by fastadmin | 15 Febbraio 2021 21:56
Il vero incubo per la ripartenza è l’incertezza. E’ questo lo spettro che aleggia su tutti gli operatori economici ed in maniera più “inquietante” sul destino di ristoratori e albergatori.
Un quadro normativo, sempre fluido, a seconda dell’andamento dell’indice Rt, una situazione globale con spostamenti estremamente complicati, rendono estremamente difficile qualsiasi tipo di programmazione. Secondo alcune stime l’intero comparto è stato già colpito da un crollo del fatturato dell’87%. Ed i prossimi mesi, non promettono nulla di buono con la scadenza del sblocco dei licenziamenti, salvo proroghe, stabilita per marzo. Secondo le previsioni potrebbero essere a rischio almeno il 40 per cento dei posti di lavoro.
“Siamo di fronte ad una situazione di estrema gravità – afferma Giuseppe Reticella, presidente del Centro studi turistici manageriali (CSTM) aderente a Conf PMI ITALIA – che richiederebbe una risposta maggiormente adeguata che in molti casi è stata insufficiente con ristori che al massimo hanno coperto al massimo il 12 per cento del fatturato. Francamente troppo poco, soprattutto se paragonato a quanto è riuscita a fare la Germania che ha dato dimostrazione di essere capace di ottimizzare al meglio le proprie risorse”.
Ma cosa bisognerà auspicarsi per il prossimo futuro? In primo luogo, un progressivo, ma deciso ritorno alla normalità sul piano globale. Una prospettiva che al momento appare ancora lontana. E’ ben nota come l’incidenza del turismo estero sia fondamentale per la ripresa. Ecco perché la stessa offerta turistica dovrà cambiare concentrandosi, sottolinea Reticella, su quella individuale. Bisognerà considerare, inoltre, anche il trend degli ultimi anni con il tramonto delle vacanze prolungate che hanno ceduto il passo a week end più frequenti, seguita da una drastica riduzione della spesa pro – capite.
Al momento le misure del governo vengono giudicate insufficienti e poco efficaci dagli operatori. Lo stesso Reticella evidenzia come lo stesso bonus vacanze alla fine non abbia prodotto risultati apprezzabili. “Sarebbe stato meglio – aggiunge Reticella – destinare queste risorse per misure specifiche alle aziende”.
Positiva, invece, la valutazione sull’istituzione da parte del nascente Governo Draghi del Ministero del Turismo con portafoglio
“Un Ministero – evidenzia Reticella – che non sia un nuovo centro di spesa ma di investimenti produttivi, anche se nell’immediato è estremamente urgente che si completi con procedura di pronto intervento e di soccorso amministrativo rivolto a tutte quelle imprese che, per motivi formali e non sostanziali, non hanno avuto accesso alle azioni di ristoro, in molti casi profusi generosamente. Un doveroso atto di equità sociale dovuto a queste imprese per le quali è assolutamente necessario intervenire con avvisi specifici a loro dedicati e riservati per garantire il diritto di esistere e non disperdere il patrimonio di professionalità costituito in questi anni. Non sarà certo l’istituzione di un Ministero la panacea di tutti i mali, ma costituisce un ottimo punto di partenza per finalmente procedere, ad un coordinamento delle politiche turistiche regionali, alla valorizzazione delle categorie professionali tradizionali ed emergenti, alla individuazione delle nuove figure professionali che il settore ha spontaneamente generato, ad un riordino legislativo nazionale ed europeo che metta nelle condizioni le imprese di competere sui mercati internazionali per fronteggiare una concorrenza sempre più pressante. Non i soli, ma sicuramente i principali per rifondare, iniziando dalle fondamenta questo sistema turistico, che in occasione del recente fenomeno pandemico ha evidenziato tutte le sue fragilità, le tante criticità accumulate in quest’ultimo mezzo secolo di inadempienze, di inefficienze”
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