Trend negativo dei livelli di occupazione, registrati nel trimestre agosto – ottobre. Secondo i dati Istat il calo sarebbe stimato in un diminuzione di 40 mila unità.
Una flessione, in particolare degli occupati a termine, che da ottobre ha interrotto una fase di crescita che andava avanti dal mese di marzo.
A questo elemento va anche aggiunto, però, anche l’incremento dei lavoratori a tempo indeterminato (37 mila unità) dovuto essenzialmente alla stabilizzazione di lavoratori precari di lungo corso, ormai fidelizzati nell’impresa, essendo divenuti meno appetibili i nuovi contratti a termine.
Il picchio verso l’alto della disoccupazione nel mese di ottobre è originato anche da una situazione che non va trascurata.
Il riferimento è costituito dalla forte riduzione degli inattivi, tra cui molti scoraggiati, scesi, anche qui, in un mese di 77mila unità. Persone che si sono rimesse in cerca di un impiego, ma che non lo trovano, visto che l’occupazione non cresce. Vanno poi evidenziati i mancati rinnovi dei contratti a termine penalizzati dal legislatore con la reintroduzione delle causali dopo 12 mesi e resi più onerosi