by fastadmin | 27 Marzo 2023 15:47
Roma – La Corte dei Conti ha già lanciato il suo grido d’ allarme “Grave ritardo sul Pnrr: speso solo il 6 per cento delle risorse”. L’Italia in questa speciale classifica è al penultimo posto.
Lo scorso venerdì 24 marzo a Roma presso la sede di rappresentanza del Parlamento Europeo, la Conf PMI ITALIA ha evidenziato la stessa criticità a cui è necessario porre riparo, per quanto ancora sia possibile, nel corso del convegno “Il ruolo delle PMI nella transizione digitale ed ecologica: analisi, riflessioni, e proposte operative”.
Bandi non sempre coerenti, lungaggini burocratiche, pubblica amministrazione con personale ridotto al lumicino: questi alcuni dei nodi affrontati.
Il mondo delle imprese, rappresentati dalla Confederazione, così come i professionisti e gli esponenti del Terzo Settore, hanno analizzato il delicato momento storico provando a tracciare anche proposte migliorative per superare gli ostacoli che le imprese stanno incontrando nell’applicazione delle misure derivanti dal Pnrr.
“Le risorse a disposizioni sono importanti, circa 200 miliardi di euro, assegnate all’Italia in funzione del gap da colmare rispetto agli altri Paesi europei – ha dichiarato l’Europarlamentare, Onorevole Salvatore De Meo, Presidente Commissione per gli Affari costituzionali e Membro della Conferenza dei presidenti di commissione – -. È necessario non perdere questa straordinaria opportunità con progetti che siano realmente funzionali allo sviluppo e alla crescita. In tal senso, le imprese vanno coinvolte in questo processo e non ostacolate come si sta facendo ad esempio con la normativa sul packaging che su certi aspetti si raggiunge l’assurdo. Sulla transizione ecologica e digitale bisogna procedere in maniera concreta favorendo questo passaggio e non andare avanti in maniera ideologica, mettendo in difficoltà le imprese”.
“Siamo di fronte ad un’ opportunità – ha ribadito il Presidente Nazionale Confederale di Conf PMI ITALIA, Tommaso Cerciello – che va colta in pochissimi anni, entro il 2026. La burocrazia non ci aiuta e l’Italia resta maglia nera nell’utilizzo dei fondi. Attraverso le nostre sedi ed i nostri esperti, stiamo cercando di essere al fianco delle imprese assistendole nell’accesso e nello sviluppo dei bandi. Ed è proprio questa la nostra forza e la leva della nostra costante crescita: fornire servizi alle imprese”
A preoccupare il dottor Massimo Favia, Presidente Conf PMI ITALIA – Regione Puglia e Presidente Rete Iridium – Pnnr, sono gli atti da produrre da parte della Pubblica Amministrazione, se solo si considera che vi sono ancora rendiconti relativi a linee di finanziamento che risalgono al 2016. Ed il timore aumenta se si pensa che per il Pnrr, tutto deve essere concluso entro il 2026. Nel suo intervento, Favia ha illustrato alcuni casi significativi di aziende che sono state accompagnate nel processo di digitalizzazione, ma anche sottolineato con amarezza come la gran parte delle PMI non approfitterà della grande occasione di migliorare, in maniera strategica, il proprio livello di competitività. Si finirà per accettare passivamente le difficoltà senza provare a reagire, in una situazione che gli americani definiscono con il principio della “Rana bollita” .
Cosimo Tosto, imprenditore – Senior Advisor Yuordigital, ha approfondito – con altri casi pratici – la necessità che le PMI che costituiscono l’80 per cento delle imprese italiane, escano dalla loro “confort zone”. “È necessario uscire dalla confort- zone – ha affermato Tosto – e mettere in discussione tutti i nostri piani aziendali. Le nostre aziende vanno ripensate non come organizzazioni che sanno le cose, ma da un gruppo di persone che vogliono imparare tutto. Per fare questo è importante che si ponga debita attenzione al capitale umano, cosa che nessuna fa”.
L’avvocato Giovanni Iacobelli, penalista e consulente del comitato per la legislazione Camera dei Deputati si è soffermato, invece, sui rischi – rispetto al Pnrr – relativi alle infiltrazioni della criminalità organizzata. Iacobelli ha puntato l’indice sulle contraddizioni della Cartabia e più in generale sull’inefficienza della giustizia che finisce per pesare sulla fiducia nelle istituzioni da parte di cittadini ed imprese, influendo negativamente su crescita e sviluppo.
Molto interessante è stata l’analisi di Andrea D’Onofrio, Presidente della Sede provinciale di Caserta ed esperto di finanza agevolata. Attraverso l’esame di un bando ha evidenziato le criticità e le contraddizioni “tipo” che spesso sono alla base di ritardi e difficoltà in fase di progettazione, sviluppando in questo modo il tema “Profili applicativi del Pnrr nei confronti delle PMI”
Uno degli ostacoli con il quale confrontarsi è certamente la Pubblica amministrazione che spesso produce atti amministrativi “autoreferenziali”, piuttosto che funzionali. Ecco perché tra le proposte, D’Onofrio inserisce la necessità di un Garante per i rapporti con la Pubblica amministrazione e la formazione di esperti nella stesura di bandi e capitolati d’appalto che oggi si presentano generici e spesso “pieni di vuoti”.
L’ingegnere Salvatore Napolitano, dello studio d’ingegneria Arching, ha sottolineato il delicato rapporto tra “Edilizia e Transizione ecologica”, rimarcando come le varie misure dei tanto denigrati bonus abbiano invece – nel concreto – assolto all’ obiettivo prefissato dalla specifica direttiva europea in materia, con un generale miglioramento dell’efficientamento energetico del patrimonio edile interessato.
Lo stesso Napolitano ha rivendicato la necessità di un “ruolo chiave”- in fase di programmazione – da parte delle imprese e degli Ordini professionali che non possono essere relegati sempre ai margini, subendo scelte fatte da altri senza cognizione di causa o esperienza specifica.
Il professor Stefano Palermo, ordinario di Storia economica, Preside della facoltà di Giurisprudenza presso l’Università telematica Pegaso, ha chiuso le fila del ragionamento con il suo intervento “Tra crisi e ripresa. La transizione gemella come occasione di sviluppo per il Paese”. La sua analisi ha dato un quadro d’ insieme rispetto all’attuale momento storico che è evidentemente il prodotto di un lungo percorso che dopo le fasi di crescita ha visto il radicarsi di una “lunga stagnazione italiana” che trae origini ancor prima della crisi del 2008 fino ad affondare negli ultimi “scampoli” degli anni 90. Uno scenario che è figlia anche di una “nuova convergenza” verso l’est del mondo. In tutto questo le transizioni gemelle, quella digitale e quella ecologica, oggi, rappresentano elementi che sono dentro i processi produttivi e con i quali le imprese devono confrontarsi con dei paradigmi completamente nuovi, forse più dirompenti dell’impatto che la rivoluzione industriale ebbe sulla società del tempo
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