Catania – Hanno segnato un’ epoca nella lotta contro il crimine. Erano gli anni Settanta e le strade di numerose città italiane, in particolare quelle del Sud, imperversavano di delinquenti che minavano la serenità dei cittadini. Anche a Catania era così. Ecco che nacquero i “Falchi” un nucleo speciale della Polizia di Stato. Erano giovani, poco più che ventenni, a stretto contatto con la strada.
Non erano convenzionali e non indossavano la divisa. Non avevano l’aspetto di angeli, ma avevano un gran cuore e voglia giustizia. Le armi giuste per fronteggiare i “demoni” che scorrazzavano in città.
Spesso, però, la cinematografia e i racconti ne hanno restituito un’immagine distorta. Ecco perché un libro come “I Falchi nella Catania fuorilegge” di Pino Vono rappresenta una testimonianza importante.
Classe ’53, calabrese, Pino Vono, oggi in pensione, era uno di loro. Ha vissuto la “trincea” della lotta contro il crimine in una Catania che in quella fase storica si presentava quanto mai violenta. Il suo libro è un fiume in piena con storie e aneddoti che ci riportano a quegli anni difficili.
Vono ricorda, tra le altre cose, il suo capitano dell’epoca Valerio Donnini che aveva stabilito una regola aurea: la squadra non doveva prevedere alcun catanese affinché la stessa non avesse alcun legame con il territorio.
Sui metodi risoluti dei Falchi, molte volte finiti nel mirino delle polemiche, il nostro autore invita a contestualizzare il momento storico, segnato da un elevato livello di violenza, tanto che diventava difficile anche pretendere, in molte circostanze, che le persone esibissero i documenti. Qualche scappellotto è stato utile affinché si ristabilisse il senso del rispetto dovuto ai tutori della legge.
La guerra serrata contro il crimine ha fatto incrociare questi ragazzi, in più di un’ occasione, con i famigerati uomini di “Cosa nostra”. Vono ricorda l’arresto di Giuseppe Santapaola, fratello del più noto boss, Nitto. Le risultanze di quell’indagine, per anni finite in soffitta, furono tirate fuor solo a distanze di tempo dal giudice Falcone. Una circostanza plastica che evidenzia come in quegli anni si tendesse a negare l’ esistenza della mafia e che anche i giovani poliziotti scoprivano direttamente sul campo.
Una vita in moto, quella di Vono, fatta certamente di adrenalina, ma anche di tanti rischi, pericoli, sangue. Un libro che oggi aiuta a non dimenticare una stagione così difficile del Paese e come quell’esperienza possa, in qualche modo, essere ancora utile per contrastare i fenomeni criminali ancora presenti, oggi, nelle nostre città maggiori.
Il libro, dal punto di vista letterario, non manca di un sapore di avventura e di un pizzico di romanticismo.
All’ispettore Superiore della Polizia di Stato Giuseppe-Pino Vono, lo scorso 25 settembre, presso il Palazzo Labisi di Comiso(Ragusa), durante la manifestazione “Collettiva”Internazionale d’arte-Beniamino Gigli” , gli è stato consegnato ,dal Sindaco Prof.ssa Maria Rita A. Schembari , il prestigioso “premio legalità”.