La “Cittadella di Padre Pio£ a Drapia, Vibo Valenzia, in Calabria: una grande opera dedicate ai bisognosi e bambini con malattie tumorali

La “Cittadella di Padre Pio£ a Drapia, Vibo Valenzia, in Calabria: una grande opera dedicate ai bisognosi e bambini con malattie tumorali
Maggio 16 22:14 2019 Print This Article

Drapia (Vibo Valenzia) Lo scorso 28 maggio 2018, con la benedizione da Roma del Santo Padre Francesco, é stata apposta e benedetta da Sua Ecc. Mons. Luigi Renzo, Vescovo di Mileto-Nicotera-Tropea, la prima pietra per la costruzione dell’Eco-villaggio di cura Padre Pio da Pietrelcina in Drapia (VV), Calabria.

Una grande opera dedicata alle persone bisognose ed in particolare ai bambini affetti da patologie legate a “tumori ai polmoni, al sangue ed altro”(1).

Quel giorno, quando apparve, Padre Pio indicò ad Irene, sua figlia spirituale, esattamente il luogo e facendole vedere dove sarebbe stata costruita la cittadella, che poi sarebbe stata dedicata al Santo stesso.

Uno strano modo di porsi, indicando se stesso quasi come un soggetto terzo, sembrerebbe proprio la conferma di Padre Pio “veicolo del Signore” per la realizzazione dei Suoi grandi progetti dedicati per infinito Amore, all’uomo.

Infatti, così volle la Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo “per accogliere l’ammalato il sofferente”. Per accogliere tutti coloro che cercavano una guarigione, in un territorio allora “ricco solo di povertà e disperazione”.

E Padre Pio diceva “incominciamo dal cuore, perché l’ammalato si cura prima di tutto con l’amore”.

Perché a Drapia? Perché in Calabria?

Irene per tre volte lo chiese a San Pio apparso in casa sua, opponendosi con decisione. E per tre volte il Santo le confermò la sua richiesta e poi le indicò con precisione il luogo dove costruire questa Cittadella socio-sanitaria e mostrandogliela, “quasi fosse proiettata su uno schermo cinematografico”, le precisò per chi sarebbe stata costruita quest’opera.

(1) Il 2 febbraio 2004 alle ore10 circa, mentre Irene si trovava nella sua casa a rassettare la camera da letto, Padre Pio insieme a Gesù le disse Irene, figlia mia in Calabria devi fare un Santuario, un ospedale pediatrico, un centro di ricerca e un villaggio per i sofferenti perché ci saranno tante malattie e tanta povertà. I bambini sin dal grembo materno nasceranno con tre malattie, tumori vari, polmoni e sangue e si devono curare con le erbe naturali che nascono in quel luogo. Fai qualcosa!”.

Lei rispose No! Io non faccio niente non sono calabrese e non mi importa niente della Calabria e poi Domenico, mio marito, non vuol che mi interessi della Calabria”. (in precedenza Irene avrebbe voluto far nascere li dei gruppi di preghiera con i parenti del marito, essendo lui stesso calabrese). Padre Pio con severità incalzò: “Devi farlo lì!” indicandole il posto e facendole vedere come in uno schermo cinematografico un terreno.

Durante un Consiglio Direttivo dell’Associazione dei Discepoli di Padre Pio, Irene espresse il proprio stupore per la richiesta davvero strana di Padre Pio, ma ricevette subito e con esattezza, le indicazioni e le conferme che cercava da un amico dell’Associazione, calabrese e originario della zona di Tropea: quel terreno, indicato da Padre Pio, si trovava sotto un altopiano sul quale si diceva fosse apparso per 18 volte Gesù! (2)

Tutto fu chiaro ed Irene partì subito per la Calabria e si incontrò con la Giunta Comunale di Drapia (VV). Era il 2005. Quell’incontro fu imbarazzante e triste. Irene toccò con mano l’incredulità dei componenti della Giunta Comunale. Delusa e addolorata disse “Padre, perché mi hai mandata qui, nessuno mi ha creduto!” Padre Pio si fece fisicamente vivo all’istante e con dolore le disse “Figlia mia vai avanti! Vai avanti … sennò qui nasceranno sempre più sterpi e delinquenti!”

E così Irene ubbidì. Andò avanti confidando nella Provvidenza; riuscì ad acquistare quel terreno di 18 ettari, sottostante al luogo dell’apparizione di Gesù, con non poche difficoltà e pur non possedendo nulla!

Il 19 dicembre 2006 fece il compromesso ed il 25 marzo 2008 il rogito.

Anni di sofferenza e Provvidenza, per rimborsare un mutuo bancario di 2.080.000 €, le cui rate, pagate puntualmente, insieme ai prestiti vari ricevuti dai fedeli e devoti, sono terminate a Marzo di quest’anno 2018.

Con la posa della prima pietra è stato dato l’avvio del cantiere per la costruzione della casa dedicata alla Madonna di Fatima

Per la progettazione io fui incaricato da Irene stessa, in modo assolutamente inaspettato durante una riunione di verifica, alla quale, casualmente, mi trovai a partecipare. Mi fu richiesto un parere su un progetto già completato in precedenza e quindi mi vidi obbligato ad esprimere la mia opinione: difficilmente quell’edificio avrebbe potuto accogliere bimbi post ospedalizzati, curarli, contenere ambulatori ed altro …. così dissi che mi sembrava che probabilmente non “furono passate” le giuste informazioni ai progettisti incaricati e pertanto appariva complicato integrare le esigenze di Irene, che però rappresentavano le indicazioni puntuali di Padre Pio, all’interno di quella struttura.

Così mi fu richiesto perentoriamente e inaspettatamente, di riprogettare quell’edificio.

Schizzai le prime linee dell’edificio socio sanitario, che si fusero in un insieme di forme e volumi, la cui estremità superiore era sormontata da un busto raffigurante una Madonna coronata da 12 stelle e a sua volta, sormontata da una croce; il tutto nacque di ritorno a Milano, durante una nottata insonne in un quarto d’ora, alle tre di mattino.

(2) Il terreno dell’apparizione (da luglio 1982 a luglio 1986) era di proprietà dell’Avv.to Mario Costa di San Floro (CZ), frazione Gaspone di Drapia, ma egli non volle venderlo.

Irene così “certificò”: “Sarà dedicata alla Madonna di Fatima, della quale ricorre il centenario e sarà Colei che propizierà e proteggerà la costruzione del Villaggio Padre Pio da Pietrelcina di Drapia (VV), in Calabria”.

Questa casa nasce per accogliere i primi bimbi post ospedalizzati e sarà dotata di 12 camere, per ospitare anche i familiari dei bimbi stessi.

Avrà un ampio salone per le riunioni, un’ampia sala da pranzo con cucina e nelle parti sottostanti oltre a una Cappellina per le funzioni religiose, una capiente sala riunioni ed alcuni servizi.

Ci sarà la prima accettazione per i giovani pazienti post ospedalizzati e ci saranno otto ambulatori di visita specialistici.

La casa, nelle forme, si ispira al sentimento di accoglienza del Santo di Pietrelcina. Infatti, l’edificio principale si propone con discrezione e possanza, nella sua forma dignitosa, vagamente classicheggiante.

E’ ricoperto interamente di pietra, con una colorazione rosa corallina, propiziata da una stupenda pietra arenaria cavata a Mendicino in provincia di Cosenza, testimone dell’antica presenza del mare con i suoi coralli, al posto della catena appenninica.

Dal fronte principale nascono due corpi scale emisferici, quasi fossero braccia che accolgono stringendo i piccoli ospiti.

Ma la vera accoglienza nascerà dai 12 Portici che si aprono “a braccia aperte” verso lo stupendo mar Tirreno, ispirando un senso di avvolgente sicurezza.

Questo primo edificio ha alcuni elementi tipologici ricorrenti nella storia di Padre Pio e della sua figlia spirituale Irene (tipica è la statua del Santo fra due corpi scale simmetrici emisferici), ma sarà la sola architettura realizzata nell’eco-villaggio, in forma “riconoscibile” come tale.

Lì si dovranno curare i bambini con le piante che là stesso nascono e con l’acqua che lì troverete”, così Padre Pio ha detto ad Irene.

Acqua aria e luce saranno le componenti essenziali per la nascita e lo sviluppo di queste piante officinali, peraltro già rinvenute ed in parte analizzate con risultati eclatanti.

Tutto il sistema di cura ed ospitalità, dovrà essere completato da una serie di edifici che Padre Pio ha identificato in: un Santuario, un Ospedale Pediatrico, un Centro di Ricerca e Studio ed un Villaggio per Sofferenti.

Gli edifici che saranno realizzati non dovranno minimamente intaccare il valore del terreno: vi si dovranno immergere e potranno emergere soltanto elementi in grado di captare la luce e l’aria, per conferire ai pazienti i valori climatici e naturali che, insieme a piante ed acqua, saranno i veri cicli di cura.

Mentre Irene era in missione a Miami (USA), lo scorso anno e precisamente nel luglio 2017, Padre Pio, facendosi vivo con gli occhi lucidi di commozione, le disse ‘Figlia mia! .. la Calabria è una cosa grossa … grossa … grossa! Ci vogliono tanti soldi! Perché è grossa grossa! … e lì verranno a curarsi da tutte le parti del mondo! E ci saranno tante conversioni!”.

È difficile credere a qualcosa di incomprensibile alla mente umana, ma che ha trovato tantissimi riscontri, ovvero, per parafrasare il Santo di Pietrelcina, “coincidenze delle coincidenze”.

Infatti, tutto ciò che Padre Pio disse ad Irene, è stato puntualmente rinvenuto là.

Il progetto si è configurato esattamente nelle linee che furono suggerite dal primo momento e che hanno trovato puntuale riscontro in ogni centimetro quadrato di quel terreno. Tantissimo ci sarebbe da aggiungere, a conferma della regia spirituale del Santo di Pietrelcina anche là, in Calabria. E spero che diventi oggetto per una futura appendice di questo modesta relazione.

Noi siamo certi che la conoscenza di questo progetto a livello internazionale, determinerà il vero “startup” di una grande operazione salvifica dedicata da Padre Pio, prima di tutto ai calabresi di tutto il mondo, ma anche a tutti coloro che ne avranno bisogno.

Siamo convinti che Irene sia uno straordinario veicolo, che, pur alla sua ‘veneranda’ età, può portare ancora una volta il calore, l’amore e la dedizione del santo di Pietrelcina a tutti i suoi fedeli, con il suo carattere deciso, ironico e pieno di fede, che tanto lo ricorda!

Come pure, secondo sua richiesta, questo centro dovrà essere aperto a tutti e a tutte le persone bisognose e sofferenti, indipendentemente da credi politici, o confessioni religiose.

L’associazione ‘I Discepoli di Padre Pio’ è un’Istituzione Ecclesiale che cerca di vivere il Vangelo come lo ha vissuto Padre Pio da Pietrelcina, curando l’umanità, dal bimbo che nasce all’uomo che muore. Un movimento di carità allargata dall’Italia all’estero.

Padre Pio disse ad Irene che gli uomini sono convinti che i progetti di accoglienza e assistenza siano a esclusivo vantaggio degli ‘altri’. Non sono coscienti, invece, che tutto ciò che è fatto per gli altri va a se stessi, per i figli, per i nipoti, per la propria discendenza.

Quindi apriamo il nostro cuore e saliamo su questa incredibile nuova Arca che il Buon Dio, attraverso il “nostro” San Pio, ci sta rendendo disponibile in anni così pieni di tecnologia e così poveri di umanità e di fede: aiutiamo e sosteniamo la nascita di quest’opera di Dio!

Padre Pio ci chiama!

Aiutate la costruzione del Villaggio di “cura pediatrica oncologica per gli ammalati e i sofferenti” in Calabria, a Drapia di Vibo Valentia.

Alla sua figlia spirituale Irene Gaeta, svela la profezia di epidemie che colpiranno per prima i bimbi. Le dice “lí si verranno a curare da ogni parte del mondo mondo”.

Questo è il racconto della nascita di un’opera che si sviluppa “fra terra e cielo”.

Padre Pio alla sua figlia spirituale Irene, chiede di chiamare a raccolta chi ha nel cuore la Calabria in tutto il mondo, per un progetto di salvezza “che non riguarda l’altro, ma che significa salvezza di se stessi, delle proprie famiglie, di generazione in generazione”.

Ringraziandovi di vero cuore un cordiale saluto

Luciano Messina architetto

A nome del Direttivo dei Discepoli di Padre Pio

A nome di molti volontari, collaboratori e professionisti che stanno operando a titolo gratuito, vogliamo ringraziare la Divina Provvidenza che, anche attraverso questa lettera che raggiungerà e toccherà il cuore dei calabresi sparsi per il mondo, si vorrà servire di quanti vorranno aiutare Padre Pio, attraverso Irene Gaeta e la Sua Associazione, a realizzare questa cittadella della carità.

Giovanni GENISE: ASSOCIAZIONE DISCEPOLI DI PADRE PIO – ROMA

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