In questi giorni di quarantena forzata il rischio per la maggior parte degli italiani è quello di metter su pericolosi chili di troppo. Gli esperti, a questo proposito, suggeriscono di ridurre gli zuccheri e di evitare merendine, patatine, snack ipercalorici e bevande zuccherate, prediligendo invece verdura e frutta di stagione, frutta secca, cereali integrali, carni magre, legumi, pesce, uova e cibi in grado di aumentare il senso di sazietà.
“Adesso più che mai, – sottolinea il Prof. Antonio Monti, direttore scientifico Gruppo Monti Salute Più – credo sia importantissimo non impigrirsi sul divano davanti alla tv sgranocchiando snack ipercalorici per noia o per ansia, perché tutto ciò può portare ad un circolo vizioso estremamente dannoso sia per la salute che per l’umore. Per ovviare il problema, vi invito a mettere in pratica alcune strategie che vi permetteranno di non ingrassare, di mantenere il tono muscolare e di tenere alte le vostre difese immunitarie”.
“E’ possibile infatti – raccomanda il Prof. Monti – potenziare le proprie difese immunitarie anche attraverso una corretta alimentazione a base di prodotti sani, integrali e proporzionati alla struttura corporea; ad esempio adottando la dieta “Salute Più”, in cui sono presenti tutti e tre i macronutrienti (carboidrati, proteine e grassi) in un rapporto bilanciato per una funzione metabolica completa. La questione, infatti non è soltanto cosa mangiare, ma anche in che proporzioni. A questo proposito, il valore nutrizionale dei tre macronutrienti in una dieta bilanciata, secondo uno studio dell’Università di Harvard, va così ripartito: carboidrati 35-40% (il loro valore calorico è alla base di tutti i processi energetici del corpo, tenendo presente che il solo cervello ne consuma il 20%); proteine 20-30% ( l’apporto proteico è alla base dello sviluppo delle masse muscolari, delle ossa, degli ormoni, delle cartilagini e delle difese immunitarie); grassi 30-40% (di cui 2/3 polinsaturi e 1/3 saturo secondo le indicazioni dell’OMS). Oggi, inoltre, sappiamo che i centri adiposi possono essere ricchi di cellule staminali e considerati come veri e propri organi endocrini; la leptina ad esempio ne rappresenta l’espressione più importante dal punto di vista metabolico, avendo il compito di bloccare la fame e far dimagrire. Premesso ciò, per registrare una funzione metabolica completa devono essere presenti e operanti, in un rapporto bilanciato di interdipendenza, tutti e tre i macronutrienti per cui non sono ammesse “diete dissociate”, specialmente se protratte per lungo tempo fino ad esaurire i meccanismi tampone, causando così artrosi, osteoporosi e alterazioni posturali”.
Il Prof. Monti suggerisce anche un consumo giornaliero di due litri di acqua con ph alcalino (verso i 7,5), “per riuscire a combattere l’acidosi metabolica, che rappresenta terreno fertile per tutti i microorganismi, e che nel tempo avvelena il sangue fino a generare malattie e tumori”.
Il tutto ovviamente deve essere accompagnato da un’adeguata attività fisica e neurale regolare, in quanto il vero segreto di ogni buona forma fisica è il movimento. “E non è detto – prosegue il prof. Monti – che non si possa fare anche tra le quattro mura di casa, magari seguendo i nostri video-allenamenti che postiamo quotidianamente sulla pagina Facebook del Mare Termale Bolognese. Per tenersi in forma anche senza palestra infatti sarebbe importante eseguire con costanza alcuni esercizi che coprano la totalità dei muscoli del corpo, assicurando un movimento completo e uniforme”.
Un consiglio riguarda anche la modalità di assunzione del cibo, infatti, è dimostrato che mangiare mentre si parla, si guarda la tv o si chatta con lo smartphone induce a mangiare di più, a non percepire il senso di sazietà e a scegliere compulsivamente alimenti nutrizionalmente meno validi.
“Per finire – conclude l’esperto – consiglio una dose di carbonio di sodio, antiacido, sciolta nell’acqua e assunta prima di andare a letto, in quanto i farmaci che aumentano il ph intracellulare (alcalinità all’interno della cellula) hanno dimostrato di diminuire l’infettività dei virus dipendenti dal ph. E il bicarbonato di sodio è il modo migliore per aumentare il ph nelle condizioni di emergenza clinica tanto che fu usato già durante la pandemia di influenza spagnola nel 1918”.
Federica Pagliarone- Gusto in Movimento