Relazione DIA, “I clan sempre più interessati all’ economia legale”. Sen.Urraro (Commissione Antimafia) “Attenzione alle nuove aggressioni”. Conf PMI ITALIA “Adottato Codice Etico di Comportamento”

by fastadmin | 15 Aprile 2022 12:01

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Roma – Le organizzazioni criminali cambiano pelle. Non più “coppola e lupara”, ma sempre più spesso, assumono le sembianze di colletti bianchi capaci inserirsi sempre di più nei meccanismi dell’economia.

A lanciare l’allarme è la Dia che nel suo consueto rapporto relativo ai primi sei mesi del 2021 fotografa in maniera chiara le dinamiche di “mimetizzazione” dei clan più strutturati che potrebbero concretamente contaminare anche le iniziative da mettere in campo con il Pnrr.

L’ immediata disponibilità dei capitali illecitamente acquisiti dalle mafie – si legge in un passaggio della relazione –  potrebbe incidere, mediante attività di riciclaggio sulle capacità dei sodalizi di inquinare l’economia e di infiltrare la pubblica amministrazione per intercettare le risorse pubbliche immesse nel ciclo produttivo”.

Sotto la lente di ingrandimento della Dia tutte le possibili anomalie che potrebbero rappresentare indizi da non sottovalutare per seri tentativi di infiltrazione nell’ economia legale, anche approfittando delle difficoltà storiche a cui molte imprese sono andate incontro a causa del Covid.

A tal proposito è di grande interesse lo studio dell’Organismo permanente di monitoraggio ed analisi sul rischio di infiltrazione nell’economia da parte della criminalità organizzata di tipo mafioso

Lo stesso si sofferma soprattutto sulle variazioni societarie registrate in Italia nel periodo marzo 2020 – febbraio 2021, rispetto all’ annualità precedente senza la  pandemia. I settori maggiormente interessati sono quello immobiliare, il commercio all’ingrosso, mentre le società maggiormente colpite da interdittive sono quelle che operano nelle costruzioni.

Anche le criptovalute rappresentano un’ opportunità per le organizzazioni criminali per il riciclaggio e dunque il fenomeno andrà monitorato con attenzione.

La maggiore propensione delle mafie a inquinare l’ economia legale trova maggiore conferma nell’aumento delle segnalazioni di operazioni sospette e dei provvedimenti interdittivi antimafia. In particolare, nel primo semestre del 2019 avevamo 49.104 segnalazioni, nel primo semestre 2020,  e nel primo semestre del 2021, 54.228.

Stesso aumento lo si rileva anche per le comunicazioni interdittive antimafia con 279 nel primo semestre 2019, 384 nel primo semestre del 2020, 455 nel primo semestre del 2021.

Come si fronteggia questa avanzata invisibile? Nella relazione si evidenzia come la strada maestra possa essere solo la condivisione delle informazioni e la cooperazione sinergica tra gli organi investigativi e giudiziari dei singoli Paesi. 

Le organizzazioni imprenditoriali, però, provano da di dentro a tutelarsi da possibili “mele marce”, che intendono aprire aziende solo per far “girare” i loro proventi illeciti.

La nostra Confederazione – afferma il Presidente Nazionale Confederale di Conf PMI ITALIA, Tommaso Cerciello – è da sempre impegnata nel garantire massima trasparenza di azione. La Conf PMI ITALIA ha adottato un Codice Etico di Comportamento a cui aderiscono tutti i nostri iscritti. Inoltre abbiamo aderito da tempo al Protocollo d’ intesa contro le mafie e anti- usura del Ministero degli Interni. In questo momento storico così difficile, le sigle sindacali datoriali e di lavoratori devono produrre il massimo sforzo nell’impedire qualsiasi tipo di infiltrazione da parte delle organizzazioni criminali

“Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza rappresenta – afferma il senatore Francesco Urraro, componente della Commissione Parlamentare Antimafia – la pietra angolare per la ripresa del Paese, da un lato, e per lo scenario di rischio di aggressioni mafiose dall’altro.

Partire dal PNRR significa indagare gli strumenti di prevenzione e repressione delle infiltrazioni mafiose messe in campo dal nostro Paese in riferimento alla fase di rilancio, ricostruzione e rigenerazione che i fondi europei permetteranno.

Il nuovo scenario nel quale operiamo anche in Commissione antimafia risulterà quindi indissolubilmente legato all’attuazione del PNRR, ma dovrà tenere presente la nuova fase che il Paese vive e che dalla fine della primavera 2021 ha portato il Paese a progressive riaperture con importanti ricadute sia sull’ambito sociale sia su quello produttivo. Continuano ad essere quindi rilevanti i tre assi di ricerca individuati nella prima fase, che ora però vanno verosimilmente ad incrociare le nuove strategie, i nuovi appetititi, le nuove aggressioni che le consorterie mafiose stanno verosimilmente attuando o progettando di attuare.

D’altra parte lo scenario attuale impone di porre l’attenzione almeno su altre due novità di rilievo:

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