by fastadmin | 15 Maggio 2018 11:44
La crisi di rappresentanza dei sindacati, in particolare quelli della “triplice” Cigl, Cisl , Uil, vive da tempo una fase di declino. Il loro appeal sui lavoratori, sempre più precari e con meno tutele, si riduce sempre di più. Un calo che va ricercato nell’incapacità di leggere i cambiamenti intervenuti nelle relazioni industriali e nelle dinamiche del mercato.
Un divenire che hanno, invece, saputo cogliere i sindacati autonomi che meglio, in questa delicata transizione storica, hanno interpretato le istanze dal basso, individuando, più frequentemente, un punto di incontro con i datori, oggi sempre più in difficoltà.
“Nei nostri contratti – afferma Pietro Serbassi, responsabile di Fast federazione dei trasporti aderente a Confsal – abbiamo previsto varie flessibilità che hanno garantito la partenza di start -up oppure i livelli occupazionali in situazioni di particolari difficoltà ”
E a quanti puntano l’indice, affermando che le sigle autonome praticano i famigerati “contratti pirata”, con un appiattimento verso il basso delle condizioni generali di lavoro, le stesse respingono al mittente tali accuse.
“La nostra azione è finalizzata – prosegue Serbassi – a rendere più flessibile ed efficiente l’intero sistema, perché non si può non tener conto dei fattori di crisi che hanno profondamente minato la produzione ed i fatturati in tutti i comparti”
La filosofia di fondo, dunque, è quella che non si può pretendere di tutelare le legittime conquiste del passato con gli stessi schemi, senza mettere nel conto le variabili che sono sopraggiunte in questi anni: se non si fa questo, si rischia seriamente di confrontarsi con un mondo che non esiste più.
“Credo che – continua Serbassi – che la maggiore forza attrattiva del nostri sindacati si fondi anche nel fatto che sono concentrati unicamente sul tema del lavoro senza divagazioni di sorta. Una sensibilità maggiore che viene avvertita dai lavoratori, molto meno dai mass media come dimostra l’attenzione, piuttosto marginale riservata dai grandi network, alla manifestazione del primo Maggio organizzata dalla Confsal a Napoli”.
Ma in un percorso di riconquista della fiducia nel valore del sindacato occorre anche operare una grande semplificazione del sistema dei contratti.
“Quasi mille contratti registrati al Cnel – conclude Serbassi – sono francamente troppi. E’ necessario procedere ad uno snellimento anche per contenere le disparità di trattamento che ne derivano. Noi siamo pronti al dialogo con tutte le parti in gioco per raggiungere questo importante risultato”. Anche per quanto concerne il diritto allo sciopero, in particolare nei servizi pubblici essenziali (come nel caso del comparto della mobilità), Serbassi ravvisa la necessità di individuare un nuovo equilibrio per un più corretto rapporto tra i due diritti, quello dei lavoratori e quello degli utenti, oggi motivo di profondi contrasti.
di Antonio D’Ascoli
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