by fastadmin | 28 Ottobre 2018 15:01
L’ Europa è un’ opportunità e non un limite. Superare il “nanismo” delle imprese. Potenziare il sistema infrastrutturale del Sud Italia per ridurre lo “svantaggio tattico” che lo rende poco competitivo e con ridotte prospettive per il futuro.
Questi, ed altri temi, sono al centro dell’intervista con l’europarlamentare del Partito Democratico, Elena Gentile.
Il vento dell’anti-europeismo soffia forte sul continente. Il sogno di un’ Europa unita, che ha garantito pace una stretta collaborazione tra gli Stati membro, è in pericolo?
Nonostante questa percezione diffusa, non credo sia questo il reale sentimento degli italiani e più in generale degli europei. Del resto, vi sono anche fatti concreti che dimostrano il contrario. In un recente sondaggio, ad esempio, la maggioranza degli italiani ha dichiarato di essere ancora convinta della necessità della permanenza dell’Italia all’interno dell’Unione. E’ chiaro che alcuni aspetti delle istituzioni europee vanno modificati e resi più incisivi ed efficaci, come nel caso delle politiche sul lavoro. Abbiamo bisogno di più Europa, capace di innestare processi di crescita e di sviluppo. Va poi implementata l’agenda dei diritti, operata una semplificazione delle procedure, e rafforzato ancor di più il ruolo del Parlamento. In buona sostanza, l’Europa deve essere sempre di più l’istituzione delle opportunità e non percepita come sinonimo di divieti e di limiti
Una delle critiche mosse contro l’Europa è quella di essere poco rappresentativa degli interessi nazionali, in particolare delle produzioni tipiche. E’ condivisibile questa osservazione ?
Anche su questo, credo, bisogna fare chiarezza e ricordare importanti atti messi in campo dalle istituzioni europee proprio a tutela delle imprese. E ‘il caso della direttiva contro le pratiche sleali in agricoltura da parte del sistema della grande distribuzione, volta a restituire ai produttori spazio vitale e la giusta dignità, contrastando, al tempo stesso, fenomeni odiosi come il caporalato. Risultati concreti, dunque, sul fronte del contenimento dell’azione sempre più invasiva e soffocante delle multinazionali, che vanno, però, ascritti ad una certa parte politica.
Inoltre vanno menzionati gli accordi strategici per quanto concerne l’export, ricordo quello con il Canada, che stanno segnando significative performance. Dall’altra parte, è necessario, però, che il sistema – impresa italiano sia maggiormente al passo con i tempi. La formazione in questa partita gioca un ruolo chiave.In tal senso vanno superati vizi antichi, migliorando il sistema di alternanza scuola/lavoro, prendendo a modello, in questo caso, la Germania.
Di recente, a Foggia, ha incontrato il presidente nazionale della Confederazione PMI – ITALIA, Tommaso Cerciello. Quali i temi al centro del confronto?
E’ stato un incontro molto utile per approfondire le esigenze delle imprese, ma anche per analizzare a fondo la cornice dei tempi in cui viviamo che induce ad un ripensamento strutturale rispetto alle convinzioni del passato. La globalizzazione dei mercati ed il conseguente innalzamento del livello di competitività, rende necessario superare il nanismo delle nostre aziende. E’ evidente che le stesse devono fare massa critica per fronteggiare le dinamiche attuali. Abbiamo numerosi prodotti d’eccellenza, come ad esempio l’olio pugliese, che però non riusciamo ad imporre sui mercati proprio per le ridotte dimensioni e lo scarso coordinamento dei nostri operatori. Non si può più rimandare l’inizio di un reale processo di innovazione, che deve muoversi sempre nella legalità, basandosi in particolare sulla digitalizzazione dei processi. Appare chiaro che l’inevitabile perdita di posti di lavoro, dovuta ai nuovi cicli produttivi, sarà compensata dalla richiesta di nuovi profili, generati da un sistema sempre più tecnologico. Infine, occorre portare avanti una grande battaglia per il Sud Italia, per un ammodernamento ed un potenziamento delle infrastrutture, oggi ancora molto carenti.
Che sensazione ha per il futuro dell’Europa anche in vista delle prossime elezioni dell’Europarlamento?
Non possiamo negare che qualche nuvola si stia addensando , vista l’avanzata dei “sovranisti” che si sono fatti largo soprattutto soffiando sulle paure generate dalla crisi economica. Nonostante ciò, come ho già detto, larghi strati della cittadinanza europea sono ancora radicalmente convinti della necessità di un’ Europa unita e solida. Del resto, anche in Inghilterra è in atto un profondo ripensamento circa la Brexit, giudicata ormai un errore, che sta spingendo il Primo ministro britannico ad un’uscita “morbida”. Un’ opzione, quest’ultima, che potrebbe risultare molto pericolosa per la stessa tenuta futura dell’Unione.
Ritengo che bisognerà essere bravi a raccontare di un’ Europa del futuro, delle prospettive, delle speranze, partendo dal dato di fatto che l’Unione è stata capace di garantire per tutti questi anni, pace, dopo secoli di guerra, e con essa sviluppo, benessere, democrazia
di Antonio D’Ascoli
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