Fisco, tra agevolazioni e fittizia residenza fiscale: quando le differenze delimitano il confine della legalità

by fastadmin | 3 Febbraio 2021 17:07

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Il risparmio fiscale è un diritto di ogni cittadino, quindi di ogni impresa. Ciascun imprenditore, anche nel proprio piccolo, è alla costante e giornaliera ricerca di un risparmio fiscale. Ma attenzione il risparmio fiscale è un diritto ma unicamente se perseguito secondo le norme di legge.
In via semplificativa, applicando e usufruendo correttamente delle misure consentite dalla norma quali detrazioni, deduzioni, etc..

LE CHIMERE SUL WEB SU IMPROBABILI RISPARMI FISCALI

Sicuramente, a tantissime imprese è capitato di imbattersi sul web in siti che promettono un risparmio fiscale in termini di tassazione altissimo, offrendo la costituzione o il trasferimento di una
società all’estero in brevissimo tempo, senza quasi nessuna incombenza da parte dell’imprenditore, con una sede, indirizzo, segreteria, cloud di memorizzazione documenti, etc., decantando le opportunità propizie di una delocalizzazione solo formale della sede aziendale e non anche fattuale, cosa che costerebbe alti patrimoni di investimento all’azienda.
Altrettanto, sicuramente, molti sono andati più a fondo nelle informazioni ed alcuni hanno aderito procedendo, dietro pagamento delle prestazioni e di apposite commissioni, a creare o delocalizzare solo formalmente in tal modo l’azienda all’estero ma continuando, di fatto ad operare
in Italia.

L’ESCAMOTAGE DELLA SEDE ALL’ESTERO DELLA SOCIETA’

Molti di più hanno agito in proprio, creando semplicemente delle sedi aziendali in Paesi Esteri a fiscalità agevolata rispetto l’Italia, mediante rapporti e contatti diretti o per tramite di intermediari,
dichiarando poi all’Agenzia delle Entrate la migrazione dell’impresa al di fuori dei confini dello Stato. Anche in questo caso l’impresa è rimasta operativa in tutto e per tutto nel territorio dello
Stato procedendo solo ad un trasferimento formale, una mera sede e residenza, un ufficio e/o recapito.

L’azienda che decide di trasferirsi in un Paese Estero, a fiscalità privilegiata rispetto l’Italia, agisce in suo pieno diritto e non viola alcuna legge; ma, deve realmente trasferire il centro dei propri affari, il centro decisionale dell’impresa e/o il luogo dove effettivamente viene svolta prevalentemente l’attività di impresa.
Quindi, attenzione, le operazioni descritte non rappresentano il legale diritto dell’impresa d ottenere un risparmio fiscale. Queste operazioni di fatto rappresentano un vero e proprio metodo di elusione e abuso delle norme di diritto e, nel caso specifico parliamo di esterovestizione
dell’imprese.

CHE COS’E’ L’ESTEROVESTIZIONE

Parliamo di esterovestizione quando si procede alla fittizia localizzazione della residenza fiscale di una società all’estero, in particolare in un Paese con un trattamento fiscale più vantaggioso di quello nazionale, con il solo scopo di sottrarsi al maggiore peso fiscale.
In parole povere l’impresa simula di essere residente all’estero per sfuggire al regime tributario italiano.

Il Testo Unico sulle Imposte sui Redditi, all’art.73, prevede delle presunzioni per cui tali imprese si considerano residenti in Italia salvo prova contraria fornita dal contribuente.
La norma vuole colpire coloro i quali pongono in essere un trasferimento artificioso della residenza in un altro Stato, mantenendo la sostanza in Italia, con lo scopo di perseguire un risparmio d’imposta.
In questi casi sarà il contribuente a dover fornire la prova contraria e dimostrare così l’effettività del suo stabilimento all’estero. La prova può essere fornita con qualsiasi adeguato elemento di fatto, con atti, documenti o situazioni idonei a dimostrare l’effettivo trasferimento nello Stato estero.

Qualora il contribuente non fosse in grado di fornire la prova contraria, l’impresa “esterovestita” sarà considerata a tutti gli effetti fiscalmente residente in Italia con la conseguenza che sarà soggetta a tutti gli obblighi che prevede il nostro ordinamento per le società residenti quali: tenuta
delle scritture contabili, documentazione delle operazioni, liquidazioni di imposta, determinazione del reddito, presentazione delle dichiarazioni fiscali, pagamento delle imposte. Ovviamente il tutto maggiorato ancor di più dalle sanzioni e interessi applicati dall’Agenzia delle Entrate a seguito
dell’accertamento.

DIFFIDIAMO DA FACILI PROMESSE

Quindi, è bene diffidare di facili promesse dettate da una pagina web o da professionisti o pseudo tali senza scrupoli o da consigli elargiti dai mprenditori amici/colleghi poco avveduti che lasciano le
sorti aziendali in mano alla dea bendata.

Nel caso in cui si voglia effettivamente trasferire una azienda all’estero o un ramo di essa, costituire una società all’estero, rivolgetevi a professionisti specializzati in diritto tributario e societario che possono fornirvi una preparata consulenza legale e suggerire o pianificare al meglio
le operazioni aziendali senza il pericolo di incorrere in pericolosi comportamenti, anche inconsapevoli, che possono avere drastiche conseguenze sull’impresa.

Altrettanto è consigliabile a chi o perché raggirato sul reale funzionamento normativo e si sia fatto allettare e/o coinvolgere in tali operazioni e vuole porvi rimedio onde evitare possibili gravi conseguenze. Tornare indietro per tempo si può, perché l’azienda è la vita di ogni imprenditore.


di Cristina Surico

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