by fastadmin | 26 Dicembre 2025 15:24
Roma – Gli eventi internazionali, in particolare gli scenari di guerra, da quelli in seno al Vecchio continente, con riferimento al conflitto Russo – Ucraino, fino ad arrivare in medio – oriente con l’ennesima sanguinosa crisi israeliano – palestinese, ci restituiscono un’ Europa sempre più ai margini della storia. Ormai i processi decisionali dei contesti internazionali non sembrano nemmeno sfiorare, Berlino, Londra, Parigi, piuttosto che Roma. I destini dell’umanità si discutono essenzialmente sui tavoli di New-York e Pechino, con Donal Trump e Xi Jiping a “dare le carte” per tutti
Anche dall’ultima edizione del Festival della Diplomazia, giunta alla sua sedicesima edizione, viene fuori un affresco assolutamente preoccupante per l’Europa, apparendo sempre di più un vaso di coccio tra i vasi di ferro, di Stati Uniti e Cina. Ne è convinto anche l’organizzatore della kermesse diplomatica, Giorgio Bartolomucci che sottolinea la necessità che l’Europa ritrovi la propria coesione. “Siamo di fronte ad un mondo sempre più multilaterale con tutta una serie di attori, vecchi e nuovi, che vogliono recitare il proprio ruolo da protagonista – afferma Bartolomucci – L’Europa deve ritrovare soprattutto un’ unione sul piano della politica estera, altrimenti rischia di essere schiacciata dalla lotta delle grandi potenze. E’ chiaro che non possiamo rinunciare ai valori che sono stati alla base della nostra civiltà e società occidentale. Avevamo dato per scontato che alcuni di questi valori, come quello della pace fossero scontati ma così non è come i fatti ci dimostrano. Di qui l’ urgenza di tutelare questo patrimonio valoriale”. Anche quest’anno il Festival della Diplomazia svoltosi come sempre a Roma, dal 14 al 24 ottobre scorsi, ha visto una massiccia partecipazione di addetti ai lavori, analisti, con oltre cento eventi tra ambasciate e palazzi istituzionali.
Il tema di fondo è stato il costo dei principi, come il principio di reciprocità, della concorrenza leale, della collaborazione tra le nazioni, che hanno retto per anni le relazioni internazionali e che oggi sono messi in discussione dai dazi, dal rigurgito di politiche protezionistiche, dai vari scenari di guerra. Intanto le sfide a cui la comunità internazionale è chiamata a dare una risposta concreta è quello della fame e più in generale della qualità dell’alimentazione. Anche questa fondamentale questione è stata discussa nel corso del Festival della Diplomazia, che ha visto in più eventi protagonista il professor Carmine Soprano, economista e docente SIOI
“L’ultimo rapporto della FAO – sottolinea Soprano – ci segnala come nel mondo ci siano ben 673 milioni di persone che soffrono la fame. Una piaga terribile che lo stesso Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha definito inaccettabile. E’ una vicenda particolarmente grave in Africa dove una persona su cinque soffre la fame, ma il problema è fortemente diffuso anche in Asia ed in America Latina. Accanto a questo discorso va affrontato quello della qualità del cibo, perché un conto è sfamarsi, altro è nutrirsi. Ed in questo si inserisce tutto il tema dei cibi ultraprocessati e degli ormai altissimo numero di bambini in sovrappeso. Si tratta di una questione che oggi è alla massima attenzione della comunità internazionale. E’ stata tra le priorità del G20 del 2025 che ha visto la presidenza al Sud Africa, ma anche nel G20 del 2024, presieduto dal Brasile presso la cui ambasciata a Roma – nel corso proprio dell’ultimo Festival della Diplomazia – si è svolto un importante evento di analisi e di sensibilizzazione che io stesso ho avuto l’onore di moderare”
di Antonio D’Ascoli
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