Vaccino Covid: perché il fastidioso dolore al braccio?

by fastadmin | 8 Luglio 2021 18:22

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Sebbene il dibattito tra la popolazione riguardo l’efficacia del vaccino Covid-19 resti ancora aperto, così come la discussione su quale, tra quelli ad oggi approvati,  sia il più “sicuro”, il dato di fatto è che l’adesione sempre crescente alla vaccinazione sta facendo raggiungere risultati abbastanza incoraggianti in termini di “ripresa” della quotidianità. 

Che si tratti di Astrazeneca, di Moderna, di Pfizer o di Johnson, tra gli effetti collaterali moderati più comuni va per la maggiore il dolore al braccio: sempre più frequente e, in casi non rari, questo dolore permane anche per una settimana. Perché? 

La spiegazione, che riguarda anche vaccini differenti da quello COVID-19, è piuttosto tecnica: nel nostro organismo esistono delle cellule dette APG (Antigen Presenting Cells) che contengono l’antigene, deputato a reagire tramite creazione di anticorpi ogni qualvolta si presenti una sostanza estranea, creando la risposta immunitaria (detta adattiva) che si verifica dopo l’iniezione. A questo tipo di risposta, si aggiunge una ulteriore reazione immunitaria – detta “innata” – ossia quella che immediatamente dopo l’inoculazione crea un alto numero di anticorpi che, a loro volta, producono delle proteine  (tra cui, per esempio, citochine e prostaglandine). Il ruolo di queste proteine è quello di aumentare il flusso sanguigno, dilatando i vasi e provocando di conseguenza rossore e gonfiore sulla zona interessata. Per questo motivo si può manifestare un interessamento dei nervi vicini che, infiammandosi, creano dolore. Le prostaglandine, tra l’altro, sono in grado di entrare in comunicazione con i recettori del dolore e causarne una attivazione col risultato, appunto, della sensazione del dolore.

Il dolore al braccio è un effetto secondario comune a tutte le tipologie di vaccino ma, stando alle casistiche nazionali, pare che Pfizer e Moderna ne mantengano le percentuali più alte: dopo la prima dose, infatti, oltre l’80% delle persone in test a cui è stata somministrata questa tipologia di vaccino, ha lamentato questo fastidio. Anche in questo caso la risposta è tecnica: l’RNA che è alla base del principio di questi vaccini, è un potente attivatore della risposta immunitaria innata. 

Un effetto collaterale quindi, ma piuttosto  comune e poco allarmante (ribadiscono gli esperti), dettaglio che non è da poco, considerato il periodo dei mille “perché?”.

di Chiara Riccio

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