by fastadmin | 1 Luglio 2021 21:34
“Sono andato dal medico per un forte dolore alla spalla, mi ha prescritto solo un integratore: non lo prendo, cambio medico”.Un mercato in forte crescita, con un trend positivo costante e che gode di un valore di mercato superiore ai 3,5 miliardi di euro nel 2019. Eppure, come affermato dalla stessa FederSalus, argomento che desta notevoli scetticismi nei pazienti quanto nei professionisti della salute.
Perché? Tanto per cominciare, la prima chiarezza da fare riguarda la definizione che al termine “integratore alimentare” si attribuisce: tuttora, infatti, resta diffusa la concezione che si tratti esclusivamente di prodotti a base di vitamine e/o sali minerali (di ricostituenti per un organismo spossato o denutrito, per dirla semplice). Si fa molta fatica a considerare un prodotto registrato che riporti la dicitura “integratore alimentare” come soluzione per una specifica problematica. Eppure, stando alle casistiche nazionali e alle testimonianze di esperti della materia, una assunzione mirata e ponderata di specifici “food supplements” ha permesso di limitare notevolmente l’abuso e l’uso improprio di farmaci propriamente detti, e con essi i conseguenti effetti collaterali.
Dall’area muscolo-scheletrica a quella neurologica, passando per l’uro-ginecologica e quella gastro-intestinale: l’integratore alimentare può prevenire e, in casi non rari e con un’attenta disamina del medico prescrittore, può curare.
Nel 2021, le aspettative della qualità della vita dei cittadini sono cambiate: l’età media di operatività si è allungata notevolmente, e con essa le abitudini e i ritmi della routine quotidiana hanno subìto una drastica accelerazione. In questo contesto, quello della necessità di ritardare il più possibile il diminuire delle capacità fisiche, si è mostrato determinante il ruolo dell’integratore alimentare.
La riduzione degli episodi recidivi di lombosciatalgia o cistiti ricorrenti, la gestione dei dolori causati dall’osteoporosi, il controllo dell’ipercolesterolemia e della glicemia e di tante altre problematiche limitanti per i pazienti, hanno fatto dell’integratore alimentare un punto di riferimento nell’approccio del medico al paziente.Che sia una cultura innovativa, tecnicamente non si può dire: nasce con l’uomo l’utilizzo delle proprietà curative dei principi attivi offerti dalla natura. Il gel estratto dalle foglie di aloe vera, per dirne una, è da secoli utilizzato come potentissimo lenitivo epidermico, così come non è tecnica moderna per le popolazioni arabe quella di centrifugare gli scarti di pollo e suino per ricavarne acido ialuronico, un efficacissimo antidolorifico e antinfiammatorio naturale. Che le più grandi aziende farmaceutiche abbiano scelto di investire in questo settore, del resto, non può essere un caso. Ma questa è un’altra storia.
di Chiara Riccio
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