La Confsal senza se e senza ma col popolo ucraino in un primo maggio di pacificazione, per il lavoro, per la sicurezza dei lavoratori e per un PNRR che dia garanzie alle imprese e non si trasformi in un boomerang.”

by fastadmin | 4 Maggio 2022 16:24

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Il “dramma umanitario” rappresentato dalla guerra in ucraina trova spazio nelle parole di Angelo Raffaele Margiotta, segretario generale Confsal, sindacato che festeggia il primo maggio, per la quinta volta in piazza del plebiscito a Napoli e, stavolta, sotto lo slogan “insieme”, sul palco anche con gli imprenditori. “Dobbiamo essere capaci di sostenere ed essere vicino al popolo ucraino e alla sua difesa perché vittima di un’invasione – ha dichiarato Margiotta – e nello stesso momento dispiegare un’azione politica che porti a un negoziato, a un cessate il fuoco, e con esso alla pace e alla convivenza tra i popoli. La pace significa progresso, futuro, la guerra è contro tutto questo”. – “è la diplomazia, la politica, l’Europa che devono regolare le armi non viceversa. Costruire la pace, ha proseguito Margiotta, non è facile, ma è senz’altro possibile se l’Europa, e con essa l’Italia, assume la regia di un percorso politico di supporto a un negoziato che porti a un cessate il fuoco, al ritiro dei propri confini e magari risolvendo anche questioni che da troppo tempo si trascinano”.

“Siamo ancora una volta a Napoli per rilanciare la centralità del lavoro e richiamare l’attenzione sulle grandi questioni che attanagliano il mondo del lavoro: mezzogiorno, scarso sviluppo, la questione giovanile e la drammatica piaga delle morti bianche sul lavoro”.

“Noi abbiamo delle grandi questioni, quella dei salari che sono bassi e quella del costo del lavoro che è molto alto. Le due problematiche si riverberano reciprocamente. Per cui lavoratori e rappresentanti dei lavoratori, insieme ai rappresentanti degli imprenditori, devono combattere uniti per questi obiettivi: ridurre la pressione fiscale sui salari e ridurre il costo del lavoro per la ripresa economica”.

Sul PNRR Margiotta ha aggiunto: “siamo preoccupati, rischia di essere boomerang, se non vi saranno ricadute per la crescita strutturale del tessuto economico.”

Sulle morti bianche la ricetta del governo è sbagliata, ha poi detto Margiotta parlando della questione sicurezza sul lavoro. “le morti bianche vanno evitate”. “chi lavora – ha aggiunto Margiotta – lo fa con un progetto di vita, non di morte. L’aumento di oltre il 50% dei morti nel primo scorcio di quest’anno rispetto all’anno scorso ci dice chiaramente che la ricetta messa in campo dal governo è sbagliata. Lo avevamo detto già prima, quando si puntava solo agli effetti mediatici dell’annuncio della chiusura delle imprese. Mediaticamente forse rendono, ma i problemi poi parlano e i dati raccontano un’altra storia. La Confsal da anni dice che possiamo vincere questa guerra solo attraverso un concetto fondamentale: la prevenzione partecipata”. Infine, sui salari, ha detto che non aumentano perché il governo ha tassato anche quelli più bassi, introducendo di fatto una tassa sulla povertà: “si dice che i salari sono bassi e devono aumentare, ha detto il segretario generale della Confsal, ma i salari non possono aumentare per decreto, sono bassi perché anche lo stato ci mette la sua”. Infatti, se 8 euro orari sono un salario al limite, perché danno in tasca al lavoratore 1.100 euro, se poi arriva lo stato e va a prelevare 80 euro, allora siamo di fronte a un prelievo di quasi l’8% e una tassa su questo salario è una tassa sulla povertà: i partiti del lavoro dove sono?

A chi pensa che il salario possa diventare di 9 euro per decreto, stiamo facendo capire che può rimanere anche di 8 se li detassiamo, perchè 8 detassati corrispondono a 9 con le tasse”, ha aggiunto Margiotta

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