by fastadmin | 10 Gennaio 2021 16:38
Inizio d’ anno coi botti, e’ il caso di dire: peccato che non ci sia niente da festeggiare, anzi. Nessuno si aspettava miracoli dal 2021, ma molte delle speranze che il nuovo anno avrebbe potuto segnare l’ inizio , seppure faticoso, di una ripresa per il settore ittico, sono state subito disattese. Gia’ il cosiddetto Decreto Agosto aveva rivisto, al rialzo, i criteri di calcolo dei canoni relativi all’ utilizzo delle aree e delle pertinenze demaniali , stabilendo comunque in 2500 euro la soglia minima di riferimento. Il citato Decreto presentava una sorta di genericita’ che non ha impedito la nascita di notevoli preoccupazioni anche tra i pescatori. La Legge di Bilancio 2021 ha reso ufficiale e dunque operativo il provvedimento che sancisce un aumento dei canoni in questione che si attesta addirittura al 600% ; provvedimento che purtroppo tocca anche le concessioni demaniali marittime per le attività di pesca e dell’ acquacoltura.
“Siamo di fronte all’ ennesima beffa che i nostri pescatori – afferma Gennaro Scognamiglio presidente nazionale UNCI Agroalimentare e Pesca, aderente a Conf PMI ITALIA – sono costretti a subire e che, chiaramente, si traduce in un danno economico ingente, l’ ennesimo. Gia’ nel Decreto Agosto si faceva riferimento ad aumenti relativi ai canoni delle concessioni demaniali marittime ” con qualunque finalita”, e quindi temevamo che i ritocchi riguardassero anche quelle ad uso di pescatori e acquacoltori. Confidavamo nel buon senso dei legislatori, i quali invece sembrano ignorare che provvedimenti di questo tipo e soprattutto di tale portata, contribuiscano ad affossare la pesca. Il nuovo anno e’ iniziato con un provvedimento che e’ una vera e propria stangata per il settore e che personalmente considero illogica e inapplicabile . La mia Associazione ha piu’ volte ribadito, soprattutto durante le audizioni di Camera e Senato, che questa dell’ aumento dei canoni demaniali era una circostanza non secondaria e da vagliare con attenzione e lungimiranza. I nostri appelli sono rimasti inascoltati, ma non ci arrendiamo. Cercheremo ulteriore dialogo con le Regioni e con tutti gli Organismi Intermedi: non possiamo permettere che la pesca e l’ acquacoltura cadano sotto questo ennesimo colpo; il settore si è rivelato importantissimo durante l’ emergenza Covid assicurando prodotto fresco e di qualita’ alle tavole degli italiani. Il mio, il nostro impegnoè finalizzato alla salvaguardia di tutti gli operatori e di tutte le imprese del settore ; non abbiamo intenzione di accettare provvedimenti come questi che altro non fanno che generare gravissime conseguenze in termini economici e occupazionali”.
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