Il fatturato del gioco d’azzardo in Italia nel 2014 è stato di 90 miliardi di euro e l’ erario ha incassato 8 miliardi e 900 milioni. Oggi le statistiche parlano di 96 miliardi di fatturato. In dieci anni è quintuplicato il numero delle famiglie italiane “sovra indebitate”, passate da 200 mila a 1,1 milione. Un problema definito dal ministero della Salute come “incapacità di resistere all’ impulso di giocare d’ azzardo o fare scommesse.” La ludopatia, una patologia erroneamente considerata come banale vizio. Aumentano le famiglie a rischio di scivolare dalla povertà relativa a quella assoluta, che passano da 3 a 4 milioni. Secondo il Codacons (Coordinamento delle associazioni per la difesa dell’ambiente e dei diritti degli utenti e dei consumatori) in Italia sono circa 800mila i malati di gioco patologico. L’industria dell’ azzardo è la terza in Italia per fatturato dopo Eni e Enel. Un numero consistente, tenendo conto che tossicodipendenti e alcolisti sono invece quasi 500mila. Gioca il 50% dei disoccupati, il 17% dei pensionati, il 25% delle casalinghe, il 17% degli adolescenti e c’ è anche un 8% di bambini di età compresa tra i 7 e gli 11 anni, che gioca con denaro online. Nel 2011 sono stati “bruciati” per il gioco quasi 80 miliardi di euro di risparmio delle famiglie italiane, oggi la cifra è nettamente superiore. Per contrastare questa situazione il 2012 la Consulta Nazionale Antiusura ha costituito il Cartello contro il gioco d’azzardo attraverso il quale sono state sviluppate alcune richieste, come l’accesso anche per le famiglie al Fondo di Solidarietà ex- art. 14 l. 108 e l’inserimento del gioco d’azzardo nei Livelli Essenziali di Assistenza, al pari della dipendenza da sostanze. La necessità è quella di fare opera di sensibilizzazione, la difficoltà è quella di contrastare un fenomeno legato alla pratica di giochi che sono stati resi legali.
Simona De Donato