by fastadmin | 28 Gennaio 2021 21:49
Oltre 60.000, questo è il numero di segnalazioni per operazioni sospette (S.O.S.), ricevute dalla UIF (Unità di Informazione Finanziaria) nel solo secondo semestre del 2020. Una crescita esponenziale rispetto l’anno precedente e in particolare proprio il secondo semestre ha visto una impennata delle segnalazioni che in assoluto hanno rappresentato il numero maggiore di segnalazioni pervenute in un semestre. Una mole di movimentazioni finanziarie, in termini di importi, di circa 49 miliardi di euro.
La UIF ha ipotizzato uno scostamento sostanziale in aumento, che varia tra i 3 e i 9 miliardi di euro, solo con riferimento a importi oggetto di SOS relative ad operazioni riferibili principalmente a sospetti tentativi di illegalità nell’ambito della emergenza sanitaria. Tra le regioni che in termini assoluti hanno visto un incremento più rilevante sono state Lazio, Campania, Puglia e Sicilia. Oltre che in termini di vite umane, di sconvolgimenti delle condizioni sociali e di vita, è noto che la attuale pandemia “Covid-19” ha profondamente colpito anche le attività economiche causando una grave e profonda crisi. Un impatto immediato e devastante sulla liquidità di famiglie e imprese.
Lo Stato ha stanziato risorse straordinarie per fornire aiuto economico alle imprese, ma lo sconvolgimento creato dalla pandemia rischia di aggravarsi oltremodo, paradossalmente proprio in virtù delle risorse finanziarie messe in campo che allettano la criminalità. Infatti, la criminalità non ha perso tempo nel cercare di infiltrarsi nel tessuto sano dell’economia legale e sfruttare le nuove opportunità di controllo del territorio e di arricchimento.
RISCHI DI FRODI E CORRUZIONI NELLA SANITA’
Durante la pandemia, si sono palesati rischi di frodi e corruzione, nel comparto della sanità pubblica e privata in relazione all’acquisizione delle forniture legate all’emergenza, alla fornitura di servizi, assistenza e ricerca, volti a favorire l’accesso a fondi pubblici anche in assenza dei requisiti necessari e/o in via preferenziale. Ma non solo è stato ben presto chiaro che gli interventi dello Stato a sostegno della liquidità si prestano ad abusi in fase di accesso al credito ( come false attestazioni) e di successivo utilizzo delle risorse (distrazione di fondi). Uno su tutti, il Procuratore Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, Federico Cafiero De Raho, in occasione dell’audizione in commissione Antimafia non ha mancato di ricordare con forza che la criminalità organizzata ha sempre sfruttato epidemie e tragedie dal colera dell’800, al terremoto di Messina e Reggio Calabri e così via. Le mafie si insinuano e cercano di sfruttare ogni occasione favorevole alla proliferazione dei propri affari e quindi non mancano di approfittare delle commesse e degli aiuti pubblici o di infiltrarsi nel tessuto economico di piccole medie imprese in difficoltà per ottenerne il controllo. Mai come oggi tutto questo è attuale. Le condizioni di crisi economica in cui versano imprese e cittadini, specie in situazioni in cui l’intervento pubblico presenta ritardi, favoriscono la penetrazione della criminalità organizzata nel tessuto sociale, attraverso offerte di sostegno finanziario e protezione in cambio di supporto o partecipazione ad attività illegali e comportamenti omertosi.
IL PERICOLO DELL’USURA PER FAMIGLIE ED IMPRESE
Cresce il pericolo che le famiglie e gli imprenditori più vulnerabili finiscano nella rete dell’usura e che la criminalità, presentandosi come un ancora di salvezza immediata all’impotenza economica aziendale e/o familiare,invece finisca per estromettere i proprietari e acquisisca il controllo delle aziende in difficoltà, . Infatti, il prolungato periodo di “lockdown”ha determinato situazioni di difficoltà finanziaria e aperto una facile via al rischio di infiltrazione di organizzazioni criminali radicate nel territorio e dotate di immediate disponibilità di capitali di provenienza illecita, con l’incremento di fenomeni usurari e conseguenti acquisizioni della proprietà o del controllo di aziende in crisi. Problema che rischia di rendere vano anche qualsiasi intervento di aiuto pubblico a favore di imprese in difficoltà ove gli stessi dovessero arrivare dopo l’approccio criminale con il risultato che gli aiuti sarebbero incassati dalle organizzazioni criminali per mezzo dei legittimi proprietari delle imprese richiedenti e le imprese stesse sarebbero da queste acquisite allo scopo di favorire il riciclaggio di capitali illeciti con inquinamento della economia legale. E’, quindi, indubbio che le situazioni di difficoltà economica, di eccessivo indebitamento e/o esposizione, attuali o pregresse, verso Banche, Finanziarie, Erario, fornitori, contenziosi, oggi portano chi ne è gravato a superare la soglia di ogni razionale e ragionata soluzione e di conseguenza ad essere facile preda dei tentativi di infiltrazioni criminali che si presentano come fonte di “aiuto-immediato” e “pronta soluzione”.
GLI STRUMENTI LEGISLATIVI PER LIBERARSI DEL “PESO” DEL DEBITO
Ma giova ricordare che esiste una Legge da qualche anno che aiuta persone fisiche e piccole/medie imprese a liberarsi del macigno dei debiti opprimenti, trascinati e ritenuti insormontabili; questa è la Legge n.3/2012, sin dalla nascita proprio “Salva Suicidi”. Strumento giuridico spesso ignorato, oggi rinnovato. Affidarsi ad un legale competente in materia può fornire la soluzione alla ritenuta impossibilità di liberarsi in modo definitivo da una situazione irrisolvibile di sovra indebitamento. Oggi come mai, proprio in conseguenza della grave pandemia, uno strumento giuridico di salvezza che permette ai soggetti non fallibili: piccole imprese,liberi professionisti, aziende agricole, consumatori, dipendenti, pensionati, enti no profit – di liberarsi dall’insolvenza perpetua riveniente dai debiti contratti. Mediante gli strumenti offerti dalla Legge, e con l’assistenza di un professionista specialista nella materia, può essere proposto ai creditori, mediante OCC, un accordo di ristrutturazione dei debiti regolato alla base da un piano che assicuri il pagamento dei creditori anche con significativa riduzione del debito stesso.
di Avvocato Cristina Surico
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