“Precari equilibri”, le opere dell’artista Gianfranco Sergio in mostra al teatro delle Arti di Salerno

“Precari equilibri”, le opere dell’artista Gianfranco Sergio in mostra al teatro delle Arti di Salerno
Ottobre 14 13:08 2019 Print This Article

Salerno – Trentotto opere scelte di Gianfranco Sergio, di grandi e medie dimensioni saranno esposte nella mostra personale Precari Equilibri”, a cura di Antonio Perotti, al Teatro delle Arti di Salerno, dal  4 al 28 ottobre 2019.Un’ antologia di lavori, con opere dal 1997 al 2017.Un lungo percorso quello dell’artista, che esordisce negli Anni Ottanta, con una pittura materica, frutto di alchimie complesse, negli anni Novanta impegnato nell’installazione, prendono forma delle strutture coniche minacciose, che entreranno saldamente nel suo alfabeto pittorico, una sorta di figurazione simbolica, con echi nel Surrealismo, Metafisica e Futurismo, senza trascurare i luoghi della Fabula e dell’ironia. Una pittura in bilico tra figurazione e astrazione lirica, in continua evoluzione, aeree costruzioni in precario equilibrio, accolgono spaesati Abitatori del Tempo. Fra le numerose mostre personali e collettive ci piace ricordare quella tenuta alla storica Galleria Rotta di Genova, nel 1985,con testo di Maurizio Marini, nel 2009 tiene una mostra antologica ”Tra terra e Cielo: il Volo della Memoria”, a cura di Edoardo Di Mauro, Spazi di San Pietro in Atrio di Como,nel 2016 una personale” Ricostruzione(Li)Sergica dell’Universo” a cura di Elisabetta Longari, allo Spazio Artepassante di Milano ,nel 2018 viene invitato  all’evento “ I Lari ,Gli Spiriti protettori della casa” a cura di Alessandro Guerriero e Antonio Zuiani, Triennale di Milano, Design Week di Mosca e Antonio Colombo Arte Contemporanea di Milano,e nel 2019 tiene una personale “Memorie Clandestine”,Manni Art Gallery di Venezia Lido. Nel 2016  Elisabetta Longari scrive “ L’ opera di Gianfranco Sergio mette sotto gli occhi di tutti una verità, ovvero che la pittura può essere una festa per gli occhi e nel contempo un’arma sociale. Il suo stile smagato, infantile, colorato , che traccia una linea di continuità con le prove allegre e dinamiche di Depero e le immagini ambigue e avvolgenti di Savinio, vicino ma anche lontano da certe soluzioni incantate di Salvo, in realtà affronta temi e soggetti più o meno crucciali (si veda per esempio la nutrita serie dedicate ai cravattari).Un mondo alterato da una lente che acuisce i colori e riconnette l’osservatore allo stato di meraviglia dell’infanzia: sulle sue tele i motivi figurativi proliferano come la pianta di fagiolana che cresceva smisuratamente fino al cielo in quella fiaba di cui ormai in me si è smarrito il titolo ma non le immagini”.

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