Napoli – Il Consiglio Regionale della Campania, presieduto da Rosa D’Amelio, si è riunito in seduta straordinaria per discutere il tema del regionalismo differenziato.
“E’ giusto promuovere l’autonomia ma senza ledere l’unità e la coesione nazionale. L’ipotesi di trattenere i residui fiscali sui territori, come proposto dalle Regioni del nord, va a danneggiare il fondo per la perequazione che è destinato alle regioni più svantaggiate” – ha detto il Presidente della I Commissione, Alfonso Piscitelli.
“Siamo discutendo in questo Consiglio regionale grazie alla nostra iniziativa – ha ricordato il capogruppo di FI Armando Cesaro – , per il quale la battaglia è unica: il cittadino di Napoli deve essere uguale a quello di Milano ed avere le stesse opportunità, innanzitutto con la determinazione dei fabbisogni standard, intendiamo condurre questa battaglia e auspichiamo che tutto il Consiglio la condivida”.
“Il tema delle autonomie dovrebbe essere l’opportunità per portare avanti le istanze del Sud e per intervenire sui tavoli di ripartizione dei fondi nazionali destinati ai servizi essenziali, come la sanità, l’istruzione e i trasporti, e porre in essere una vera riforma che sia vantaggiosa per tutto il Paese” – ha sottolineato Giovanni Chianese (Pd).
“Condivido quello che ha detto il Presidente De Luca sul fatto che bisogna impugnare in tutti i modi istituzionali possibili e immaginabili, a tutti i livelli, questa possibilità di federalismo che oggettivamente ci danneggia in ogni modo, però resta un tema che ovviamente è l’elemento debole di tutto questo ragionamento, sul quale credo che dovremo cercare di trovare la sintesi migliore non solo in questo Consiglio regionale, ma anche negli altri Consigli regionali al di là di chi li guida e qualsiasi sia la guida politica: avere uno scatto nella visione e nella gestione politica e amministrativa e di leadership del Mezzogiorno, perché anche questo dobbiamo dire: il depauperamento dei nostri territori non è soltanto ovviamente l’eliminazione di ricchezza, ma il fatto che milioni di giovani, anche contro la loro volontà, sono stati costretti ad andare via e molto spesso i migliori sono andati altrove” – ha detto il capogruppo di Campania Libera, Davvero verdi, Psi, Francesco Emilio Borrelli.
“Se è vero che talune Regioni sono ricche, ciò è dovuto anche al trasferimento di risorse dal Sud al Nord – ha ricordato il capogruppo di “De Luca Presidente”, Carmine De Pascale –, tutte le forze politiche devono unirsi fino alla mobilitazione per giungere ad una uguaglianza di diritti da nord a sud”.
“L’unità di Italia fu realizzata con l’occupazione militare del Regno delle Due Sicilie, ora la storia di ripete – ha evidenziato la consigliera Flora Beneduce (FI) – che ha aggiunto: “il Mezzogiorno è centrale ma nel sistema e nelle politiche del Paese quella centralità è stata completamente elusa. Oggi lo sviluppo del Mezzogiorno è un tema del tutto marginale, come dimostra la politica per il reddito di cittadinanza che è solo un obolo che non incoraggerà la crescita del Sud”.
“Il tema delle autonomie promosso dalle Regioni del nord e del regionalismo differenziato è fondamentale per il futuro del sud e per l’unità di Italia, che deve esserci anche sul piano economico e sociale, per questo il tema va affrontato nell’ottica della definizione dei fabbisogni standard e della garanzia dei livelli essenziali delle prestazioni che devono valere per tutti gli italiani” – ha sottolineato Francesco Todisco (De Luca Presidente).
“Il tema della autonomie, come richiamato dal Presidente Mattarella nel discorso di fine anno e come sostenuto da Don Luigi Sturzo, fondatore del Partito Popolare Italiano, deve essere affrontato nell’ottica della coesione sociale ed economica di un’Italia veramente unita – ha detto la capogruppo de “L’Italia è Popolare’, Maria Ricchiuti.
“Giù le mani dalla Campania e dal Sud – ha ammonito il consigliere Alfonso Longobardi (De Luca Presidente in Rete) – , dal nostro territorio parte una forte mobilitazione contro lo scippo dei residui fiscali messo in atto dalle Regioni del Nord che costituisce un agguato alle Regioni meridionali. Come popolo meridionale, non ci preoccupa la competizione messa in atto dall’autonomia, ma vogliamo affrontarla a parità di condizioni”.
“L’Italia cresce solo se cresce il Sud – ha detto il consigliere Vincenzo Maraio (Campania Libera, Psi, Davvero Verdi) -, è un grave errore riportare il Paese ad uno scontro tra Nord e Sud, anche tenuto conto che, come sostenuto da Svimez, una gran parte della ricchezza prodotta al nord deriva dal Sud”.
“Un Paese cresce se cresce la parte più debole del Paese – ha aggiunto il presidente della Commissione Sanità, Stefano Graziano (Pd) – per il quale “invece, l’egoismo è divenuto legge e la solidarietà è divenuta residuale. Il tema fondamentale è tenere unita l’Italia ed è una battaglia di tutti, tutto il Mezzogiorno deve sposare questa battaglia ed è per questo che lancio l’appello a tutte le forze politiche.
“Il paradosso del procedimento delle autonomie è che coinvolge solo le Regioni promotrici e non anche qulle che ne verrebbero danneggiate – ha evidenziato il presidente della Commissione Bilancio, Francesco Picarone (Pd) – e la cosiddetta secessione dei ricchi, se approvata in Parlamento, non potrà più essere discussa in Parlamento ma potrà essere oggetto solo di ricorso dinanzi alla Corte Costituzionale. Quando parliamo di residui fiscali, si fa una grande confusione perché essi riguardano la differenza tra entrate tributaria, riferita al solo cittadino, e la spesa pubblica. In concreto, un cittadino riceverà minori servizi a seconda del luogo di residenza e ciò è incostituzionale perché la nostra Costituzione prevede l’uguaglianza dei diritti per tutti i cittadini italiani. Siamo, dunque, la collasso costituzionale, sociale ed economico – ha concluso Picarone – che, se approvata, sarà un colpo definitivo al Sud, nell’ambito di un’azione di Governo che già penalizza il Sud con il taglio degli investimenti e con il reddito di cittadinanza che è solo mortificante ed elemosina. E sono curioso di sapere cosa faranno quelle forze politiche, come il 5 stelle, che hanno ottenuto voti nel Sud a man bassa, così come le forze del centrodestra che hanno condiviso una parte della nostra mozione”.
“E’ ‘commovente’ l’attenzione per il Sud e per la Campania da parte di forze politiche che, da decenni, rappresentano un comitato di affari sulla pelle della Regione Campania e del Sud – ha attaccato la consigliera Valeria Ciarambino (Movimento 5 stelle), che ha elencato “i provvedimenti contro il Sud adottati dai precedenti governi di centrosinistra e di centrodestra, con i quali gli attuali difensori del Sud del centrodestra hanno svenduto il Sud alla Lega. Grazie al Pd e a FI, i finti paladini del Sud hanno approvato norme e principi che hanno creato le condizioni per dare, con l’autonomia delle Regioni del nord, un colpo mortale al Sud”.
“Il federalismo fiscale potrebbe essere un’opportunità anche per la Campania che potrebbe chiedere maggiore autonomia in alcune materie ma, per poter avere maggiore autonomia, bisogna avere una gestione virtuosa delle risorse – ha detto il consigliere Tommaso Malerba (5 stelle) – ; quanto alla nostra visione sul Sud, come meridionali, sosteniamo la difesa e lo sviluppo del Sud e la crescita dell’Italia”.
“La Campania ha un residuo fiscale negativo di oltre cinque miliardi e, per questo, non può chiedere l’autonomia – ha evidenziato il consigliere Luigi Cirillo (M5S) – quindi chi sostiene questa possibilità è populista”.
“Potremo presentarci a discutere di federalismo se ci presentiamo con il Sud a testa alta – ha detto il Presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, concludendo il dibattito consiliare -, dobbiamo presentarci come una classe dirigente che fa la sua battaglia con competenza, con risolutezza e con civiltà. Le Regioni del Nord, ma c’è una differenza anche tra Veneto e Lombardia, dove c’è maggiore attenzione per l’unità di Italia, spingono per trasferire maggiori competenze e, dopo cinque anni, i residui fiscali. Questo significa imboccare la strada della rottura della unità di Italia. Di fronte a ciò dobbiamo tenere insieme l’art. 116 sul regionalismo differenziato e l’art. 119 che prevede sistemi per garantire la perequazione e la coesione sociale. Per questo la Campania ha chiesto di partecipare al tavolo dei procedimenti per l’autonomia di Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna per comprendere quale sarà il punto di caduta dell’autonomia.
Innanzitutto occorre porre in essere una piattaforma politica che si basa sul presupposto di un’operazione verità per l’Italia sui fondi destinati alle regioni del nord e del sud su sanità, servizi alla persona, istruzione, per partire dalla realtà vera dell’Italia; poi, il tema della spesa storica, che significa orientare i fluissi delle risorse pubbliche sulla base dei servizi che sono stati garantiti sui territori, ma rispetto per la spesa storica ma fondo di incentivazione per le amministrazioni virtuose del Sud; sui costi standard bisogna accettare la sfida ma sapendo che, anche qui, abbiamo un divario di civiltà, quindi necessita un fondo dedicato per le amministrazioni virtuose del Sud; fondo perequativo per recuperare gli standard di civiltà nel Sud; fondo per la coesione, ovvero per l’unità nazionale, per recuperare i divari settoriali e di sviluppo tra nord e sud, cioè l’esatto contrario di ciò che sta facendo l’attuale Governo. Sono certo che anche le regioni del nord condivideranno questo percorso basato sulla civiltà, sulla competitività, sulla gestione virtuosa delle risorse e sulla coesione in un’Italia unita”.
Il Presidente De Luca ha anche sottolineato che “l’Italia ha perso 1 miliardo e 700 milioni di euro a causa della apertura della vertenza “sgangherata” contro l’Europa da parte del Governo Lega-5stelle e la manovra finanziaria peserà come un macigno sul futuro dell’Italia perché le clausole di salvaguardia previste dall’Ue, se non rispettiamo il 3% di deficit, l’Italia dovrà trovare 23 miliardi di euro che saranno di lacrime e sangue, dato che la manovra non solo non crea sviluppo ma crea recessione che ha aggiunto: “questa manovra ha una drammatica criticità: non dà alcuna risposta alla necessità di creare lavoro; per gli investimenti non c’è nulla e vengono bloccate le grandi opere, come la Tav. In questo contesto, la Regione Campania ha fatto registrare un aumento del pil , è cresciuta il doppio della Lombardia, e continueremo a lavorare in questa direzione per creare lavoro e realizzare opere, la Regione Campania ha investito più di quanto il Governo nazionale ha previsto di investire nel 2019, ha investito sull’acquisto del materiale rotabile, sulla portualità turistica, sul piano lavoro per assumere giovani e rinnovare la pubblica amministrazione”.