Vertice UE a Salisburgo: l’Europa si confronta sul tema dell’ immigrazione: il punto di Aldo Conidi

by fastadmin | 28 Settembre 2018 18:22

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Salisburgo – A Salisburgo, nelle ore che precedevano l’apertura del Vertice europeo informale sul tema migranti la sensazione era che, la conclusione fosse un nulla di fatto e che non sarebbero cambiate le regole che oggi vedono i paesi geograficamente prossimi all’Africa (Italia e Grecia), sobbarcarsi la gran parte degli sforzi in materia di gestione dei flussi migratori… L’obiettivo del Vertice era di “continuare il dialogo degli stati membri sulla questione migranti, e di stilare nuove regole che distribuiscano meglio le varie responsabilità”.

Il Vertice è iniziato mercoledì 19 settembre con la cena dei capi di Stato e di Governo al Felsenteitshule Theater.

Al termine, il Presidente del Consiglio Conte ha presentato l’ipotesi che i Paesi “non volenterosi“, ovvero quelli che non partecipano in termini di sbarchi o in termini di redistribuzione” dei migranti, “versino un contributo finanziario”. Successivamente, il premier ha precisato che “è una possibilità residuale” perché “l’importante è che ci sia un’ampia partecipazione al meccanismo di redistribuzione europeo” e, per quanto riguarda la soluzione del contributo finanziario, “qualcuno ha dichiarato di non avere interesse a partecipare alla redistribuzione dei migranti e ha già dato disponibilità ad accettare”.

L’indomani, le sessioni di lavoro sono continuate alla Kammermusiksaal/Solitar della Mozarteum University.

Il premier Conte ha avanzato le seguenti richieste:

  1. Più investimenti nel Nord Africa

Il riferimento é al “modello Turchia”, alla quale sono stati versati in due tranche sei miliardi per accogliere i rifugiati in fuga dalla Siria, ed evitare che queste persone raggiungessero in massa l’Europa.

  1. Riforma del Regolamento di Dublino

Rivedere il sistema europeo che disciplina l’assegnazione dei richiedenti asilo ai paesi membri della Ue, in base al quale il Paese competente a esaminare la richiesta di asilo è quello “di prima accoglienza”; quindi, il peso è soprattutto sulle spalle di Italia e Grecia (i due porti più vicini a territori come Libia e Siria).

  1. Modifica della direttiva dell’Operazione Sophia

EunavForMed Sophia è un’operazione militare sotto l’ombrello Ue, che ha come obiettivo quello di colpire il traffico e la tratta di esseri umani nel Mediterraneo centromeridionale, e effettuare anche salvataggi in mare. Si chiede di tracciare una linea comune che porti a una gestione condivisa, più equa e più solidale, con un’assunzione di responsabilità maggiore da parte dei nostri partner europei, rotando ad esempio i porti di sbarco.

  1. Riforma dell’Agenzia Frontex per il controllo delle frontiere

Va in questa direzione il programma presentato dal presidente della Commissione europea Juncker, che prevede il rafforzamento dell’Agenzia tramite 10mila guardie di frontiera che saranno a disposizione nel 2020, con il compito di presidiare i confini, o comunque, un maggior controllo delle frontiere.

  1. Creazione di centri in cui identificare e distribuire i migranti tra i paesi europei.

La posizione di chi si oppone a questa soluzione è che le piattaforme di sbarco siano fuori dal territorio dell’Unione. Anche in questo una parte dei paesi fa muro…..

Purtroppo, alla fine, le proposte sono rimaste sulla carta! Com’era prevedibile, il vertice di Salisburgo non ha fatto compiere passi in avanti sul tema dell’immigrazione, limitandosi ad alcune reciproche puntualizzazioni tra Stati membri e a una diversità di vedute sulla proposta del presidente della Commissione europea, Juncker. Essendo un vertice informale ogni decisione è stata rimandata al Consiglio europeo di ottobre. Per ora non c’è il minimo accordo sulla redistribuzione dei migranti come vorrebbe l’Italia; anzi, alla cancelliera tedesca, Angela Merkel, non piace il concetto di “solidarietà flessibile” secondo il quale ogni Paese fa quello che vuole. Serve quindi un sistema “per un’onesta redistribuzione dei migranti nell’Ue” su cui finora non c’è accordo

Mentre Merkel è d’accordo sulla proposta di Juncker riguardo al potenziamento di Frontex, Conte ha espresso molti dubbi con una spiegazione ineccepibile: aumentare fino a 10mila le unità di Frontex con un numero di navi in proporzione costerebbe parecchi miliardi. Ma se si trovassero davanti dei barconi con migranti ci sarebbe sempre l’obbligo del salvataggio, né sarebbe possibile il respingimento stante la giurisprudenza della Corte europea per i diritti dell’uomo. Molto meglio, secondo Conte, destinare quei miliardi al Fondo europeo per l’Africa. Ha invece senso un maggiore ruolo di Frontex sulla terra, com’è stato definito dal commissario europeo agli Affari interni, Dimitri Avramopoulos, e dal ministro dell’Interno serbo, Nebojsa Stefanovic, per frenare i passaggi illegali ai confini. Analogo accordo era già stato siglato con Albania e Macedonia.

Nel frattempo, si è sbloccata la missione militare in Niger che permetterà di addestrare le forze nigerine per migliorare il controllo del territorio e soprattutto dei confini

Al termine, la sintesi è stata fatta dal ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi, al Consiglio Affari generali dell’Ue: “La migrazione non si esaurisce nel contrasto all’immigrazione illegale” perché serve l’impegno finanziario dell’Unione europea per i Paesi di origine e di transito. Sui migranti, ha detto, “siamo molto divisi, anche aspramente. Ma si tratta di una questione reale, politica e concreta, con un’incidenza sui flussi elettorali”.

Brexit

Dopo ore di accesissime trattative e i colloqui con il primo ministro britannico Theresa May, il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, ha affermato che i 27 hanno ritenuto inaccettabili e, pertanto, respinto le proposte per la Brexit e hanno convenuto che dovrebbe esserci “la massima chiarezza possibile” sulle future relazioni commerciali. Tusk ha aggiunto. “Non siamo d’accordo su tutto, né possiamo fare concessioni su tutto: ci sono le quattro libertà fondamentali e il mercato unico, ecco perché’ non possiamo accettare l’accordo Chequers“. La premier inglese May ha convenuto: “C’è ancora da fare un lavoro molto duro”. Presto un nuovo piano su frontiera irlandese. La May. che ha preso tempo fino al congresso del suo partito (ai primi di ottobre), presenterà “a breve” agli europei una nuova proposta sulla frontiera irlandese, uno dei punti su cui si bloccano i negoziati con l’Ue sulla Brexit

 

 

di Aldo Conidi

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