Torino, piazza San Carlo, 3 giugno 2017. Migliaia di persone sono radunate davanti a un maxi schermo per ammirare la finale di Champions in cui è impegnata la compagine cittadina della Juventus. Uno scoppio, forse; l’incubo di un attentato, il caos. Il bilancio finale è di un morto e 1526 feriti. Il 24 ottobre 2017 le Iene tornano su quella drammatica sera per evidenziarne criticità e errori di gestione. Soprattutto, la gestione della sicurezza e dell’ordine pubblico: controlli, valutazioni sulle situazioni di rischio, psicologia. Insomma, tutti quei motivi per cui uno steward di quelli che prestano servizio allo stadio non sono assimilabili ai professionisti formati appositamente per questo scopo. Esiste una qualifica professionale apposita, quello di Operatore di Sicurezza diverso dall’ addetto ai servizi di controllo, ex buttafuori, legge Maroni, che dopo un corso di 120 ore viene iscritto in Prefettura ed è abilitato a operare nelle discoteche, delle attività di intrattenimento e spettacolo al pubblico o in pubblici esercizi. E diversa è la qualifica di Steward che è regolato dal decreto legge del 23 Agosto 2019 decreto Salvini, con un suo percorso formativo apposito, iscritti nella elenco al Ministero degli Interni nell Osservatorio Nazionale allo sport, e che sono abilitati a operare negli Stadi. Dopo i fatti di Torino e la ressa scoppiata in piazza durante la proiezione della finale di Champions, più volte il Dipartimento della Pubblica Sicurezza facente capo al Ministero dell’interno ha ribadito – nel sottolineare l’importanza delle tre figure, la sostanziale differenza di competenze. Non ultima, la circolare inoltrata alle Prefetture su tutto il territorio nazionale.“Uno steward non è un buttafuori, o meglio non è un addetto ai servizi di controllo delle attività di intrattenimento e spettacolo in luoghi pubblici esercizi e discoteche. Se si è reso necessario un corso di formazione specifico un motivo ci sarà: uno steward ha il compito di verificare sugli stadi eventuali comportamenti scorretti e segnalarli all’autorità competente e un professionista formato in gestione delle crisi, delle situazioni d’emergenza, in grado di intercettare l’eventuale rischio tra la folla e intervenire laddove sia nelle sue possibilità e competenze”e qui comunque delle similitudini anche con l’operatore di Safety e Security, per i quali il riferimento sono le Circolari Gabrielli e Piantadosi, quella di avvalersi di altri professionisti e non degli, Operatori di sicurezza, è una consuetudine purtroppo consolidata, una prassi praticamente che coinvolge tantissimi Comuni grandi e piccoli, che tra l’altro non presentano nemmeno i piani di sicurezza. Abbiamo registrato questo sbagliato modo di operare già in tante città e in occasione di tantissime feste patronali, e manifestazioni pubbliche o concerti in piazza. E quando sono steward è già un passo in avanti: più di una volta in questo tipo di celebrazioni abbiamo visto improvvisati addetti alla sicurezza che venivano dalle” Misericordie”, dalle associazioni di volontariato e via di lì”. “Vengono chiamati ancora buttafuori – o addirittura bodyguard (che in Italia non è nemmeno consentito per legge), ma i nostri addetti alla sicurezza nei luoghi pubblici sono professionisti, non improvvisati, e la meticolosità dei corsi tenuti dai nostri associati ne è dimostrazione. Non basta essere un ‘gorilla’, così come siamo abituati a pensare vedendo gli omoni fuori ai centri commerciali o ai grandi maxistore di abbigliamento.
C’è bisogno di competenze specifiche che oggi può fornire una scuola di formazione professionale. Gestire una situazione di crisi in un luogo pubblico richiede non solo prontezza di riflessi e capacità fisiche, ma anche psicologiche. Non solo nervi freddi, ma saper leggere la situazione e sapere perfettamente come intervenire in caso di emergenza”. “Per questo chiediamo a chi di dovere di verificare ed evitare ‘confusione’ tra steward e addetti al controllo e Operatori Safety e Security, nelle manifestazioni pubbliche e di vigilare in futuro sul corretto impiego di questi professionisti. a beneficio della sicurezza dei cittadini ed evitare anche interessate strumentalizzazioni per favorire Agenzie o Istituti che tentano di gestire in modo lobbistico tali attività attraverso false accuse su la legittimità degli operatori correttamente formati.
di Sante Blasi Presidente Regionale PMI ITALIA Calabria e Vice presidente Nazionale ENSI.
Si allega allega circolare CONF PMI ITALIA
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