L’occasione di rilancio, per il settore primario italiano, passa sicuramente attraverso le risorse messe a disposizione dal Next Generation EU che vanno a sommarsi a quelle previste dalla dotazione ordinaria dei programmi FEARS – FEAMP e PSR .
La legge di Bilancio 2021 (legge n. 178 del 30 dicembre 2020), già pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 22 del 30 dicembre 2020, contiene una serie di misure, del valore complessivo di oltre 1 miliardo di euro, per il settore agroalimentare e il comparto della pesca e acquacoltura.
La medesima legge ha poi istituito il Fondo per lo sviluppo e il sostegno delle filiere agricole, della pesca e dell’acquacoltura.
Il nuovo Fondo, grazie ad una dotazione di 150 milioni di euro per il 2021, dovrà dare opportunità di migliorare e rendere efficace la competitività, la qualità della produzione, la qualità e quantità dei livelli occupazionali, mediante una forte azione di riforme organizzative delle filiere.
Il Tutto come sempre rinviato a Decreti del Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, d’intesa con la Conferenza Stato-Regioni, dovranno definire i criteri e le modalità di attuazione del Fondo.
Fin qui tutto procede, ma il Ministro ?
Sempre in dicembre 2020 è stato approvato il Reg. 2020/2220 definito “Regolamento Transitorio”, per il settore Agricoltura, quale volano di raccordo e garanzia tra i due periodi di programmazione pluriennale dello sviluppo rurale, 2014/2020 e 2021/2027.
Si tratta di una opportunità importantissima per tutti gli agricoltori italiani che, slittata la nuova PAC al 2023, possono contare su un PSR 2014/2020 applicabile al biennio 2021/2022 con misure e risorse che si aggiungono a quelle vecchie per un totale di ben 6,91 miliardi di euro , se includiamo anche i 910,6 milioni di Next Generation EU(nei quali non vi è traccia del settore Ittico).
Se la ripresa dell’intero assetto economico e sociale dell’Italia intera deve trovare sostegno e trampolino nelle risorse che l’Europa mette a disposizione di tutti gli Stati membri per la ripresa dall’emergenza Covid- 19, il comparto agricolo italiano deve riuscire nell’impresa di ottimizzare quanto più possibile l’utilizzo di tali risorse e realizzare un rilancio reale del settore,sia in termini di produttività e che di livelli occupazionali.
Per ciò che riguarda il PSR, il programma di sviluppo rurale, il compito di sfruttare al meglio le risorse e’ sicuramente delle Regioni, le quali devono aggiornare i loro PSR con nuovi bandi su tutte le misure e con nuovi impegni di spesa e con nuove erogazioni fino al 31 dicembre 2022. In questo lavoro di aggiornamento, le stesse Regioni devono pensare a interventi tutti volti a perseguire, in maniera innovata, quegli obiettivi climatici e ambientali che sono propri della strategia europea del Green Deal, della “Strategia sulla biodiversità” o della “A Farm to Fork”, ampiamente in linea con quelli ampiamente anticipati dal Next Generation EU.
Dunque non solo i necessari cambiamenti strutturali nelle zone a vocazione rurale, ma anche ambiziosi obiettivi climatici, ambientali e digitali per mettere a punto quell’ agricoltura 4.0 che e’ l’unica possibile per il futuro. In quest’ottica, ben si inserisce la Coltivazione idroponica, una tecnica colturale non convenzionale che propone evidenti vantaggi sia in termini di produttività sia in termini di sostenibilità ambientale. Le premesse per una vera e propria rinascita del settore agricolo italiano ci sono tutte, peccato per la quasi nulla attenzione per quello che e’ un segmento importante dell’agricoltura, e cioè la pesca. Anche la pesca, insieme all’acquacoltura, necessitano di risorse per poter ripartire e quelle del Next Generation EU sono quelle giuste.
UNCI AGROALIMENTARE (aderente a Conf PMI ITALIA) che di Pesca ed Acquacoltura si interessa, ha avuto modo di sottolineare in XIII Commissione Camera Agricoltura, quanto l’emergenza sanitaria in atto, legata al diffondersi del COVID-19, ha interessato in modo specifico il settore agricolo e anche quello della pesca. Ingenti gli ammanchi per i pescatori professionali e in generale per tutti gli operatori del settore ittico che, ricordiamolo,sono operatori di eccellenze nonostante in realtà vivano spesso condizionidi marginalizzazione.
“La nostra mission – si legge in una nota di UNCI AGROALIMENTARE – è quella di offrire al comparto produttivo pesca, acquacoltura e agricoltura un punto di riferimento per la formazione, l’innovazione e la ricerca scientifica in un’ottica ecosostenibile”.
Nell’ambito del PNRR, analizzando assi, misure, componenti e le linee di intervento, la pesca e l’acquacoltura vengano citate in via esclusiva soltanto nella componente della Missione 2. Agricoltura sostenibile ed Economia Circolare che vede in sé un apprezzamento finanziario complessivo di 2,5 miliardi.
La Programmazione FEAMPA inizierà, forse, nel 2023, con sostegni strutturali al comparto che riguardano soprattutto investimenti e diversificazione
Di questi giorni il calendario del Fermo Biologico 2021,con ulteriori giornate di inattività: una mannaia per i nostri pescatori dello Strascico che in nome della sostenibilità subiscono penalizzazioni sempre piu’ importanti nell’ottica dell’applicazione del piano West Med con restrizioni spazio-temporali sempre piu’ drastiche. Tali restrizioni, rappresentano, lo stesso scoglio dove andranno ad infrangersi della marineria Ionica e Adriatica. L’estrema sintesi è che tali unità da pesca, Aziende Economiche a tutti gli effetti in quanto contribuiscono in maniera corposa al PIL Italia,non costituiranno piu’ reddito.
In siffatta situazione, con un dicastero vacante e con le strutture regionali evidentemente in difficoltà, la DG Pesca Italiana rimane l’unica speranza dell’intero comparto ittico, stremato da provvedimenti troppo restrittivi per la sopravvivenza e basati su dati numerici freddi e probabilmente su sterili elementi scientifici.
Ma la DG pesca Italia, da sola e senza un forte supporto politico, poco puo’ negli iter procedurali posti in essere dal Trilogo UE. Allo stesso modo,e per le stesse motivazioni, anche la voce dell’Associazione risulta poco incisiva in un momento in cui invece, con l’arrivo delle risorse previste dal Recovery Fund e dai fondi Strutturali Europei, l’interlocuzione ad ampio raggio sarebbe necessaria per offrire alla pesca le stesse opportunità a disposizione dell’agricoltura. Unitamente al nostro comparto dunque, auspichiamo una soluzione rapida alle questioni politiche italiane, in maniera da iniziare a lavorare concretamente per il rilancio supportati in maniera adeguata anche dal nuovo Ministro Mipaaf che verrà.