Balneari, concessioni delle spiagge valide fino al 2023. Preoccupati gli operatori “Nessuno ci tutela”

by fastadmin | 2 Dicembre 2021 21:10

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Quello che si profila all’orizzonte è una vera e propria rivoluzione per gli operatori balneari. Le attuali concessioni delle spiagge che fanno parte del patrimonio Demaniale potranno proseguire fino alla fine del 2023.

È questo, infatti, il termine ultimo e finale entro il quale si dovrà procedere al riordino radicale della normativa di settore, attraverso l’apertura al mercato libero ed al principio della concorrenza.

Tutto questo per effetto di una recente sentenza del Consiglio di Stato che di fatto impone all’Italia di dare seguito alla direttiva europea Bolkenstein del 2006 con la quale si prevede la liberalizzazione delle concessioni pubbliche degli spazi demaniale da regolare attraverso gare d’appalto.

Si tratta di una querelle che va avanti da anni senza che lo Stato italiano sia stato capace di addivenire ad una regolamentazione complessiva del settore che di fatto oggi viene imposta solo grazie alla decisione di un giudice.

Il nuovo scenario preoccupa non poco le piccole e medie aziende del comparto che in questi anni si sono esposti anche ad importanti investimenti per migliorare la propria attività, in vista di concessioni con scadenze con un orizzonte molto lontano. Con il nuovo imminente scenario, chi li ripagherà di questo danno?

Le associazioni di categorie sono già sul piede di guerra. Sono profondamente deluse e si sentono abbandonate dallo Stato, ma non sono disposte ad arrendersi e cercheranno in ogni modo di far sentire la propria voce. Tra queste, l’associazione ITB ITALIA – Associazione Imprenditori Turistici Balneari Italia, Giuseppe Ricci e l’associazione Italia Balneare, rappresentata dal presidente Vittoria Ratto, che rappresentano il riferimento della Conf PMI ITALIA.

L’Italia è l’unico Stato europeo che recepito, nel 2010, la direttiva afferma il presidente dell’associazione Italia Balneare, Vittoria Ratto – per noi operatori italiani non varrà il principio di reciprocità. I nostri colleghi europei potranno partecipare a bandi di gara per la gestione di spazi demaniali, mentre noi non lo possiamo fare in un altro Stato membro dell’Ue. Mi sembra una grande contraddizione ed una testimonianza plastica di come il governo italiano non tuteli le proprie imprese. Da anni chiediamo una legge di riordino del settore, ma le nostre richieste sono sempre rimaste inascoltate”.

È verosimile che prima che la direttiva entri a regime si profili una lunga stagione di ricorso. Inoltre, la presidente Ratto non esclude anche un peggioramento dei servizi nella gestione degli spazi demaniali. “Un operatore prima di acquisire tutte le certificazioni necessarie– precisa la presidente Ratto – ha bisogno di almeno tre anni. Prevedo un periodo di caos e di vuoto”.

Ma cosa chiedono in concreto gli operatori di settore?

“Chiediamo – afferma la presidente Ratto – che nel riordino del comparto si tenga in debito conto degli investimenti sostenuti, prevedendo formule di risarcimento. Ma soprattutto auspichiamo anche un impegno politico finalizzato anche ad una modifica e revisione della direttiva stessa. Sono in gioco i sacrifici, i soldi, e la grande competenza di tanti piccole e medie imprese che sono l’orgoglio del turismo italiano”.

Siamo vicini come Confederazione – afferma Tommaso Cerciello, Presidente della Conf PMI ITALIA – alla difficile situazione che stanno vivendo gli operatori del settore balneari. Faremo sentire in ogni sede la loro voce, affinché si giunga ad equa regolamentazione del comparto che salvaguardi chi ha profuso il massimo impegno, mettendosi in gioco in prima persona. Anche in questa circostanza, rileviamo con amarezza, che lo Stato ha agito con superficialità non premiando gli sforzi di quanti lavorano per la crescita del Paese

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