Superbonus ennesimo cambio e se non fosse solo una questione di cassa?…

by fastadmin | 16 Maggio 2024 19:21

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L’ennesimo Decreto Legge che interviene sul superbonus crea ulteriore confusione in un settore che ormai da 4 anni vive una agonia travagliata che forse sarebbe stato utile piangere il morto.

Il morto ovviamente è tutto l’indotto creatosi con la ristrutturazione di un parco immobiliare vetusto e che la tanto cara e amata Unione Europea ci chiede a gran voce di aggiornare.

E come ogni buon funerale che si rispetti ci deve essere qualcuno che paga il conto, ed il conto lo pagheranno alla fine le imprese che stanno fallendo e falliranno sempre più, ma anche le banche fino ad arrivare ai proprietari che fidandosi di una misura, che sicuramente è stata fatta non benissimo, che presenta lacune e carenze, ma dava la possibilità a chi non si potesse permettere una spesa importante come quella di una ristrutturazione integrale di un fabbricato.

Il Governo Meloni, ed in particolare il ministro Giorgetti, ha ipotizzato una retroattività per le spese sostenute dal primo gennaio 2024 mediante correttivi dal DL 39/2024. Ma sinceramente non è chiaro cosa vuole intendere il Ministro Giorgetti poiché fa e disfà come più ritiene opportuno in barba a cosa pensano e dicono i propri colleghi di partito e di maggioranza, limita la circolazione, limita la cessione ma non nel contempo non consente alle imprese ed agli addetti ai lavori di procedere con il compimento delle opere, pur sapendo che emanando continuamente correttivi scaturiscono delle contrazioni naturali che impediscono uno scorrimento fluido delle attività cantieristiche, inoltre scaglia il braccio armato contro chi, onestamente cerca di portare a termine un lavoro, vedasi quanta attività della Guardia di Finanza e della magistratura, che congelano cassetti interni in attesa poi di una ridiscussione, che nel frattempo come una clessidra inesorabile scandisce un tempo di avvicinamento alla “dead -line”.

Eppure quando nel 2020 il Governo Giallo verde a Guida Conte esultava all’innovazione con l’emissione del Superbonus 110%, che tanto fece subito discutere tutti gli addetti ai lavori, come poteva uno Stato concedere anche gli interessi su una agevolazione, ma quel Governo del Ministro TRIA aveva individuato la soluzione ed anche valutato tutte le possibilità di poter far fronte ad inconvenienti.

Ma la cosa che fa sorridere, se non fosse così drammatica nel suo insieme, e che il sottosegretario alla presidenza del consiglio di quel Governo era tale Onorevole Giancarlo Giorgetti che entusiasticamente anch’esso si affacciava al balcone come uno dei risolutori dei problemi della Patria, quindi a questo punto ci si chiede ma non è che si sta tentando un golpe interno a spese degli Italiani?.

Il problema dei bonus c’è, sicuramente lo Stato aveva fatto i conti in un modo e se li ritrova in un altro ma alla fine della corsa chi resta con il cerino in mano è sempre la categoria politicamente più debole, il dato che giunge da Bruxelles è una pressione sui Governi affinchè recepiscano le direttive UE e anche l’Italia si adoperi su quanto di propria competenza, la cosa più plausibile pare che sia un restyling dei bonus attuali con un ripensamento globale che vada a coniugare un po’ la necessità di contenimento della spesa pubblica con l’esigenza di rispondere il più realisticamente alla direttiva casa green.

Insomma tutto sommato il problema grave non è sulla longevità della fruizione del credito ma sulla possibilità di attuazione di un decreto che cambia con il calar del sole, e soprattutto fin quando durerà questo gioco al massacro?, voci sempre più insistenti parlano di class action da parte di ordini, di categorie di lavoro che mettano in campo tutto quanto patito e presentino il conto che sarà senza dubbio molto salato.

di Alessandro Pepe

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