Il pensiero diventa business. Napoli capitale del libro

Il pensiero diventa business. Napoli capitale del libro
Luglio 13 22:36 2021 Print This Article

Napoli – Per quattro giorni, Napoli è stata il palcoscenico del libro e dell’editoria; La monumentale Piazza Plebiscito luogo e simbolo di Napoli ha ricevuto la kermess ‘’NapoliCittaLibro2021’’ la prima in Italia, dall’1 al 4 luglio si è svolta negli spazi di Palazzo Reale; organizzata da Liber@arte e promossa e finanziata dalla Regione Campania attraverso la Scabec. L’evento giunto alla sua terza edizione, si propone come un appuntamento che coinvolgerà tutto il territorio nazionale; quest’anno è inserito in un più ampio progetto di Fiera del Libro in Campania, dedicato all’editoria e alla promozione della lettura con la partecipazione di editori, librerie, biblioteche, associazioni e festival che da anni si attivano per la promozione di tutta la filiera del libro.  

Ad inaugurare la Fiera del libro ci ha pensato Maurizio de Giovanni, rappresentante dell’attuale ambiente letterario napoletano; momento particolarmente toccante la dedica a Luis Sepulveda scrittore cileno e testimonial della terza edizione della manifestazione, scomparso lo scorso anno a causa del covid. Tra gli ospiti d’eccezione: lo scrittore siriano e dissidente politico Yassin al-Haj Saleh, il cantante Raiz, il virologo Andrea Crisanti, l’attore Patrizio Rispo, nei panni di Raffaele Giordano eccentrico portiere della fiction ‘’Un Posto al Sole’’, Marisa Laurito, Peppe Barra, Massimo D’Alema, Antonio Franchini, Gigi Marzullo, Gaetano Manfredi candidato alle prossime elezioni comunali di Napoli e altri.

Più di 90 espositori provenienti da ogni città d’Italia – capofila Mondadori, Einaudi, Feltrinelli, Giunti, Guida. Nonostante le difficoltà, una presenza ininterrotta e costante delle Associazioni e case editrici specializzate in vari settori culturali,umanitario, turistico e sociale, tra cui:

-L’editore Diego Guida, vicepresidente nazionale dell’Aie, Associazione editori italiani, cura per Repubblica una nuova iniziativa, due volumi dedicati a Eduardo De Filippo, il suo teatro, la sua vita personale, tra successi, luci e ombre raccontato da chi ha conosciuto il Maestro.

– L’autore Fortunato Nicoletti autore del libro ‘’Nessuno è escluso’’, i proventi della vendita del libro andranno all’Associazione omonima che aiuta le famiglie e i bambini con grave disabilità (con assistenza legale, infermieristica e sociale),include ‘’Un respiro in più’’, un progetto che fornisce gratuitamente assistenza domiciliare integrata alle famiglie che ne fanno richiesta. Altro progetto è ‘’Viaggio anch’io’’che consiste nel noleggiare gratuitamente un camper completamente accessibile a persone disabili , per consulti/ricoveri ospedalieri fuori regione. Tutte le informazioni sono accessibili sul sito ufficiale dell’Associazione ‘’Nessuno è escluso’’.

– Giracostiera www.giracostiera.com è un prodotto editoriale in cross media, articolato in free press, web site e social media; presenta i luoghi e gli eventi, la natura, l’arte, i sapori della Costiera Amalfitana per un turismo a misura dei desideri.

– Navarra Editore casa editrice palermitana specializzata in testi di impegno civile, sociale e narrativa. 

Nonostante le iniziative intraprese dal Governo, l’editoria italiana prosegue nel periodo difficile ma migliora la redditività industriale. Rallenta la flessione del giro d’affari dell’editoria in Italia, anche se il comparto, su scala internazionale continua ad essere in affanno.

Dal 2008 l’editoria libraria ha dovuto affrontare una forte crisi economica e finanziaria, dall’altra l’irrompere del digitale e la forte concorrenza di altri prodotti per l’intrattenimento (internet, serie Tv etc.), che insieme hanno causato una riduzione del mercato, circa il 25% tra il 2010 e il 2015.

Da un decennio, il dibattito pubblico intorno all’industria libraria si concentra sull’impatto rovinoso, delle nuove tecnologie digitali e sulle diverse “crisi” che sembrano investire il settore. Queste analisi raramente vengono accompagnate da un focus specifico sul lavoro produttivo, sulle trasformazioni nelle composizioni della manodopera e sulle esperienze rivendicative e sindacali. Se il confronto sul lavoro editoriale spesso si impantana nelle varianti esistenzialiste e individualiste del precariato, è perché le istituzione non raccolgono dati in modo sistematico su questo tema. Tuttavia, un’attenta analisi dell’impatto dell’innovazione sul settore non può prescindere dagli effetti che questa ha avuto sull’organizzazione e le condizioni del lavoro. Infine, porre l’attenzione sulle forme editoriali via web e sperimentali  che sono nate in questi anni può fornire spunti e paradigmi utili a comprendere i cambiamenti nei settori in cui la crescita del lavoro autonomo è stata accompagnata da un netto peggioramento delle condizioni di lavoro e da remunerazioni sempre più basse.

Nel complesso si sono persi posti di lavoro e diminuita la qualità del prodotto editoriale. Nel 2012, in seguito alla Legge Fornero del 2012, che individuava condizioni che delineavano l’abuso delle collaborazioni, si è riusciti a ottenere l’intervento dell’Ispettorato del Lavoro nelle redazioni di alcune aziende, che ha portato a diverse assunzioni di precari e finte partite IVA. I Sindacati e le rivendicazioni dei lavoratori,hanno chiesto ed ottenuto la stabilizzazione dei precari. Il modello di riferimento è rimasto quello del lavoro dipendente, da perseguire con la lotta ai contratti autonomi che mascherano rapporti di dipendenza sostanziale. D’altra parte, il Sindacato non è stato capace di utilizzare il suo strumento principe, la contrattazione collettiva, per tutelare i lavoratori non dipendenti, nonostante l’editoria sia uno dei settori che più si presta per la difesa del lavoro autonomo. L’assenza di un discorso che metta al centro la remunerazione del lavoro impedisce anche di sviluppare una visione critica dei provvedimenti emergenziali.

Oltretutto,‘’L’industria dei quotidiani nel mondo (dati WAN-IFRA) dell’informazione non gode di buona salute. Anche nel 2018 il giro d’affari mondiale è risultato in diminuzione, attestandosi a €111mld complessivi, -3,4% rispetto al 2017 e -13,2% sul 2014. La raccolta di pubblicità cartacea, con -28,9% sul 2014, registra la peggior performance, in negativo anche i ricavi da diffusione cartacea (-7,4% sul 2014). Aumentano, invece, i ricavi da pubblicità digitale (+24,8%) e soprattutto quelli da diffusione digitale (+104,5%). Nonostante i tassi di crescita del digitale, nel 2018 l’86,5% del giro d’affari mondiale proviene ancora dalla carta stampata (era il 91,7% nel 2014), segno di come a livello globale la gran parte delle vendite si concentri ancora sui canali tradizionali. Nel quinquennio è aumentato il peso dei proventi da diffusione che, a partire dal 2016, hanno superato quelli pubblicitari diventando la fonte principale di ricavi del settore (53,1% del totale nel 2018).

Il confronto con l’Europa è impietoso. Nel 2018 il calo del giro d’affari dei gruppi editoriali in Italia si riscontra se pur meno evidente anche in Francia (-1,4%) e nel Regno Unito (-3,2%), mentre la Germania vede un segno positivo (+1,0%) sul 2017.

L’Italia fanalino di coda per tasso d’investimento (1,1% nel 2018), meno della metà del Regno Unito (2.6%) e un terzo di quello francese (3,4%); Germania best performer(7,2%)-’’(dati pubblicati da www.mbres.it. )

Nell’agosto del 2020 il Governo ha stanziato 10 milioni di aiuto diretto agli editori di libri classificabili come microimprese (considerando il livello di esternalizzazione del lavoro e i fatturati medi ricadono in questa categoria diversi editori, non solo i più piccoli) e più di 200 milioni tra acquisti delle biblioteche e finanziamento di programmi di sostegno della lettura e della domanda.Queste misure hanno finanziato direttamente le aziende o progetti che vanno avanti da anni senza ripercussioni sulla remunerazione del lavoro.

In sintesi, questo articolo intende affrontare e contrastare la chiusura delle case editrici, a partire dalle potenzialità dell’impresa sociale come nuovo modello organizzativo per gestirle e contribuire positivamente al loro rilancio, valorizzando il loro ruolo di presidio locale di tipo sociale e culturale. In particolare, prendendo ispirazione da una ricerca empirica su vari casi, gli assunti e gli elementi analizzati potranno rappresentare spunti di riflessione utili per salvaguardare, in generale, l’editoria e per accompagnarle verso un potenziale processo di trasformazione sia della loro offerta (nuovi servizi di prossimità) che del loro modello di gestione (impresa sociale).

Tutti questi elementi risultano ancora più rilevanti alla luce dell’emergenza sanitaria legata al Covid-19 e delle ripercussioni in termini sociali ed economici che porterà con sé nel medio-lungo periodo.

Una situazione quella attuale che fa riflettere sul futuro dell’editoria nazionale e, più in generale, delle attività economiche che le nostre città sono in grado di offrire e sul modo di gestirle, ma anche sul modo di vivere la città e i suoi quartieri, che porta le persone a riscoprire la dimensione di vicinato e i servizi che si possono trovare al loro interno (sociali, educativi, alimentari, culturali, ecc.).

In questo scenario, tra caldo estivo, vicoli in festa, profumi e colori di una città viva e rigenerata dal suo entusiasmo, si chiude la terza edizione di ‘’NapoliCittàLibro2021’’; la lettura, l’informazione, la cultura della socialità è capace di produrre nuovo valore sociale ed economico e contribuire positivamente alla rivitalizzazione del tessuto locale.

di Maria C. Ferrara

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