Gli anni che ci accompagnano, nel nostro percorso di vita, sono propri delle logiche dinamiche imprevedibili dei sassi di una cascata che vengono trascinati in un gioco di spazio tempo incontrollabile. E’ la modalità che ha disegnato il mio essere docente a Salerno nel Liceo Artistico, a Aversa nel Liceo Artistico. A Napoli dall’Istituto d’Arte Filippo Palizzi al Liceo Artistico SS. Apostoli, dall’Istituto Superiore di Design alla Facoltà di Scienze della Natura, dall’Istituto Isabella d’Este Caracciolo all’Accademia di Belle Arti. La collaborazione del fotografo Luciano Basagni, del graphic designer Tina Esposito, dello storico dell’arte Domenico Natale, del prof. Paolo Palermo, del designer Giuseppe Piscopo, ha potenziato il livello di qualità della mia metodologia didattica nel rappresentare il mondo delle forme, con l’uso di strumenti e accessori idonei e non secondo le capacità artistiche più o meno presunte negli studenti, secondo una didattica obsoleta della scuola tradizionale. Facciamo un passo indietro. Albrect Durer, Leonardo da Vinci, Jean Dubrueil, Antonio Canal detto Il Canaletto, ad esempio, usavano apparecchi, come la camera chiara, per produrre un disegno con impaginazione, prospettiva, proporzioni, tecnicamente corrette. L’artista non è chi sa fare, ma chi sa pensare e sa essere innovativo nei contenuti e nell’uso degli insiemi come segni, forme e colori, vissuti da un punto di vista fisico e percettivo. La progettazione è la capacità del sapere vedere, sapere scegliere, sapere organizzare come decodificazione e codificazione dell’esistente: costruire nuove forme, nuove emozioni, nuove sensazioni; un riciclo in modo colto. L’uso della camera chiara non va considerato un limite, ma una strategia operativa. Agli alunni la metodologia del sapere vedere, sapere scegliere, sapere organizzare, propria di tutto il mio fare didattica. Nel workshop all’Accademia di Belle Arti di Napoli, con la professoressa di percezione visiva Lorenza di Fiore, gli allievi hanno vissuto un percorso formativo sull’illustrazione e l’uso dei pastelli con la tecnica a circoletto. Gli ambienti sono stati disegnati con l’ausilio del tavolo luminoso con gli arredi che propongono le rispettive caratteristiche formali e la loro natura materica: duro, morbido, trasparente, coprente, liscio, ruvido; ma anche la componente emozionale, relativa alla percezione soggettiva dell’insieme, con l’uso dei pastelli con tecnica a circoletto con una capacità espressiva difficile da trovare in altre tecniche dell’uso del colore. Alcuni lavori, particolarmente significanti, realizzati dagli allievi, sono diventati le illustrazioni del libro sul colore nell’ambiente domestico “Cose e Case, arredo umano” di prossima pubblicazione. Ancora una volta abbiamo cercato di proporre una scuola non fatta di astrazioni e illusioni del fare artistico, ma di una seria metodologia del sapere pensare e del sapere fare. Per noi, non si nasce, si diventa artisti.
di Franco Rotella