by fastadmin | 15 Novembre 2019 16:45
Roma – Semplificare e alleggerire il peso fiscale. Determinare un nuovo modello della rappresentanza del mondo del lavoro, scardinando il monopolio di Confindustria con le organizzazioni datoriali collegate e della Triplice. Sono queste le parole d’ordine emerse dalla tavola rotonda “Un Fisco da Rottamare per Sostenere lo Sviluppo”, svoltosi lo scorso 11 novembre, presso il Palazzo dei Gruppi Parlamentari della Camera dei Deputati e promosso dalla Fondazione Centro studi Valore Impresa, presieduta dal dottor Gianni Cicero. Un importante appuntamento sviluppatosi nell’ambito degli Stati Generali delle Piccole e Medie Imprese e delle Professioni.
Ad aderire al focus, alcune tra le più attive organizzazioni datoriali, come la Confederazione PMI ITALIA, presieduta dal dottor Tommaso Cerciello che con l’associazione Valore Impresa ha sottoscritto un patto federativo, ANIE, l’associazione nazionale Imprese Europee, rappresentata dal dottor Diego Moscheni, ed associazione UNI, Unione nazionale imprese, rappresentata dal dottor Mario Burlò ( che è anche vice presidente di Conf PMI ITALIA)
“Si tratta di un fronte delle rappresentanza che si occupa effettivamente dei veri problemi delle imprese e dei professionisti, fornendo loro reale assistenza e servizi concreti ”. Esordisce Tommaso Cerciello, presidente della Conf PMI ITALIA, che nel corso dell’incontro di Roma ha lanciato un vero e proprio grido di allarme sullo stato di profonda difficoltà in cui versano le Piccole e Medie Imprese.
“Quotidianamente raccogliamo preoccupazioni ed incertezze per il futuro. Ormai – prosegue Cerciello – siamo alle corde perché da troppo tempo le imprese sono gravate da una pressione fiscale che incide quasi del 60% sui bilanci, tarpando le ali ad ogni possibile programma di crescita. Siamo ulteriormente penalizzati, rispetto agli altri paesi europei, anche a causa di altri fattori sfavorevoli come il maggior costo dell’energia, la lentezza della burocrazia, l’incertezza dei tempi della giustizia. L’unica ricetta utile che speriamo che l’attuale governo in carica abbia il coraggio di applicare è quella di un vero choc fiscale, capace di rilanciare il sistema impresa con una conseguente ricaduta positiva sull’occupazione. Se non si farà questo – prosegue Cerciello – sempre più operatori economici sceglieranno, semplicemente per sopravvivere, di trasferire le proprie sedi e stabilimenti all’estero alla ricerca di un fisco più vantaggioso. L’alternativa è chiudere. Un plauso va all’amico Gianni Cicero, presidente di Valore Impresa, per l’ottima e competente organizzazione dell’evento e del contributo offerto al dibattito, utile a sostenere la causa delle PMI”.
Parole molto critiche sono giunte anche dal dottor Mario Burlò, presidente di UNI che ha evidenziato come con il Decreto Fiscale alle imprese che si trovano in credito con lo Stato, viene impedito di far fronte ai propri debiti fiscali attraverso la compensazione tra dare e avere.
Ad illustrare nel dettaglio le questioni tecniche sono stati gli esperti consulenti del Centro Studi di Valore Impresa: la dottoressa Marina Augello, la dottoressa Manuela Frediani, la dottoressa Manuela Giuliani, il dottor Massimo Agostini, ed il dottor Luca Cinti. Le riflessioni e le proposte dei rappresentanti delle Associazioni e Confederazioni delle imprese sono state attentamente ascoltate dai parlamentari intervenuti e da alcuni membri del governo che hanno rappresentato quanto l’attuale esecutivo sta facendo proprio sul fronte del fisco.
Ad intervenire, tra gli altri, sono stati l’onorevole Carla Ruocco, Presidente della Commissione Finanze del Camera, l’onorevole Pier Paolo Baretta, Sottosegretario all’Economia, il Senatore Andrea De Bertoldi, Segretario Ccommissione Finanze del Senato, il senatore Lucio Malan, e l’onorevole Claudio Durigon.
La Fondazione Centro Studi Valore Impresa, alla fine del confronto ha consegnato agli esponenti di governo una piattaforma di proposte, così come spiega lo stesso presidente Gianni Cicero “Alla fine della nostra analisi – sottolinea Cicero – abbiamo elaborato una proposta compiuta, ad esempio, su nuovi criteri di deducibilità. Abbiamo focalizzato l’attenzione sulla necessità di una tassazione per cassa e non per competenza anche per la contabilità ordinaria. Sull’evasione, infine, occorre distinguere quella di necessità da quella dei soliti furbetti che poi finiscono sempre per essere condonati con saldi e stralci indecorosi”.
L’ultima riflessione di Cicero è ancora una volta sulla questione della rappresentanza, evidenziando la necessità di un nuovo modello che superi il monopolio di Confidustria con le sue organizzazioni datoriali collegate e della Triplice. Su questo tema, così come sulla emendabilità del Decreto Fiscale si è registrata una sostanziale ed importante apertura dei rappresentanti del governo, così come degli altri parlamentari. Un risultato, considerati i tempi, non da poco.
di Antonio D’Ascoli
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