sarebbe ora di intervenire su questa imposta decisamente iniqua”.Anche per Paolo Longoni (consigliere d’amministrazione della Cnpr): “Non si può che gioire se in manovra finanziaria è contenuto il taglio delle imposte. In termini assoluti se il gettito complessivo della pressione fiscale è pari a 500 miliardi e il taglio è di 8 mld circa parliamo di un intervento che sta nell’ordine dell’1,5%. Poi vedremo se le forze politiche riusciranno a trasformare questo taglio in cose concrete con misure specifiche per imprese e famiglie. Quella dell’Irap è una vexata questio. Imposta odiosa che non colpisce gli utili ma i costi del personale e si paga anche in caso di bilancio in perdita. E’ limitatamente deducibile risultando quindi un’imposta sull’imposta. Va ripensata in modo tale da non essere più un peso sulle imprese costrette a pagarla anche se in perdita”.